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AMBIENTE. SCILIPOTI (IDV): NO AL PROGETTO GRAP CHE DEVASTA LA RIVIERA DEL BRENTA.


Roma – 31.07.09 – “La speculazione immobiliare nel Nord est italiano deve essere arrestata immediatamente altrimenti si verificherà l’ennesimo scempio fatto a misura per il portafoglio di pochi a discapito della qualità della vita di tutti”. Così il Deputato dell’Italia dei Valori Domenico Scilipoti su Veneto City, Romea Commerciale, Camionabile ed Elettrodotto. “Il sistema, furbescamente messo appunto dai comitati d’ affari con l’avvallo del silenzio – assenso di alcuni amministratori della Riviera del Brenta – prosegue Scilipoti – è composto da progetti apparentemente diversi ma che, in realtà, sono un vero e proprio progetto integrato che coinvolge la Riviera del Brenta e le due città di Padova e Venezia, le cui amministrazioni hanno costituito una società inventata ad hoc per entrare nel megaffare. Infatti Camionabile e Romea Commerciale non sono altro che una parte del progetto GRAP volto a gestire il traffico Padova – Venezia che deriverebbe da Veneto City, progetto quest’ultimo che prevede anche la costruzione di un super centro commerciale da 2.000.000 di metri cubi di cemento. Questo centro commerciale andrebbe a devastare completamente, sia sul piano paesaggistico-ambientale che sul piano della salute dei cittadini,  un paese di campagna (con superficie di 600.000 metri quadrati e la cui popolazione non arriva nemmeno a 15000 abitanti) ed altri paesi limitrofi. Chiedo pertanto – conclude il Deputato – che il Ministro Prestigiacomo intervenga in maniera decisiva sulla questione per evitare un degrado ambientale assicurato e facilmente evitabile, visto che nella zona in questione sono già presenti diversi centri commerciali”.

On. Domenico Scilipoti

31 luglio 2009 Posted by | 1 | , , , , , , | Lascia un commento

Focus Idv del 29 luglio 09

CRISI:DI PIETRO, VOCE NAPOLITANO ARRIVATA PRIMA E BENE (ANSA) – ROMA, 29 LUG – ”Apprezziamo la decisione presa dal  presidente Napolitano che finalmente ha fatto sentire prima e  bene la sua voce”. Lo afferma il leader dell’Idv Antonio Di  Pietro commentando le perplessita’ espresse dal presidente della  Repubblica Giorgio Napolitano sul decreto anti-crisi passato con  la fiducia ieri alla Camera.     ”Bene ha fatto – aggiunge – a dire che o la cambiano o non  la firma”.    ”Allo stesso tempo – prosegue l’ex pm – denunciamo  l’irresponsabilita’ di questo Governo che neanche hanno  promulgato la legge con l’ennesimo voto di fiducia che gia’  devono cambiarla a dimostrazione che e’ un voto comprato e che  la maggioranza dovrebbe rendersi conto di quello che vota e non  alzare la mano e basta”.    ”Il decreto anti-crisi – conclude Di Pietro – non opera su  due tempi. E’ semplicemente sbagliato, incostituzionale e  fortemente depressivo nei confronti delle fasce deboli del  Paese”. (ANSA).

SCUOLA. DIALETTO, DI PIETRO: LEGA RICATTA E GOVERNO ACCONSENTE (DIRE) Roma, 29 lug. – “La Lega pensa egoisticamente, ma il problema non e’ la Lega. Il problema e’ il governo che, ricattato, acconsente a cedere a queste richieste anticostituzionali”. Cosi’ il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, parlando con i giornalisti nella sala stampa di Montecitorio.    “Anche noi dell’Idv vogliamo dividere il Paese, certo non tra Nord e Sud, come e’ nelle intenzioni della Lega, ma- conclude Di Pietro- tra gente perbene e faccendieri e criminali, presenti anche in questo governo”.

Matteoli/ Di Pietro: Camera sostituisce furbescamente giustizia _Ieri colpo di mano indecente: parlamentari si salvano a vicenda Roma, 29 lug. (Apcom) – “Ieri, con un indecente colpo di mano, la Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei deputati ha scippato alla giustizia ordinaria e alle regole costituzionali un pezzo da novanta della sua casta: il Ministro Matteoli. E’ un copione gi visto, la solita storia della casta che si erge al di sopra della legge per farla franca. Questi signori avranno pensato: ‘Dopo aver dato l’impunità a Berlusconi perché non concederla anche ad un suo ministro?'”. Lo scrive il leader dell’Italia dei Valori, Antonio di Pietro, sul suo blog.  “La storia comincia nel 2004 – ricorda l’ex pm – quando Matteoli, allora ministro dell’Ambiente, avvisa il prefetto di Livorno di un’inchiesta a suo carico riguardante la costruzione di un complesso edilizio sullisola d’Elba: da qui laccusa di favoreggiamento. Il Tribunale dei ministri di Firenze dichiara la sua incompetenza sul caso in quanto reato non ministeriale, da far perseguire, quindi, dalla giustizia ordinaria. Ma la casta non la pensa così. In un primo momento, prova a portare in Parlamento il lodo Consolo: l’ennesimo tentativo di salvataggio di un inquisito di razza per via legislativa. Ma l’attenzione di quella parte della stampa libera, che urla allo scandalo e punta i riflettori su questo vergognoso caso, blocca il diabolico disegno”.  “Ieri – prosegue Di Pietro – la Giunta della Camera avrebbe dovuto attendere la comunicazione dell’archiviazione per non ministerialità del fatto e, non condividendola, avrebbe potuto solo proporre ricorso per conflitto di attribuzioni alla Corte Costituzionale, che avrebbe determinato la natura del reato. Invece, la Camera, usurpando la propria competenza in questa fase anomala per negare l’autorizzazione a procedere, ha abusivamente e furbescamente sentenziato che i parlamentari sono giudici di se stessi e che possono salvarsi a vicenda”.   “Questa volta – conclude il leader dell’Idv – l’ennesimo colpo al principio de la legge uguale per tutti stato sferrato per mano del relatore della Giunta: il deputato del Pdl Maurizio Paniz. Infatti il signore in questione nella sua relazione, votata da tutta la maggioranza, ha sancito due principi: il primo che il reato di cui accusato Matteoli (favoreggiamento) ministeriale, giudizio che non compete certamente ad un organismo politico; il secondo che alla magistratura viene negata l’autorizzazione a processare l’esponente del Pdl. Insomma la Camera non solo si è sostituita alla giustizia, ma addirittura si è pronunciata prima che da parte dei magistrati arrivasse una richiesta in tal senso. Ma evidentemente Matteoli aveva fretta di andare in vacanza”.

Fondi, Orlando (Idv): grave impotenza ministro Interno Roma, 29 LUG (Velino) – “È assai grave dover registrare l’impotenza del ministro dell’Interno con riferimento ad una delicata questione che riguarda l’ordine pubblico e la difesa delle istituzioni rispetto alla criminalita’ organizzata mafiosa. È paradossale e inquietante che tale impotenza venga pubblicamente riconosciuta e che la responsabilita’ venga attribuita allo stesso governo, del quale se non vado errato il ministro Roberto Maroni e’ componente”. Lo ha detto Leoluca Orlando, portavoce nazionale dell’Italia dei valori. “Ogni altro commento e’ superfluo – ha aggiunto Orlando -. Resta solo da registrare l’impotenza dei cittadini e il crescere della sfiducia nelle istituzioni”. (com/elb)

DL ANTICRISI: BELISARIO, GOVERNO DA REPUBBLICA DELLE BANANE = (AGI) – Roma, 29 lug. – ‘Il Governo ha poche idee e anche molte confuse’. Lo dichiara il Presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario a proposito del provvedimento che modifichera’ alcune norme contenute nel DL anticrisi ‘che non abbiamo ancora approvato e che gia’ sono pronti a cambiare’. ‘Abbiamo una maggioranza divisa su tutto e un Governo pasticcione che corregge se stesso oltre ad essere sempre piu’ irrispettoso delle prerogative del Parlamento. Ne’ alla Camera ne’ al Senato l’opposizione ha mai il tempo per approfondire, contrastare, illustrare e migliorare provvedimenti che, come questo, a nostro avviso sono assolutamente negativi. Insomma quello di Berlusconi – conclude Belisario – e’ sempre piu’ un governo da Repubblica delle Banane’. (AGI)

DPEF: MASCITELLI, GOVERNO NON PENSA A RIFORME IMPORTANTI = (AGI) – Roma, 29 lug. – ‘Nel Dpef non ci sono proposte di alcun genere relativamente a quelle che sono le riforme necessarie ed essenziali per il Paese’: lo ha sottolineato il capogruppo dell’Italia dei Valori in Commissione Bilancio al Senato, Alfonso Mascitelli, illustrando in Aula la risoluzione presentata dal Gruppo IdV. ‘Ad esempio per il welfare non e’ prevista alcuna riforma degli ammortizzatori sociali, ne’ alcuna riforma per le pensioni – elenca Mascitelli – cosi’ come per le imprese manca la destinazione di adeguate risorse all’innovazione e alla ricerca. In compenso, per quanto riguarda le infrastrutture, sono stati destinati al Ponte sullo Stretto ben 1,3 miliardi di euro, piu’ 904 milioni per la realizzazione delle opere a terra ad esso connesse’. ‘Secondo l’IdV meglio sarebbe stato – ha concluso Mascitelli – destinare tali somme per finanziare l’emergenza terremoto in Abruzzo, o per adeguare e mettere in sicurezza altre opere infrastrutturali del Mezzogiorno, come la Salerno-Reggio Calabria o la Statale 106 Jonica’. (AGI)

DPEF: LANNUTTI (IDV), DA TREMONTI ANCORA PIROETTE IN SENATO (ANSA) – ROMA, 29 LUG – ”Le piroette di Tremonti non  finiscono mai. Oggi in Senato ha avuto il coraggio di dire che  il suo impegno e’ sempre stato quello di aiutare le imprese e  non le banche. Forse solo alcune, quelle degli amici suoi e dei  banchieri, altrimenti non ci spieghiamo come mai le imprese  piccole e medie, vero motore della nostra economia, siano sempre  piu’ strozzate dalle banche che addirittura sono arrivate a  revocare i fidi con un avviso di 24 ore”. Lo ha detto il  capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Finanze al  Senato, Elio Lannutti, secondo i quale ”questo e’ un Dpef  sbagliato, frutto di una politica economica errata e fraudolenta  nei confronti dei diritti e degli interessi dei cittadini, delle  piccole e medie imprese e delle famiglie, che invece di  stimolare i consumi affossa la domanda per elargire qualche  piccola prebenda in cambio di consenso. Un Governo ed un  Ministro dell’economia seri e responsabili – conclude Lannutti –  avrebbero invece avuto l’obbligo di ampliare le misure a  sostegno dei redditi dei soggetti piu’ deboli, per poter  rilanciare i consumi”. (ANSA).

STRAGI:MURA INTERROGA TREMONTI,INACCETTABILE BLOCCO PENSIONI (ANSA) – BOLOGNA, 29 LUG – ”Quanto denunciato dall’  Associazione dei parenti delle vittime del 2 Agosto e’ molto  grave. E’ semplicemente inaccettabile che questioni burocratiche  impediscano l’applicazione di una legge dello Stato, a maggior  ragione quando si tratta di una legge approvata unanimemente dal  Parlamento e che riconosce i diritti delle vittime del  terrorismo”. Lo dichiara l’on.Silvana Mura, coordinatrice  regionale dell’Italia dei Valori.    ”Mentre a Bologna – prosegue Mura – e’ in corso un serio  dibattito per valutare forme nuove per commemorare al meglio una  delle stragi terroristiche piu’ gravi e crudeli della storia d’  Italia e mantenere viva la memoria dell’orrore del terrorismo,  non vorremmo che ci siano enti pensionistici che fanno di tutto  per disperdere questa memoria con l’unico fine di fare cassa”.    Per fare luce su questa vicenda, Silvana Mura ha annunciato  la presentazione oggi stesso di un’interrogazione al ministro  Tremonti ”chiedendo quali misure intenda attuare il governo per  garantire il pieno rispetto della legge 206/2004”. (ANSA). 9462 4 pol gn00 156 ITA0462;

AFGHANISTAN: PEDICA (IDV), ARGOMENTO ANDAVA TRATTATO IN AULA =       DAREMO NOSTRO SOSTEGNO, MA I NOSTRI MILITARI SONO IN PERICOLO Roma, 29 lug. (Adnkronos) – “L’Italia dei Valori ha pronti  numerosi emendamenti sul provvedimento in esame perche’ vuole aprire  un dibattito serio sul nostro intervento militare in Afghanistan”. E’  quanto afferma il senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica, che  provocatoriamente siede tra le file del centrodestra nella riunione in corso delle commissioni riunite Difesa ed Esteri per l’esame del ddl  di proroga delle missioni internazionali.        “Dibattito – stigmatizza – che e’ stato mortificato dalla scelta della sede deliberante imposta dal presidente del Senato, nonostante  la contrarieta’ dell’IdV. Un argomento cosi’ importante meritava una  discussione approfondita nella sede naturale dell’Aula per evidenziare le contraddizioni interne al Governo e alla Maggioranza, ma  soprattutto per far comprendere al Paese come la nostra missione di  pace si sia modificata.        “Non intendiamo far mancare il sostegno finanziario e morale  alla missione, ma evidenziare il pericolo per i nostri militari. Dopo  le elezioni del 20 agosto – conclude Pedica – e’ necessario aprire una riflessione seria per valutare se non sia da perseguire una exit  strategy”.

SCUOLA: ZAZZERA (IDV), DA LEGA NUOVA QUESTIONE INACCETTABILE = (AGI) – Roma, 29 lug – ‘Ancora una volta la Lega con la sua cultura razzista, solleva una questione inaccettabile, che peraltro fa emergere una rottura interna al centrodestra’. Lo dichiara Pierfelice Zazzera, capogruppo IdV in commissione Cultura alla Camera. ‘La trovata dei test, pero’ – aggiunge Zazzera – rischia di distogliere l’attenzione dal punto fondamentale: la discussione sul disegno di legge Aprea sulla governance scolastica. E’ fondamentale che questo provvedimento non passi perche’, con la trasformazione degli istituti in fondazioni e delle strutture scolastiche in imprese, mina il diritto allo studio sancito dalla Costituzione’. Zazzera inoltre commenta ‘ Il pericolo del ddl e’ la formazione di classi di docenti dipendenti da chi li assume con la chiamata diretta. Tale meccanismo inoltre non consente di riscontrare la reale competenza degli insegnanti’. ‘L’Italia dei Valori – prosegue Zazzera – esprime un secco no al pacchetto scuola, che distrugge e non crea una vera Governance scolastica’. ‘Le istituzioni scolastiche pubbliche – conclude Zazzera – vanno riformate, ma non smantellandone le caratteristiche fondamentali previste dalla Costituzione, cosi’ come vuole questo Governo.'(AGI)

Sisma Abruzzo/ Delegazione Idv domani incontra aziende in crisi _Zipponi all’Aquila per ascoltare i lavoratori Roma, 29 lug. (Apcom) – Domani il responsabile Welfare e Lavoro dell`Italia dei Valori, Maurizio Zipponi, sarà a L`Aquila per incontrare i lavoratori delle aziende in crisi, a partire dalla Technolabs. Al centro dell`iniziativa, che si terrà alle ore 14 davanti allo stabilimento in località Boschetto, la difficile condizione economica e occupazionale che sta investendo il territorio e che è stata aggravata dal terremoto dell`aprile scorso. A seguire, l`incontro con il capogruppo dell`Italia dei Valori al Consiglio Regionale, Carlo Costantini, per valutare le iniziative da intraprendere, nell`immediato futuro, in risposta alla difficile condizione di crisi.  Red/Pol

30 luglio 2009 Posted by | 1 | , , | Lascia un commento

Focus idv del 28 luglio

CRISI: DL; DI PIETRO A PREMIER, NON RISPETTI CAPO STATO INACCETTABILE NORMA CONTRO CORTE DEI CONTI (ANSA) – ROMA, 28 LUG – ”A lei tutti i messaggi del Capo  dello Stato gli entrano da un orecchio e gli escono dall’altro.  Lei non rispetta il presidente della Repubblica”. A lanciare  l’accusa al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (”che  non c’e”’) e’ il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, il quale,  intervenendo nell’aula di Montecitorio, annuncia il no del suo  gruppo al decreto anticrisi.    Secondo Di Pietro, si tratta di un provvedimento ”imposto”,  che contiene molte lacune e norme che aiutano solo i piu’ ricchi  e ”le aziende di famiglia di Berlusconi”.    Di Pietro pero’ critica il testo soprattutto su un punto: le  norme pensate ”per impedire che la Corte dei Conti continui ad  esercitare i suoi controlli”.    ”Come si fa a sapere prima delle indagini se c’e’ colpa o  dolo?” chiede Di Pietro criticando la misura che vieta alla  magistratura contabile di indagare se non si e’ in presenza di  una sentenza definitiva o di una ‘colpa grave’.    ”Il fatto – dichiara in diretta tv rivolgendosi ai banchi  del Governo – e’ che  voi non volete controlli, ne’ quelli della  magistratura contabile ne’ quelli della magistratura  ordinaria”, e forse puntate a coprire i ‘soliti noti’ e anche  ”qualche azienda di famiglia…”.    Il decreto poi, per l’esponente dell’Idv, introduce nuovi  condoni, sostanziali amnistie, non prevede nulla per le piccole  imprese (”ma solo per quelle di famiglia”), non si prevedono  nuove risorse. ”sono sempre le stesse, infatti – commenta Di  Pietro  – che vengono spostate da una parte all’altra. Una volta  si dice che serviranno per coprire le spese dell’edilizia  pubblica, un’altra volta che aiuteranno l’edilizia privata. I  soldi pero’ sono sempre gli stessi che vengono usati quando  serve”. (ANSA).  

Dl manovra/ Di Pietro: Berlusconi ha metodi settari e piduisti _Governo usa sempre stesse risorse spostate da capitolo all’altro Roma, 28 lug. (Apcom) – “Esprimiamo tutta la nostra contrarietà a questo decreto che ci avete imposto e tutta la nostra avversione al modo di governare di Berlusconi. Un modo fatto di furbizie, scorciatorie, doppi pesi e gioco delle tre carte. Un modo settario e piduista”. Lo ha detto il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, nel corso delle dichiarazioni di voto finale in Aula alla Camera sul decreto manovra.  L’ex pm ha accusato il governo di “usare sempre le stesse risorse spostandole da un capitolo all’altro, utilizzandole come una partita di giro” e di aver “spostato i fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) ad altri obiettivi, cioè faranoiche opere pubbliche inutili, cassa integrazione, smaltimento dei rifiuti”.   Di Pietro ha sottolineato poi “lo scarso interese del governo Berlusconi per il Sud del paese. Emblematico è il caso della Sanità in Molise. A fronte di un buco finanziario del sistema sanitario, buco provocato dal presidente della regione Michele Iorio, il governo ne dichiara il dissesto e affida il settore a un commissario che individua nello stesso Iorio. Come affidare a un ladro la cassaforte della banca”.   Il decreto anticrisi, secondo il leader Idv, “è un provvedimento monco senza strategia, senza anima né volontà, non c’è svolta, non si risolve né il debito pubblico né l’evasione fiscale”. A questo proposito Di Pietro ha puntato il dito contro lo scudo fiscale: “Fate pagare i poveri per far guadagnare i disonesti. La politica dei condoni è l’unico strumento con cui affronta le crisi economiche, con la scusa che allo Stato servono soldi aiuta i criminali a lavare il denaro sporco. Lei, Berlusconi, sta facendo un’altra amnistia il tutto mentre lei e altri sono sotto processo per reati simili”.

DL ANTICRISI: DI PIETRO, NAPOLITANO AGISCA NON SOLO MESSAGGI = (AGI) – Roma, 28 lug. – Antonio Di Pietro, nella sua dichiarazione di voto in Aula sul dl anticrisi attacca nuovamente Berlusconi, sul fronte della tutela dei poteri della Corte dei Conti, e sollecita il Colle.     “Lei – dice il leader Idv al presidente del Consiglio – vuole sottomettere la Corte dei Conti ai suoi bisogni. Questo e’ contro la Costituzione e a noi di Idv non resta che appellarci ancora una volta al Presidente della Repubblica. Si’ al Presidente della Repubblica, affinche’ fermi questo scempio di legalita’ con un’azione forte e decisa e non solo piu’ con un messaggio perche’ a lei, presidente Berlusconi, i messaggi del Presidente della Repubblica entrano da un orecchio ed escono dall’altro”. (AGI)     

LODO MINISTRI:DI PIETRO,SU MATTEOLI ALTRO VERGOGNOSO MISFATTO (ANSA) – ROMA, 28 LUG – ”Quanto e’ accaduto stamattina nella  Giunta per le Autorizzazioni della Camera e’ il solito  vergognoso misfatto della casta che si erge al di sopra della  legge per farla franca”. Lo affermano Antonio Di Pietro,  presidente dell’Italia dei Valori, e Federico Palomba, deputato  dell’Idv, commentando il voto nei confronti del ministro Altero  Matteoli, a giudizio dal 2004 con l’accusa di favoreggiamento  nell’ambito di un’inchiesta per abusi edilizi sull’isola d’Elba.    ”Con un indecente colpo di mano – aggiungono Di Pietro e  Palomba – la Giunta per le autorizzazioni ha scippato alla  giustizia ordinaria e alle regole costituzionali un pezzo da  novanta della sua casta: il ministro Matteoli. Dal lodo Consolo,  additato dalla libera stampa e per questo bloccato, si e’  passati al piu’ comodo lodo Paniz, grazie agli schiaccianti  numeri della maggioranza. E’ la rivolta dei ministri che, avendo  concesso l’impunita’ a Berlusconi, si affrettano a garantirsi  anche la propria”.     ”Insomma, tra condoni e impunita’ – proseguono gli esponenti  dell’Idv – la casta si autoassolve mortificando e calpestando le  regole della democrazia. L’Italia dei Valori continua ad opporsi  a questa politica, avendo nel suo dna la richiesta di legalita’  e di etica. Se ci sono politici ladri, corruttori o che violano  la legge devono essere giudicati e condannati, come tutti i  cittadini, perche’ in uno Stato democratico non devono esistere  sacche di impunita”’.     ”Continueremo la nostra irriducibile battaglia in Aula e  nelle piazze – concludono Di Pietro e Palomba – denunciando  quest’ennesima vergogna”.(ANSA).

TWITTER, IN DUE SETTIMANE OLTRE 1000 SOSTENITORI PER DI PIETRO Grande successo su Twitter per il Presidente dell’Italia dei Valori, on. Antonio Di Pietro: in due settimane ha raggiunto quota 1050 utenti. Twitter è un servizio di social network e microblogging che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile, tramite messaggi di testo con una lunghezza massima di 140 caratteri. “In occasione del G8 ho deciso di aprire un profilo su Twitter – spiega il leader IdV –  per tenere aggiornati i miei sostenitori sugli eventi di quei giorni. In appena due settimane ho raccolto oltre un migliaio di follower. Ancora una volta il mio ringraziamento va agli utenti della Rete. Internet è uno strumento indispensabile soprattutto in questo Paese e in questo momento storico in cui la libertà d’informazione è fortemente minacciata. Ci batteremo affinché la Rete continui a rimanere libera”.

AFGHANISTAN: DONADI, DIRITTO MILITARI SOSTEGNO COESO GOVERNO (ANSA) – ROMA, 28 LUG – ”Mi pare che la questione non sia  affatto chiusa. La Lega ribadisce la sua posizione: e’ una cosa  gravissima”. Lo dice il presidente dei deputati dell’Italia dei  valori, Massimo Donadi, commentando il dibattito all’interno  della maggioranza sulla missione in Afghanistan.    ”La sicurezza dei soldati italiani e’ una cosa seria –  sottolinea Donadi – Ed e’ diritto dei militari avere un governo  italiano serio, coeso e compatto che li sostiene”.    Il capogruppo dell’Idv dice che il suo partito sosterra’ la  missione, i provvedimenti per il suo finanziamento e le misure  mirate alla sicurezza dei militari. Ma aggiunge: ”Chiediamo che  il governo si faccia da subito promotore di una verifica della  missione a livello internazionale. O ci sono le condizioni per  una missione di pace – rimarca – e allora bisogna portare a  termine il nostro impegno. O quelle condizioni non ci sono piu’  e allora bisogna considerare per il futuro una exit strategy”.    Dopo otto anni dall’inizio della missione, conclude Donadi,  ”e’ il momento di un bilancio e di decidere tutti insieme,  all’interno dell’Onu, come la missione possa evolvere e  riflettere su un’eventuale sua conclusione quando sara’ giunta a  compimento”.(ANSA). 

SUD: BELISARIO “GOVERNO E’ FERMO AGLI ANNUNCI” ROMA (ITALPRESS) – “Lo sviluppo del Mezzogiorno non e’ certamente tra le priorita’ del Governo. Le chiacchiere sono state tante ma non si e’ visto nemmeno un provvedimento”. Lo afferma il presidente del Gruppo IdV al Senato, Felice Belisario, che rincara: “Sul tavolo non c’e’ niente, nemmeno piu’ le risorse finanziarie, sottratte per altri scopi come e’ successo per il Fas, il fondo per le aree sottosviluppate”. Per Belisario “anche lo sbandierato  piano straordinario per il Sud, oltre che tardivo, sembra il classico rammendo peggiore dello strappo. Il Sud, infatti, non ha bisogno ne’ di Grandi opere, come il Ponte di Messina, ne’ di cattedrali nel deserto, quanto piuttosto di maggiori risorse per l’istruzione, per il miglioramento del sistema dei trasporti, per mettere in sicurezza scuole e ospedali e per la salvaguardia dell’ambiente. Al di la’ di fantasiosi partiti per il Sud, la politica del Governo di nascondere l’evidenza non poteva che portare all’ennesimo scontro all’interno della stessa maggioranza. Per ora questi sono i fatti, tutto il resto – conclude Belisario – e’ solo propaganda menzognera”. (ITALPRESS). 

ENERGIA. LI GOTTI (IDV): NON RINUNCIAMO A SOLARE TERMODINAMICO MAGGIORANZA VUOLE SCIPPARE FONDI, MA E’ FRUTTO RICERCA ITALIANA.  (DIRE) Roma, 28 lug. – “L’Italia non puo’ rinunciare a questa sfida. Per questo ci auguriamo che l’aula di Palazzo Madama accolga le nostre critiche e restituisca alla ricerca nel solare termodinamico i fondi che qualcuno della maggioranza le vuole scippare”. Cosi’ il senatore dell’Italia dei Valori, Luigi Li Gotti a proposito della discussione in Aula sulle mozioni riguardanti l’energia solare.     “Nella risoluzione presentata dal relatore di maggioranza, il presidente della Commissione Ambiente D’Ali’- spiega Li Gotti- e’ previsto che tutti i fondi, anche quelli per il solare termodinamico, siano invece destinati agli altri tipi di energia alternativa (fotovoltaico, eolico, biomasse e sfruttamento del mare)”. Questo “e’ un paradosso- continua il senatore Idv-  soprattutto considerando che la tecnologia del solare termodinamico, apprezzata in tutto il mondo, e’ frutto della ricerca italiana, di un progetto Enea guidato dal Premio Nobel Carlo Rubbia”.     L’orientamento del senatore D’Ali’ “e’ ancora piu’ strano pensando che la stessa Germania, appena una settimana fa, proprio qui in Senato nella sala del Refettorio di San Macuto ha presentato un progetto di cui e’ capofila per lo sviluppo del solare termodinamico in Algeria, Marocco e Tunisia”, rileva Li Gotti riferendosi al progetto Desertec. Insomma, sottolinea il sentaore Idv, “vengono a proporre il progetto di ricerca sul termodinamico a noi che lo abbiamo creato e che la maggioranza vuole rinnegare”.

DPEF: IDV, NESSUN CONTROLLO SU SPESA PUBBLICA E TAGLI A SCUOLA = (AGI) – Roma, 28 lug. – “I dati analitici comunicati nel Dpef dimostrano che il governo non e’ riuscito a mantenere la promessa di controllare la spesa pubblica, salvo per un ministero, proprio quello nel quale sarebbe stato il caso, semmai, di investire. A scuola, universita’ e ricerca sono venuti meno 2, 5 miliardi di euro. Questo a nostro parere e’ scandaloso ed e’ una dimostrazione in piu’ del fallimento totale della politica dell’esecutivo”. Lo dichiara in una nota Antonio Borghesi, vice capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera. (AGI)     

MAFIA: DE MAGISTRIS, ‘I SICILIANI’? CHI LOTTA E’ ABBANDONATO = (AGI) – Roma, 28 lug. – “A Claudio Fava e a tutti coloro che hanno lavorato per mantenere in vita il giornale ‘I Siciliani’, dopo l’uccisione del suo direttore Giuseppe Fava, non posso che esprimere la mia piu’ profonda vicinanza. Lo sforzo di proseguire l’attivita’ giornalistica e’ stato una scelta coraggiosa, una risposta decisa a ‘cosa nostra’, un non piegare la testa di fronte al sopruso e alla violenza della criminalita’ organizzata”. E’ l’eurodeputato Idv Luigi de Magistris a commentare cosi’ l’editoriale oggi sull’Unita’ di Claudio Fava.     “Un’operazione – prosegue – compiuta nell’isolamento, anche economico, che ha portato la cooperativa de ‘I Siciliani’ ad indebitarsi e infine a dover chiudere il giornale. A distanza di venticinque anni dallo sforzo civile e democratico dei ‘ragazzi di Pippo Fava’, lo Stato italiano cosa fa? Non premia il loro tentativo coraggioso, ma chiede la restituzione dei debiti contratti allora, arrivando a paventare l’ipotesi di sequestrare, in caso di insolvenza, i loro beni. Tradotto: pignora l’antimafia, offende la memoria delle vittime di ‘cosa nostra’, ferisce la storia passata gettando un cono d’ombra su quella presente. Quale messaggio puo’ infatti arrivare alle giovani generazioni di oggi se non – conclude – quello per cui, nel 1984 come nel 2009, chi lotta per la legalita’ viene abbandonato dallo Stato?”. (AGI)    Com  

MAFIA. ALFANO (IDV): ANCORA OGGI CI SONO POLITICI COLLUSI (DIRE) Roma, 28 lug. – “Oggi come ieri le mafie sono forti, inquinano la vita democratica e fanno affari perche’ oggi come ieri colludono con settori dell’economia, del mondo delle professioni, delle istituzioni e della politica”. Lo afferma l’eurodeputata dell’Idv Sonia Alfano, ricordando la figura di Beppe Montana, commissario della squadra mobile di Palermo assassinato il 28 luglio 1985 a Porticello, a pochi chilometri da Palermo.    Per Alfano “oggi come ieri c’e’ chi e’ schierato in prima linea con le parole e con i fatti per recidere questo nodo e chi invece preferisce defilarsi, minimizzare o, peggio ancora, coltivare inconfessabili alleanze con le organizzazioni criminali”.   

ATITECH:ZIPPONI (IDV),GOVERNO RISPETTI IMPEGNI E TUTELI LAVORO = (AGI) – Roma, 28 lug. – “La protesta da parte dei lavoratori della Atitech di Napoli, che non hanno ancora ricevuto lo stipendio del mese di luglio e che vedono minacciato il loro posto di lavoro, e’ la conferma di quanto denunciato, fin dall’inizio, dall’Italia dei Valori in merito alla vicenda della Alitalia”. Lo afferma in una nota il responsabile Lavoro e Welfare dell’Italia dei Valori, Maurizio Zipponi. “Da mesi – continua Zipponi – abbiamo lanciato l’allarme sul rischio che si potesse disperdere un importante patrimonio professionale anche nel settore della manutenzione e dell’assistenza: oggi questo rischio sta diventando realta’. Sono circa 700 i dipendenti del sito di Capodichino che vivono la cassa integrazione a rotazione e per cui si profila il dramma di perdere il proprio posto, senza vedersi retribuito l’ultimo mese di lavoro. E’ importante – conclude Zipponi – che il Governo e le istituzioni locali, insieme al commissario straordinario Alitalia Augusto Fantozzi, garantiscano il pagamento dei salari, la continuita’ produttiva del sito campano e definiscano il nuovo asset industriale, tenendo fede agli obiettivi di stabilita’ occupazionale indicati dalle intese di Palazzo Chigi, come richiedono giustamente lavoratori e sindacati. Il tempo stringe, infatti. Entro il 30 luglio, se non ci saranno novita’ sul futuro assetto societario, l’Atitech potrebbe andare incontro al fallimento”. (AGI)  

28 luglio 2009 Posted by | 1 | , , | Lascia un commento

Focud idv del 27 luglio 09


AFGHANISTAN: DI PIETRO, CONTRARI A NUOVA FASE DELLA MISSIONE (ANSA) – ROMA, 27 LUG –  ”Meglio tardi che mai”. Cosi’ il  leader dell’Idv Antonio Di Pietro risponde alle polemiche  innescate dai ministri leghisti di rivedere gli obiettivi della  missione italiana in Afghanistan.     ”Siamo contrari al passaggio da una fase di difesa della  popolazione – prosegue – ad una fase di guerra guerreggiata e  pertanto abbiamo convocato i gruppi dell’Idv alla Camera e al  Senato per dare una risposta univoca sulla missione”.    ”Noi dell’Idv – rilancia l’ex pm – siamo da sempre contrari  alle guerre” soprattutto quando ”le buone intenzioni si sono  infrante”.        Se c’e’ in corso una guerra, pero’, ”non si puo’ andare li’  con i garofani, ma armati di tutto dente”, conclude Di Pietro  facendo una sorta di crasi tra ‘armati di tutto punto’ e ‘armati  fino ai denti’. (ANSA).

AFGHANISTAN: DI PIETRO, SIAMO LI’ PER RECUPERO FACCIA LEADER = (AGI) – Roma, 27 lug. – “La verita’ e’ che abbiamo un leader debole in un momento storico dove si stanno ridisegnando gli equilibri internazionali e che, pur di entrare nella stanza dei bottoni, e’ disposto a mettere sul piatto la pelle dei nostri soldati per una manciata di sabbia e la scusa del ‘rispetto dei patti'”. Ecco la missione militare in Afghanistan vista da Antonio Di Pietro che, dal suo blog, garantisce: “Non lasceremo soli del consenso politico i nostri ragazzi in missione in Afghanistan, questo e’ certo. Non mi piace pero’ pensarli come forze di guerra e non di pace”.     Il leader Idv parla di “guerra in Afghanistan” come di “una bufala bushiana” e rileva che “ci costa 28 milioni di euro al giorno, ai quali si aggiungono, dopo l’approvazione di nuovi stanziamenti, altri 147 milioni per il 2009”, il tutto mentre “le social card sono scoperte, requisiamo i conti dormienti di emigrati all’estero e defunti, facciamo il condono ai mafiosi e agli evasori pur di raccattare gli spiccioli e non finire alla canna del gas, ma il governo pontifica guerre nel deserto”.     “Non sono pacifista a tutti i costi, ma sono convinto che la pace in Afghanistan non la si potra’ raggiunge incrementando ed incentivando l’azione militare”, spiega ancora Di Pietro domandando se “siamo li’ solo per recuperare la faccia di Silvio Berlusconi, che dopo i suoi porno-party, pur di sedere al tavolo dei big ha dovuto lasciare sul piatto la contropartita Afghanistan?”. (AGI)   

SUD: DI PIETRO, SOLDI SPERPERATI PER AIUTARE I ‘FURBETTI’ (ANSA) – ROMA, 27 LUG –  ”Condividiamo preoccupazioni di  tutti quelli che chiedono attenzione per i problemi del Sud, ma  non guardiamo ad altri partiti perche’ su questi temi l’Idv si  batte da sempre”. Lo dice il leader dell’Italia dei Valori  Antonio Di Pietro, inserendosi nella polemica, interna alla  maggioranza, sulle politiche per il Sud e sulla formazioni di un  Partito per il Sud.    ”Come al solito questo governo fa i contenitori con le  sigle, ma di contenuti neanche l’ombra. Nel frattempo – conclude  Di Pietro – i fondi per il sud sono stati sperperati per aiutare  i ‘furbetti del quartierino’ e oggi sono spariti”.(ANSA).   

CRISI: DL; DI PIETRO, LOGICA DEI CONDONI LEGITTIMA FURBASTRI (ANSA) – ROMA, 27 LUG – ”L’eterno ritorno alla logica dei  condoni favorisce e legittima il furbastro di turno che ruba sul  Fisco”. E’ uno dei motivi che il leader dell’Idv Antonio Di  Pietro indica per contestare il decreto anti-crisi che domani  verra’ votato alla Camera.     L’altra ragione, secondo Di Pietro, riguarda il sistema dei  controlli ”che vieta alla Corte dei Conti di fare accertamenti  su quei pubblici funzionari che sperperano denaro pubblico e a  volte se lo fregano pure”.    ”Abbiamo presentato una sfilza di odg – conclude – ma il  Governo se ne frega totalmente tant’e’ che non c’e’ nessuno ad  ascoltarli”.(ANSA).

NAPOLITANO. PER DI PIETRO GOVERNO SNOBBA LE ‘RACCOMANDAZIONI’ (DIRE) Roma, 27 lug. – Al governo e alla maggioranza di centrodestra non interessano ordini del giorno e raccomandazioni: “E’ un po’ il contentino del giorno dopo- dice Antonio Di Pietro, leader dell’IdV interpellato a Montecitorio-  come quando ricevuta la letterina del capo dello Stato sulla legge per la sicurezza, hanno detto che ne tenevano conto… Si e’ visto, ne hanno tenuto cosi’ conto che l’altro giorno c’e’ stato lo scontro tra opposte fazioni che, in nome delle guardie armate in difesa dei cittadini, si sono fatti male tra di loro”. 

MAFIA: DI PIETRO, ISTITUZIONI RISPONDANO NEL MERITO =  (ASCA) – Roma, 27 lug – ”Invece di continuare a criticare l’Italia dei Valori, come fa anche oggi l’onorevole Franceschini, ci aspettiamo che le istituzioni rispondano nel merito rispetto a fatti drammatici e delicati che devono essere chiariti. Mi riferisco ai possibili rapporti di politici e funzionari di Stato con esponenti della mafia, di cui si sta occupando la magistratura. Il mio collega de Magistris ha posto oggi un problema serio riguardo al ruolo del ministero degli Interni all’epoca diretto dall’attuale vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino. Aspettiamo serenamente l’esito del lavoro dei magistrati. Ci auguriamo che la politica non interferisca ne’ tenti di fermare le indagini e auspichiamo che l’onorevole Mancino, per il quale nutriamo rispetto, risponda nelle sedi opportune nel merito, piuttosto che affidarsi a improvvisati difensori d’ufficio come l’onorevole Franceschini”. Lo afferma in una nota Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori.

SICUREZZA: BELISARIO, SCONTRI RONDE FOMENTATI DA GOVERNO = (AGI) – Roma, 27 lug. – ‘Il capolavoro del Governo di affidare prerogative tipiche delle forze dell’ordine a comuni cittadini non preparati e privi di professionalita’ ha generato i primi risultati: violenti scontri che ricordano tanto il clima politico degli anni ’70. Inquietante, inoltre, che un gruppo di estrema destra usi come acronimo ‘sss’, che ricorda cosi’ da vicino il nazismo’. E’ il commento del Presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario sugli incidenti di ieri a Massa fra i dimostranti del Carc e i militanti di destra. ‘Il Governo – prosegue Belisario – blocchi immediatamente questo provvedimento, restituisca piuttosto le risorse che ha tolto in Finanziaria alle Forze dell’Ordine e realizzi nell’immediato politiche serie volte alla prevenzione e repressione dei reati e alla certezza della pena. Solo cosi’ – conclude Belisario – sara’ possibile sbarrare le porte all’estremismo e alla violenza di qualsiasi segno politico’.

NAPOLITANO: DE MAGISTRIS, IDV NON SI FARA’ INTIMIDIRE (ANSA) – ROMA, 27 LUG – ”Quando in gioco c’e’ la  salvaguardia della Costituzione, andremo avanti per la nostra  strada e non ci faremo intimidire da nessuno, neanche dal  presidente della Repubblica”. Lo afferma l’europarlamentare  dell’Idv Luigi De Magistris durante la sua intervista al  programma web ‘Klauscondicio’.    ”Noi pensiamo che la politica debba avere una svolta  complessiva – aggiunge – e la svolta deve essere una difesa  senza ‘se’ e senza ‘ma’ della Costituzione repubblicana. Credo  che l’IDV sia stata in prima linea per la difesa della  Costituzione rispetto ad altri. Siamo molto perplessi su alcuni  passaggi che ci sono stati in questi anni e mi riferisco anche a  questioni che hanno riguardato l’indipendenza della  magistratura, mi riferisco al lodo Alfano, mi riferisco alla  legge sulla sicurezza, la legge sull’immigrazione che noi  abbiamo portato in Europa (ecco perche’ l’Europa e’ importante)  per farne comprendere la deriva xenofoba”.     ”Queste leggi – conclude – sono state firmate dal presidente  della Repubblica, non sono state rimandate indietro, non ci sono  stati sostanzialmente messaggi e poi, ripeto, mi preoccupa  quello che sta avvenendo riguardo all’indipendenza e  all’autonomia della magistratura”.(ANSA).       

MAFIA: DE MAGISTRIS, INQUIETANTE AMBIGUITA’MANCINO,CSM CAMBI (ANSA) – ROMA, 27 LUG – ”Trovo che l’atteggiamento di  Mancino in merito a una delle pagine piu’ buie della storia  della Repubblica sia stato inquietante. Il suo atteggiamento e’  molto ambiguo”. Lo dichiara Luigi De Magistris, eurodeputato  dell’Idv, intervistato a Klauscondicio su You Tube.    ”Leggo che persone delle istituzioni ritrovano la memoria su  certi fatti dopo 17 anni, mi sembra un fatto inaccettabile se  sono vere le indiscrezioni apparse sulla stampa. La’ c’e’  qualcosa di molto torbido – aggiunge – non sono omicidi di  mafia, ma politici nel vero senso del termine, cioe’ dovevano  avere un effetto politico”. Secondo l’ex magistrato, infatti:  ”E’ impensabile che si possa attribuire questi omicidi solo a  Riina e Provenzano”.     ”Ma c’e’ molto altro – aggiunge De Magistris – ed e’  qualcosa che sta segnando ancora oggi il nostro Paese, cioe’ la  penetrazione della mafia nelle istituzioni. In questo ambito si  inserisce il discorso della cosiddetta trattativa”.    ”Un vicepresidente del Csm – continua – deve chiarire in  modo piu’ efficace quello che e’ accaduto in quelle ore, un vice  presidente che ha contribuito a fermare inchieste molto  importanti proprio nella direzione dei rapporti tra mafia e  politica e che lascia interdetto per il suo ricordare a giorni  alterni”.    ”A Mancino – conclude l’eurodeputato – dobbiamo la scrittura  di alcune tra le pagine piu’ buie della storia del Csm. Mi  auguro che quanto prima il CSM venga rinnovato. Francamente ho  poca fiducia.. Parlo da cittadino e ribadisco: non ho alcuna  fiducia”.(ANSA).       BSA        

MAFIA: DE MAGISTRIS, MICCICHE’? PERSONA INFORMATA SUI FATTI PARTITO DEL SUD E’ UNA SEMPLICE ALCHIMIA DELLA VECCHIA POLITICA (ANSA) – ROMA, 27 LUG – ”Micciche’ dice che la mafia al sud  e’ marginale? Evidentemente e’ una persona informata sui  fatti…”. Lo afferma l’eurodeputato dell’Idv Luigi De  Magistris intervenendo al programma web ‘Klauscodicio’    ”Insomma, dalle mie indagini – prosegue parlando dei  rapporti tra mafia e politica – ho appurato quanto sia alto  invece il livello di penetrazione del malaffare nella politica a  sud, ma non solo”.    De Magistris boccia quindi l’idea del ‘Partito del Sud’ che  si sta affermando nel centrodestra: ”Del partito del sud –  avverte l’ex Pm – do un giudizio negativo. E’ una pallida  imitazione della Lega, un tentativo di scimmiottamento di quello  che e’ stato un successo oggettivo al nord. Ma, mentre la Lega  e’ nata con una forte base sociale, questa e’ una semplice  alchimia messa a punto per conservare poltrone, realizzata dalla  vecchia politica. Si risolvera’ in un’ammucchiata nella quale  probabilmente confluiranno esponenti del centro destra e del  centro sinistra, comunque molto lontani da noi”.    E alla domanda su cosa pensi di coloro che sostengono che la  mafia possa essere il substrato di certi movimenti politici al  sud, De Magistris risponde: ”Non escludo nulla. Anche se non ho  elementi, ci sono importanti indagini della magistratura e  sarebbe prematuro dare giudizi. Del resto, anche il modo in cui  le mie indagini sono state compiute, dimostra come sia difficile  fare luce su certe cose. Ora sara’ bene vigilare affinche’ cio’  che e’ accaduto a me non si ripeta”.(ANSA).       

UE:PE;DE MAGISTRIS,EURODEPUTATI FURBETTI?ITALIANI PRIMA FILA NOSTRO PAESE AI PRIMI POSTI PER TRUFFE GESTIONE FONDI EUROPEI (ANSA) – ROMA, 27 LUG – L’Italia e’ ai primi posti per le  truffe che riguarderebbero anche la gestione dei fondi del  Parlamento di Bruxelles. A denunciarlo e’ l’eurodeputato  dell’Idv e presidente della Commissione di Controllo del  Bilancio della Ue, Luigi De Magistris, intervenendo alla  trasmissione ‘Klauscodicio’ su ‘youtube’.    ”I vincoli dettati per la gestione economica delle  commissioni sono molto rigidi – racconta l’ex Pm – anche perche’  l’UE ha scoperto che negli ultimi anni c’erano parlamentari  furbetti, con gli italiani ovviamente in prima fila, che, invece  di usare i soldi delle commissioni per le attivita’ di loro  pertinenza, intascavano somme di denaro”.     Parlando dei compiti della commissione che sta presiedendo,  De Magistris ricorda che questa ”potra’ intervenire anche nei  confronti di finanziamenti che sono gia’ stati erogati, quindi  anche retroattivamente”. ”Abbiamo la facolta’ di farlo –  conferma – e annuncio che andremo a verificare immediatamente  come siano stati impiegati i fondi europei contenuti nei bilanci  del Parlamento e se ci siano stati trasparenza e rispetto della  legalita’, non solo in Italia, ma in tutta Europa”.    Sul triste primato dell’Italia sul fronte delle truffe, De  Magistris spiega di non poter anticipare nulla ”per ovvi motivi  di riservatezza”. ”Posso solo dire – avverte – che le  verifiche verranno fatte a 360 gradi e che, ovviamente, l’Italia  sara’ coinvolta in questo controllo perche’ purtroppo il nostro  Paese, come e’ ben noto, detiene un livello molto alto di truffe  perpetrate ai danni dell’Ue. La mia presidenza vuole  rappresentare un segnale molto forte della necessita’ di  cambiare”.     Ma se le indagini saranno severe, ci saranno anche  riconoscimenti per le regioni piu’ virtuose: ”Verranno  valorizzate quelle che hanno fatto un buon uso dei fondi  europei. Ritengo giusto che si dia atto all’Italia anche per  quanto di positivo ha fatto finora”.    ”Tranne alcuni parlamentari che hanno lavorato bene –  sottolinea De Magistris – le delegazioni italiane passate non  hanno certo brillato per la loro attivita’ in seno all’UE. Ora  le cose sono nettamente migliorate. Alcune iniziative congiunte  come la lotta alle mafie hanno mobilitato non solo parlamentari  dell’IDV, ma anche esponenti del Pd e sono state molto  apprezzate in Europa”.(ANSA).   

PALERMO: ALFANO (IDV), RAID A SCUOLA ‘FALCONE’ SEGNALE DA NON SOTTOVALUTARE = Palermo, 27 lug. (Adnkronos) – “Un segnale inquietante che non  va affatto sottovalutato perche’ chi colpisce una scuola come la  ‘Giovanni Falcone’ vuole in verita’ colpire la speranza di cambiamento di un territorio, la sua voglia di futuro”. Lo afferma l’eurodeputato  dell’IdV Sonia Alfano, che aggiunge: “Mi auguro che le Istituzioni  reagiscano concretamente e visibilmente per far capire a chi non  apprezza il prezioso lavoro svolto dagli operatori e dagli insegnanti  della Falcone che indietro non si torna”.        Alfanoconclude augurandosi che “autori e mandanti di tali atti  vengano presto individuati ed assicurati alla giustizia”. Due  settimane fa, lo scorso 13 luglio, ignoti avevano fatto irruzione nei  locali dell’istituto comprensivo “Giovanni Falcone”, allo Zen di  Palermo, dando fuoco fuoco ad alcune suppellettili accatastate in tre  aule e danneggiando anche gli infissi. “Adesso -sottolinea Alfano-  quelli che sembrano non essere semplici vandali hanno alzato il tiro e devastato la palestra e rubato gli attrezzi”.  

MEZZOGIORNO, MESSINA (IDV): VINCOLARE SOMME E CREARE NUOVA CLASSE DIRIGENTE (9Colonne) Roma, 27 lug – “Il Sud è stanco di belle parole. Le promesse provenienti dal governo lasciano il tempo che trovano, sarebbe necessario, invece, iniziare ad agire, ma non dando al Mezzogiorno i fondi provenienti da mafia e camorra, ripuliti attraverso lo scudo fiscale, così come l’esecutivo intenderebbe fare. Per far risollevare una zona nella realtà dimenticata e di fatto abbandonata dall’attuale governo, è indispensabile, inoltre, non ripetere gli errori del passato. Noi diciamo sì a risorse per il Mezzogiorno, ma no ad affidarle a chi in passato ha solo sperperato. Suggeriamo, dunque, di vincolare le somme e creare una nuova classe dirigente”. Lo dichiara Ignazio Messina, capogruppo Idv in Commissione finanze alla Camera. (Roc)       

ALITALIA, FORMISANO (IDV): GOVERNO SALVI ATITECH E 700 POSTI DI LAVORO (9Colonne) Roma, 27 lug – “Esprimiamo la nostra solidarietà e il nostro pieno appoggio ai lavoratori della Atitech per la delicata situazione in cui si trova l’azienda. L’Italia dei valori ha già incontrato due volte i lavoratori e continuerà a sostenere le loro battaglia affinché il governo mantenga gli impegni presi con la società che oggi rischia di chiudere. Ci attiveremo perché l’esecutivo intervenga celermente per salvaguardare il posto di lavoro di 700 persone”. Lo afferma Aniello Formisano, deputato Idv.

CLIMA, BRUTTI (IDV): BENE OBAMA, SENZA COOPERAZIONE USA-CINA SFIDA NON SI VINCE (9Colonne) Roma, 27 lug – “A nessun osservatore può sfuggire la straordinaria importanza che riveste la cooperazione fra due super potenze economiche mondiali come Cina e Usa. L’apertura di oggi da parte del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nei confronti di Pechino, è un fatto assolutamente positivo. Senza la collaborazione fra Usa e Cina, infatti, la sfida della trasformazione energetica e quella del cambiamento climatico non possono essere affrontate e vinte”. Lo afferma in una nota Paolo Brutti, responsabile del Dipartimento ambiente, territorio e infrastrutture dell’Italia dei valori. “L’insistenza di Obama nell’indicare la strada delle energie rinnovabili e del superamento della dipendenza dal petrolio, che deve essere intrapresa da entrambe le super potenze, in Italia sembra una prospettiva lunare. Il governo Berlusconi, infatti, ha preferito l’opzione del nucleare: una scelta vecchia, costosa, inutile e pericolosa. Nessun Paese europeo si avvia in questa direzione: anche la Francia, con il piano Sarkozy, ha deciso per l’investimento nell’energia solare, mentre il nostro Esecutivo, dalla stessa Francia, si è impegnato ad acquistare una tecnologia nucleare obsoleta”. (Ro

27 luglio 2009 Posted by | 1 | , , | Lascia un commento

Focus idv del 24 luglio 09


DL ANTICRISI: DI PIETRO, SPERO CAPO STATO NON SIA INDIFFERENTE = (AGI) – Roma, 24 lug. – “Quando hai davanti professionisti della truffa e sei onesto non puoi sederti al tavolo da gioco perche’ sarai fregato. Mi sto rivolgendo al Capo dello Stato perche’ questa maggioranza ha gia’ fatto capire che delle regole della democrazia e del Parlamento, se ne frega altamente”. Nuovo ‘appello’ di Antonio Di Pietro al Colle, stavolta per la fiducia che si vota oggi alla Camera sul maxiemendamento al dl anticrisi.     “Pensare di fermare un manipolo di incoscienti in un’aula parlamentare oggi – prosegue dal suo blog il leader Idv – significa mancare di senso politico e della realta’. Se la decisione dipendesse dalla maggioranza, il Parlamento sarebbe sciolto domani, sostituito da un collegio di servi al servizio del Re”.     “Appellarsi al Capo dello Stato – ribadisce – significa tentare l’ultima chance per fermare lo sciagurato operato di questo manipolo, nella speranza, ovviamente, che il Capo dello Stato non resti indifferente”.     Di Pietro liquida la misura all’esame di Montecitorio come “il condono per mafia, camorra e famiglie straricche d’Italia che hanno evaso miliardi e miliardi depositandoli tra Svizzera, Kaiman e Lussemburgo”. E per chi si richiama al modello Usa dicendo che “anche Obama lo ha fatto” la rispsta e’ un secco “la manovra di Obama e’ un ‘ultimatum’, quella di Berlusconi e’ la truffa di chi da una parte deve incassare qualche spicciolo perche’ le casse dello Stato sono alla canna del gas, dall’altra deve far rientrare soldi sporchi”. (AGI)    Bal 241542 LUG 09

CRISI: DL; IDV, NO A TESTO CHE INGRASSA ITALIA GRASSA (ANSA) – ROMA, 24 LUG – ”Oggi noi abbiamo due Italie: da una  parte quella che lavora e soffre, e dall’altra parte quella  grassa e che si ingrassa a spese della prima”. Lo ha detto  nell’Aula della Camera Renato Cambursano dell’Idv nella  dichiarazione di voto sulla fiducia posta al dl anticrisi  annunciando il no dei dipietristi.     ”Questo decreto ingrassa l’Italia grassa – spiega – con lo  scudo fiscale e con lo scandalo delle sanatorie. Non voteremo  mai questo testo, e non voteremo questa fiducia”. (ANSA).

CDM:DI PIETRO,EVERSIVO DENUNCIARE QUESTIONE O SILENZI GOVERNO? = (AGI) – Roma, 24 lug – “L’Italia dei Valori continua a chiedere a gran voce al Governo di sciogliere il Comune di Fondi per infiltrazioni mafiose. Lo abbiamo chiesto con diverse interrogazioni, ma dall’Esecutivo l’unica risposta e’ stata il silenzio. La situazione di Fondi e’ gravissima, segnata da un immobilismo che mette a rischio la sicurezza dei cittadini: il 6 luglio sono state arrestate 17 persone, tra le quali molti esponenti dell’amministrazione municipale, e il Prefetto ha chiesto, in piu’ occasioni e nelle sedi preposte, l’immediato scioglimento del Comune. Con la mafia non si scherza, ne’ si puo’ convivere e, per questo, l’Italia dei Valori, che ha nel suo dna il contrasto alla malavita, chiede con tutte le forze l’attenzione delle istituzioni al problema. Noi siamo una forza democratica, talmente democratica che su una questione cosi’ importante e dirimente non accettiamo il silenzio delle istituzioni ne’ le censure. E’ piu’ eversivo denunciare la questione o il silenzio del Governo e i suoi mancati provvedimenti sui comprovati rapporti del Comune di Fondi con le organizzazioni criminali? Noi stiamo dalla parte dei cittadini, a difesa degli onesti, perche’ il silenzio rischia di diventare connivenza. Il senatore Pedica ha portato oggi la testimonianza delle nostre battaglie per la democrazia in una realta’ dimenticata, su cui da tanti mesi e’ calato il silenzio delle istituzioni e dell’informazione”. Lo afferma Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, commentando il blitz del senatore Pedica durante la conferenza del Ministro Gelmini.(AGI)

GOVERNO: PEDICA (IDV) INTERROMPE CONFERENZA STAMPA GELMINI (ANSA) – ROMA, 24 LUG – Interrotta la conferenza stampa del  ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, al termine del  cdm a Palazzo Chigi. Stefano Pedica, senatore  dell’Idv, si e’ presentato in sala stampa chiedendo spiegazioni  al ministro sul mancato  scioglimento del comune di Fondi, in  provincia di Latina, per infiltrazioni  mafiose.    La Gelmini ha tentato di riprendere la conferenza ma, dopo un ulteriore interruzione, ha abbandonato la sala stampa. Pedica ha citato ”una relazione di  500 cartelle” del prefetto competente, sottolineando come ”vi  siano collusioni tra la criminalita’ organizzata e funzionari  comunali anche eletti”.     Il ministro dell’Interno, secondo Pedica, ”quattro mesi si  e’ dichiarato d’accordo sullo scioglimento” del consiglio  comunale di Fondi, ” ma per quattro mesi il consiglio dei  ministri non e’ mai intervenuto. Io chiedo – ha aggiunto-  perche’ non e’ stato sciolto nonostante vi siano stati 17  arresti”.  ”E’ una cosa vergognosa – ha proseguito – evidentemente c’e’  qualcuno che non vuole sciogliere il comune e che vuole tutelare persone colluse con la ‘ndrangheta”.    La Gelmini ha lasciato parlare il senatore dell’Idv, in  attesa di riprendere la conferenza. Nuovamente incalzata da  Pedica che gli chiedeva quale fosse la sua posizione sul mancato scioglimento, il ministro ha detto: ”Il presidente del  consiglio e il ministro Maroni hanno ritenuto necessario un  ulteriore approfondimento” prima di pronunciarsi sullo  scioglimento.    Pedica non ha desistito e ha chiesto al ministro di  esprimersi personalmente, ”cosa che faro’ per tutti i  ministri”. Dura le replica della Gelmini: ”Esprimero’ il mio  parere in consiglio dei ministri- ha detto – Lei non e’ ne’ un  pubblico ministero ne’ un magistrato, ma un semplice  parlamentare. Non sono tenuta a rispondere”.     La conferenza e’ stata cosi’ trasferita presso la sala verde  di Palazzo Chigi, mentre il senatore dell’Italia dei Valori ha  ”occupato” la sala stampa, dove sono state spente le luci.  ”Ci oscurano – ha detto Pedica – ci tolgono la voce in  Parlamento e in televisione. Noi siamo come in Iran, dobbiamo  parlare anche se oscurati, dobbiamo fare come Moussavi”

CDM: PEDICA (IDV), DA FUNZIONARI P.CHIGI VIOLAZIONE DIRITTI UMANI =  (ASCA) – Roma, 24 lug -”Il ministro dell’Interno non mi ha ancora dato una risposta sullo scioglimento del comune di Fondi. Continuo l’occupazione della sala stampa di Palazzo Chigi nonostante i funzionari abbiano spento le luci e l’aria condizionata e chiuso i bagni impedendone l’accesso a me e ai miei collaboratori. Considero questa una violazione dei diritti umani. Un atto vergognoso”. Lo scrive Stefano Pedica (Idv) in una nota.     Per il senatore, intervenuto stamane alla conferenza stampa del governo per sapere se il comune di Fondi fosse o meno stato commissariato, ”le due righe di chiusura del comunicato stampa del consiglio dei ministri di oggi, probabilmente aggiunte dopo la mia protesta, in cui viene sottolineato che la decisione verra’ presa al prossimo Cdm, lascia del tutto insoddisfatto me e l’Italia dei Valori, visto che il ministro Maroni ha in mano tutti gli elementi fin dal febbraio scorso. Siamo gia’ in ritardo. I cittadini onesti di Fondi pero’ stiano tranquilli. Al prossimo Cdm saro’ di nuovo in prima fila a chiedere conto. Vengo tacciato di squadrismo e la stessa ministra Gelmini mi ha accusato di non essere democratico. Io mi chiedo se sia piu’ democratico protestare o tenere in piedi un comune amministrato da mafiosi. La lotta alla criminalita’ organizzata per me non ha colore politico, evidentemente per il nostro governo si”’.

GOVERNO-IDV: PEDICA, LASCIO P.CHIGI MA TORNO A PROSSIMO CDM (ANSA) – 24 LUGLIO – Dopo oltre quattro ore, Stefano Pedica,  senatore dell’Idv, lascia la sala stampa di palazzo Chigi che  aveva ‘occupato’ in segno di protesta contro il mancato  scioglimento da parte del Consiglio dei ministri, del Consiglio  comunale di Fondi, in provincia di Latina, per infiltrazione  mafiosa.    ”Le due righe in fondo al comunicato di Palazzo Chigi –  afferma Pedica – in mancanza di altre risposte, non mi  soddisfano, ma lo considero un impegno. Lascio la sala stampa  per rispetto dei lavoratori non per altri motivi. Ma al prossimo  Consiglio dei ministri – sottolinea – saro’ di nuovo a Palazzo  Chigi a chiedere se questo governo ha finalmente fatto il suo  dovere”.    ”Quanto successo oggi e’ vergognoso. Non dovremmo mai essere  costretti a gesti del genere se chi ci governa facesse il  proprio dovere. Invece evidentemente – conclude Pedica – ci sono  poteri forti che tengono in scacco l’esecutivo e gli impediscono  di agire per la legalita”’.(ANSA).

GOVERNO. BELISARIO: VERGOGNA, IGNORANO COSA SIA DEMOCRAZIA (DIRE) Roma, 24 lug. – “Governo e maggioranza si scatenano contro il senatore Pedica reo, a loro parere, di aver mancato di rispetto alla democrazia. Questi signori ignorano cosa sia la democrazia”. Cosi’ il presidente dei senatori dell’Idv, Felice Belisario, che aggiunge: “Mentre si apprestano a portare a casa l’ennesimo provvedimento, il dl anticrisi, in violazione dei piu’ elementari principi della Costituzione, e con l’ennesimo voto di fiducia, cercano di distogliere l’attenzione sulle loro manchevolezze attaccando chi invece si occupa dei problemi reali del territorio come il senatore Pedica”.     Per Belisario “il governo deve vergognarsi: esistono faldoni interi che testimoniano delle implicazioni mafiose nel comune di Fondi e il ministro Maroni ne e’ a conoscenza da mesi. Nel confermare la mia piena solidarieta’ e forte sostegno al senatore Pedica e ai suoi collaboratori, a cui e’ stato addirittura impedito di andare in bagno, chiedo anch’io ad alta voce, che il comune di Fondi sia immediatamente commissariato”.

MAFIA: DE MAGISTRIS, EVERSIVO CHIEDERE SCIOGLIMENTO COMUNE INFILTRATO? =  (ASCA) – Roma, 24 lug – ”Sentire esponenti, noti e meno noti, della maggioranza di Governo utilizzare sostantivi come squadrismo, eversione, escalation di arroganza e’ inaccettabile. Squadrista, eversore, arrogante sarebbe quella forza politica che si batte da tempo, come appunto l’Italia dei Valori, per lo scioglimento di un comune dalla comprovata infiltrazione mafiosa? Sarebbe quella forza politica che chiede al ministro dell’Interno Maroni e al Consiglio dei ministri, che solo ne ha facolta’, di procedere allo scioglimento dell’amministrazione di Fondi, dando seguito a quanto richiesto dallo stesso Prefetto, Bruno Frattasi?”.     A chiederselo e’ l’eurodeputato dell’Italia dei Valori, Luigi de Magistris, il quale aggiunge: ”L’antimafia non puo’ e non deve essere un mantra vuoto, un’attivita’ di sola denuncia a parole, incapace di azioni politiche conseguenti. Sul terreno di queste azioni, infatti, si gioca la credibilita’ dello Stato davanti ai cittadini e alle cittadine oneste, il rispetto della memoria delle vittime della mafia, il senso della stessa democrazia”.

Governo/ Pardi (Idv): Pedica ha fatto bene, esecutivo si vergogni _Su Fondi Maroni non ha il coraggio di sfidare la sua maggioranza Roma, 24 lug. (Apcom) – “Tenere in piedi un’amministrazione comunale collusa con la mafia è un’operazione di cui il nostro governo deve vergognarsi. Bene ha fatto il senatore Pedica a sollevare il caso”. Per il senatore dell’Italia dei Valori, Pancho Pardi, “se per dire ai cittadini come stanno le cose si è costretti a gesti eclatanti, questi ben vengano”.     “Il ministro Maroni – aggiunge l’esponente Idv – parla tanto di successi nella lotta alla mafia ma non ha il coraggio di sfidare la sua maggioranza su un fatto palese: a Fondi la gestione della cosa pubblica è nelle mani della criminalità organizzata e il governo, che ne è a conoscenza da tempo, anche oggi non ha fatto nulla”.

CDM-IDV: EVANGELISTI, NESSUNO VUOL PARLARE DI COMUNE FONDI (ANSA) – ROMA, 24 LUG – ”Si continua a criticare l’azione di  disturbo della conferenza stampa da parte del senatore Pedica,  senza fare riferimento alla vergognosa situazione in cui si  trova il comune di Fondi”. Lo afferma Fabio Evangelisti, vice  capogruppo dell’Idv alla Camera.    Il governo, aggiunge, ”continua a non fare nulla per ridare  ai cittadini di questo comune il diritto ad avere  un’amministrazione che non sia collusa con la mafia. Purtroppo  noi dell’Italia dei Valori siano spesso soli a condurre queste  battaglie e per essere ascoltati siamo costretti a compiere  gesti eclatanti. Dunque, ben vengano queste iniziative se  possono aiutare a concentrare l’attenzione mediatica su questi  temi”.(ANSA).

IDV, ZAZZERA: SOSTEGNO A BATTAGLIA LEGALITA’ DI PEDICA (9Colonne) Roma, 24 lug – “Esprimo tutta la mia solidarietà e il mio sostegno per la battaglia di legalità che sta portando avanti il senatore Pedica”. Lo afferma Pierfelice Zazzera, deputato dell’Italia dei valori. “Anche noi – spiega Zazzera – in Puglia siamo sotto tiro proprio perché stiamo centrando l’attenzione sulla questione morale nella sanità pugliese. Ieri ho infatti ricevuto un sms di minacce sul mio cellulare, sul quale, ora, sta indagando la magistratura. L’Italia dei valori – conclude – continuerà la sua battaglia contro la corruzione del sistema politico”. (Roc)

NAPOLITANO: BELISARIO (IDV), MAI VOLGARI SOLO GIUDIZI DIVERSI = (AGI) – Bari, 24 lug.- “A D’Alema rispondo che ognun dal proprio l’altrui pensier misura. L’Italia dei valori non e’ volgare mai, esprime dei giudizi diversi, non sempre sono coincidenti con quelli del Capo dello Stato, nei cui confronti va il nostro rispetto, sappiamo che e’ punto di riferimento per il Paese ma non tutto quello che fa il Presidente Napolitano ha sempre la nostra approvazione”. Lo ha dichiarato il capogruppo al Senato dell’Italia dei Valori, Felice Belisario, a proposito delle polemiche sulle ultime vicende politiche nazionali. “Ma questo – ha aggiunto – lo diciamo esercitando un potere di critica politica civile che nessuno puo’ impedirci”.(AGI)

SANITA’: ORLANDO, ACCERTARE RESPONSABILITA’ IN MOLISE E CAMPANIA =  (ASCA) – Roma, 24 lug – ”Il commissariamento della sanita’ di Molise e Campania, gia’ preannunciato dal viceministro Fazio in occasione dell’audizione di martedi’ scorso presso la Commissione di inchiesta sugli errori sanitari e disavanzi regionali, conferma le criticita’ dei sistemi sanitari delle due regioni. Esso deve consentire l’avvio di un tragitto che consenta la regolarizzazione dei bilanci sanitari, con l’individuazione degli sprechi e insieme delle eventuali responsabilita”’.     Lo ha detto il presidente della Commissione, Leoluca Orlando (IdV), il quale aggiunge: ”L’applicazione della normativa in materia e’ finalizzata a garantire il rispetto del diritto alla salute dei cittadini e a trovare percorsi virtuosi di rientro dai deficit, come positivamente avvenuto, ad esempio, nel caso della regione Liguria”.

DL ANTICRISI: IDV IN AULA CON MASCHERINA A LUTTO PER TAGLI FUS = (AGI) – Roma, 24 lug. – “I deputati dell’Italia dei Valori hanno partecipato al voto in Aula con una mascherina listata a lutto sul petto che rappresenta la morte della cultura e dello spettacolo in Italia. Le mascherine sono state consegnate ai deputati dell’Italia dei Valori da una folta delegazione di artisti, attori, musicisti ed esponenti della cultura e dello spettacolo che hanno voluto essere oggi presenti a Montecitorio per denunciare i tagli al settore voluti dal governo. Denuncia che l’Italia dei Valori fa propria”. Lo riferisce in una nota l’ufficio stampa della Camera dell’Italia dei Valori. (AGI)

Fus, Giambrone (Idv): Vicino a lavoratori per suo reintegro Roma, 24 LUG (Velino) – “L’Italia dei valori e’ vicina ai lavoratori che stanno manifestando in piazza Montecitorio per protestare contro il mancato reintegro del Fondo Unico per lo Spettacolo”, Lo afferma Fabio Giambrone, vicepresidente del gruppo Idv al Senato e componente della commissione Istruzione e Beni culturali, il quale ricorda che “i finanziamenti alla cultura italiana sono tornati ormai al livello degli anni ’80. Malgrado le tante promesse, ancora nulla e’ stato deciso dal governo – sottolinea Giambrone –  comunque come Italia dei valori abbiamo ottenuto che nei prossimi giorni si discuta in aula, a Palazzo Madama, una nostra mozione con la quale chiediamo maggiori risorse per il Fus. Ci auguriamo che anche altre forze politiche si associno a questa richiesta, impegnando il governo a dare risposte immediate e concrete per consentire di raggiungere un livello di investimenti pubblici nello spettacolo almeno pari a quello degli altri Paesi europei”. (com/gat)

BERLUSCONI: INTERROGAZIONE IDV SU TOMBE FENICIE A VILLA CERTOSA = Roma, 24 lug. (Adnkronos) – “Il ministro per i Beni culturali e’ a conoscenza del fatto che nella villa La Certosa, la residenza sulla  costa sarda di proprieta’ del presidente del Consiglio Berlusconi,  sono state ritrovate una trentina di tombe fenicie? E se ne e’ a  conoscenza, da quanto tempo lo sa?”. Queste ed altre domande sono  state rivolte sia al ministro della Cultura sia al capo del governo  con un’interrogazione firmata dal vicepresidente del gruppo Idv del  Senato Fabio Giambrone e dal senatore Giuseppe Caforio, componente del Copasir. Nell’interrogazione, i due senatori Idv sottolineano come un  ritrovamento del genere ”non risulterebbe essere mai stato notificato ne’ alla competente Sovrintendenza per i Beni archeologici ne’ al  Nucleo per la tutela del patrimonio artistico e culturale dell’Arma  dei Carabinieri”, come invece prescrive l’art. 90 del Codice dei beni culturali (D.L.vo del 22/01/04 n.42). Pertanto, considerato anche che su ”Villa La Certosa” per  motivi di sicurezza e’ stato apposto il segreto di Stato il 6 maggio  2004, gli interroganti vorrebbero sapere se il ritrovamento delle  tombe fenicie sia avvenuto dopo tale data e, qualora cosi’ fosse, ”se il Presidente del Consiglio abbia tempestivamente informato il  ministro dei Beni e delle attivita’ culturali e, in caso di risposta  affermativa, se il ministro abbia a sua volta tempestivamente  informato le competenti autorita’ amministrative”.   

25 luglio 2009 Posted by | 1 | , , , , | Lascia un commento

Focus Idv del 23 luglio 09


Dl manovra/ Di Pietro: Supplico Napolitano,lo rinvii alle Camere _Stavolta mandi un messaggio prima che la frittata sia fatta Roma, 23 lug. (Apcom) – Antonio Di Pietro anche oggi si rivolge al capo dello Stato con “una supplica”: “Rinvii alle Camere il dl manovra” accompagnato da un messaggio.   “Rileggendo la sua lettera di quindici giorni fa – dice il leader di Idv – si vede che il Presidente non è d’accordo sui maxiemendamenti che contengono tutto e che stravolgono il decreto, che non è d’accordo al ricorso strumentale al voto di fiducia, quindi senza offesa gli rivolgo una supplica, sia conseguente con quello che ha scritto e lo rinvii al Parlamento stavolta”.  A Di Pietro non bastano i richiami fatti il giorno dopo e, a proposito della ‘bacchettata’ del presidente della Camera, dice: “Le bacchettate sono come le lacrime di coccodrillo, non servono a niente. Se il governo ha violato la Costituzione la conseguenza è una sola: intervenire prima e non dopo che la frittata è stata fatta. Ci auguriamo un corposo messaggio alle Camere dal Presidente della Repubblica”.   Infine, l’ex pm replica alle critiche del Pd: “Noi non critichiamo le altre opposizioni, ma non se la prendano con noi perchè non sanno fare opposizione”.

Napolitano/Di Pietro:Franceschini pensi a fare opposizione seria _Anzichè a spartire con Pdl poltrone Rai. Scelga fra noi e Udc Roma, 23 lug. (Apcom) – Antonio Di Pietro replica duramente alle critiche del segretario del Pd Sario Franceschini. “Va bene il rispetto delle istituzioni, ma non accettiamo la codardia e l`accondiscendenza a decisioni contraddittorie e incomprensibili, anche se provenienti dalla più alta carica dello Stato. Il segretario del Pd – afferrma Di Pietro- non si preoccupi del ‘come’ fa opposizione l`Italia dei Valori, pensi piuttosto a fare un pò di seria opposizione al Governo Berlusconi, invece di stare con la maggioranza a spartirsi le poltrone della Rai. Il Pd faccia la sua scelta: se vuole accodarsi all`Udc e rinunciare all`alleanza con l`Italia dei Valori non deve fare altro che dirlo”.         

SICUREZZA: DI PIETRO, E’ NATO PARTITONE UNICO PDL-PD-UDC =       NOSTRA E’ UNICA OPPOSIZIONE CHE CITTADINI HANNO VISTO NEGLI  ULTIMI DIECI ANNI Roma, 23 lug. (Adnkronos) – “Il Presidente della Repubblica non  mi ha ancora risposto. Spero che lo faccia, anche se non mi illudo. In compenso il partitone unico Pdl-Pd-Udc, che potrei definire la nuova  maggioranza assoluta di governo, lo ha fatto”. Lo scrive Antonio Di  Pietro sul suo blog citando le reazioni di Pdl, Udc e Pd alla sua  lettera aperta di ieri al capo delle Stato. In particolare sottolinea  le parole di Antonello Soro e Anna Finocchiaro che, scrive il leader  Idv, “tuonano: ‘Di Pietro non mostra ritegno nel destabilizzare le  istituzioni al fine di lucrare vantaggi politici”.        “Mi chiedo allora: sono per caso gli stessi vantaggi politici  delle manifestazioni di piazza Navona? Gli stessi vantaggi di piazza  Farnese? Gli stessi vantaggi della raccolta firme per il referendum  contro il Lodo Alfano? Gli stessi vantaggi del no al bavaglio alle  intercettazioni? Gli stessi vantaggi che ci hanno fatto votare contro  l’indulto? Gli stessi vantaggi che muovono le nostre interrogazioni  parlamentari sul conflitto di interessi di Silvio Berlusconi? Gli  stessi vantaggi che non ci fanno candidare condannati al Parlamento?  Gli stessi vantaggi che ci hanno fatto rifiutare la spartizione delle  poltrone della Rai? Gli stessi vantaggi che ci hanno fatto firmare ai  due VDay di Beppe Grillo per un Parlamento Pulito e per l’abolizione  dei finanziamenti pubblici all’editoria?”, elenca Di Pietro.        “Ma questa, cari Ayatollah del Pd, si chiama opposizione, ed e’  l’unica che il popolo italiano ha visto negli ultimi dieci anni. Mi  chiedo ogni giorno quale sia l’obiettivo dei partiti politici in  Parlamento oggi: governare per conto dei cittadini o isolare chi li  rappresenta? E ancora: cosa sarebbero Montecitorio e Palazzo Madama  senza l’Italia dei Valori? La risposta e’ semplice: un coro monocorda  di Silvio Berlusconi a garanzia di un’armoniosa democrazia  dittatoriale”, conclude il leader Idv.

LODO ALFANO: IDV PRESENTA INTERROGAZIONE AD EUROPARLAMENTO = (AGI) – Roma, 23 lug – Il primo atto dell’Idv all’Europarlamento e’ stato quello di presentare una interrogazione sul lodo Alfano. “L’Italia – si legge nell’interrogazione – e’ l’unico Paese Ue a garantire al Presidente del Consiglio una immunita’ ad hoc rispetto ad ogni procedura penale. Una norma simile era gia’ stata abrogata dalla Corte Costituzionale, che dovra’ pronunciarsi sulla conformita’ della legge con la Costituzione il 6 ottobre 2009, a seguito di una richiesta del pm di Milano nel quadro del processo a David Mills ed a quello relativo ai diritti tv di Mediaset, nel quale Berlusconi e’ imputato. In questo contesto – si legge ancora nell’interrogazione – Berlusconi ha avuto una cena con due giudici della Corte Costituzionale, assieme al ministro della Giustizia, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ed il Presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato. Quali azioni concrete prendera’ il Consiglio al riguardo, affinche’ siano rispettati i diritti fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto, garantito dai trattati Ue e dalla Costituzione italiana?”.     Di Pietro, in una conferenza stampa con i 7 europarlamentari dell’Idv (che hanno aderito al gruppo Alde), afferma: “Dobbiamo difendere la nostra Costituzione a livello europeo, perche’ c’e’ una Costituzione materiale che si va sostituendo a quella formale. C’e’ un sistema di potere vicino a quello piduista, vicino al progetto Rinascita di Licio Gelli”.(AGI)

GIUSTIZIA: DI PIETRO, CONTINUARE A PROTEGGERE PINO MASCIARI (ANSA) – VIBO VALENTIA, 23 LUG – ”Esprimo la mia  solidarieta’ personale e quella dell’Italia dei Valori a Pino  Masciari e alla sua famiglia per la grave intimidazione di cui  e’ stato vittima”. Lo afferma in una nota il leader dell’Italia  dei Valori, Antonio Di Pietro, circa l’intimidazione alla  famiglia Masciari.    ”Pino Masciari – aggiunge – ha dato un contributo  fondamentale per far assicurare alla giustizia pericolosi  criminali della ‘ndrangheta e occorre mantenere alto il livello  di guardia e proteggere chi con coraggio e grande senso civico  difende lo Stato”.(ANSA).

Napolitano/ Belisario: da Idv nessun attacco al Quirinale _Critichiamo rispettosamente.Unica offensiva è contro Berlusconi Roma, 23 lug. (Apcom) –  “Sbagliano quanti vedono negli appelli dell’Italia dei Valori un attacco al Quirinale. L’unica offensiva che Di Pietro ed i parlamentari IdV stanno conducendo da sempre, e a quanto sembra purtroppo da soli, è contro il Governo Berlusconi e quanti nella maggioranza travalicano i temi del diritto e della democrazia”: lo afferma il Presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, ribadendo che “a destabilizzare le istituzioni sono Berlusconi, il centrodestra e chi non sa contrastarli”.   Per il capogruppo dei senatori IdV “è impensabile che una forza politica parlamentare non possa esprimere liberamente e in tutte le sedi il proprio disagio per quanto si sta verificando e non possa manifestare il proprio giudizio negativo sui molti punti controversi e incostituzionali della legge sulla sicurezza”.   “Sappiamo che il Presidente della Repubblica è carica centrale per la nostra democrazia – conclude Belisario – ma riteniamo di poter esprimere critiche legittime quando alcune decisioni ci sembrano poco convincenti ed efficaci, senza per questo mancargli di rispetto”.

DDL ALFANO: BELISARIO, CSM CONFERMA RIFORMA E’ UNA PORCHERIA (ANSA) – ROMA, 23 LUG – ”Ancora una volta quanto denunciato  dall’Italia dei Valori risponde a verita’. Il Csm, nonostante le  caute affermazioni del suo vicepresidente Mancino, boccia in  modo inequivocabile la proposta governativa di revisione del  codice di procedura penale”. Per il presidente dei senatori  dell’Idv, Felice Belisario, ”si tratta di un’altra riforma  porcheria di Berlusconi, Alfano e compagnia per dare piena  attuazione al programma della P2. Quale dialogo e’ mai possibile  -si chiede Belisario – con questi personaggi?”. (ANSA).

GIUSTIZIA: DONADI “ALFANO VUOLE SOTTOMETTERE MAGISTRATURA” ROMA (ITALPRESS) – “Alfano vuole una magistratura meno libera, i pubblici ministeri sottoposti al controllo del governo e l’abrogazione dell’obbligatorieta’ dell’azione penale per attribuire alla politica la priorita’ dei reati da perseguire. Un progetto antidemocratico per il quale possono gioire solo i politici che hanno scheletri nell’armadio. Il Csm conferma quanto Idv aveva denunciato fin dal primo giorno di legislatura. Ci batteremo per contrastare questa terribile riforma”. Lo afferma in una nota il capogruppo dell’Idv alla Camera Massimo Donadi. (ITALPRESS).

DL ANTICRISI: BORGHESI(IDV), AGEVOLA SOLO CORRUTTORI E EVASORI = (AGI) – Roma, 23 lug. – L’Italia dei valori e’ tornata a criticare il decreto anticrisi all’esame della Camera. Il dl “e’ l’ennesima manovra spot del governo Berlusconi”, ha dichiarato in una nota Antonio Borghesi, vicecapogruppo dell’Italia dei Valori a Montecitorio.     “Non ci sono soldi ne’ per i precari, ne’ per le famiglie, le quali dovranno pure sborsare del denaro per regolarizzare le badanti”, ha ricordato, “non risolve i problemi delle piccole e medie imprese che sono il motore della nostra economia. Gli unici a essere agevolati sono i corruttori e gli evasori fiscali che con l’introduzione dello scudo potranno regolarizzarsi sborsando somme esigue a danno dei cittadini onesti”.     Il tutto, ha concluso, “fatto con un provvedimento blindato che non ha lasciato spazio al dibattito parlamentare e che ha solo offeso le istituzioni. Per questo l’Italia dei Valori votera’ no a questo provvedimento che di fatto non aiuta a far ripartire il nostro sistema economico”. (AGI)

DL CRISI. DI NARDO (IDV): ‘NO’ COMMISSARIAMENTO TUTELE AMBIENTALI ‘COMMISSARIO FACTOTUM’, FATTO DI GRAVITA’ SENZA PRECEDENTI.  (DIRE) Roma, 23 lug. – “Prima che si compia la ormai scontata ventitreesima richiesta di fiducia ci aspettiamo la modifica da parte del governo dell’ignobile articolo del decreto anti-crisi che prevede il commissariamento delle tutele ambientali”. Lo dichiara il senatore dell’Idv, Nello Di Nardo, specificando che si tratta “di un fatto di una gravita’ senza precedenti che vede contrari gli enti locali, le Regioni e persino il ministro dell’Ambiente”.     Per Di Nardo “ora che il sistema delle autorizzazioni iniziava a dare i suoi frutti, il governo con arroganza ha pensato bene di stravolgerlo imponendo il commissario factotum”,  una figura che, sostiene l’esponente dell’Idv, “potrebbe diventare pericolosa nel momento di dover decidere sulla ubicazione degli eventuali siti nucleari”. Tra l’altro, sottolinea, la normativa europea prevede che a svolgere gli accertamenti di conformita’ ambientale “siano organismi terzi rispetto a quelli che emanano i decreti”.     Quindi, “se con il pretesto della semplificazione l’esecutivo vuole perseverare nel suo errore- conclude di Nardo- se la dovra’ vedere oltre che con i cittadini, anche con l’ennesima procedura d’infrazione da parte della Commissione europea”.

CACCIA: CARLINO (IDV) A FEDERCACCIA, ERRARE UMANO PERSEVERARE DIABOLICO = Roma, 23 lug. – (Adnkronos) – “Errare e’ umano, perseverare e’  diabolico. Il presidente di Federcaccia avrebbe fatto meglio a non  rettificare le parole di pentimento rilasciate a caldo dopo le  polemiche sollevate da piu’ parti per la pubblicita’ con la  discutibile immagine del bambino in tuta mimetica che posa accanto ad  un fucile”. Lo afferma la senatrice dell’Italia dei Valori Giuliana  Carlino, componente della commissione bicamerale per l’Infanzia.        “Chiedero’ in commissione -prosegue Carlino- un intervento  concreto per fermare questa campagna e il messaggio che sottintende,  in quanto non c’e’ nulla di educativo nell’abituare i giovani all’uso  delle armi. Chi intende trasferire ai propri figli la passione per la  natura e per la fauna, farebbe bene a regalare loro un bel binocolo o  una macchina fotografica, sicuramente ed eticamente piu’ adatti alle  nuove generazioni”.

23 luglio 2009 Posted by | 1 | , , , | Lascia un commento

Focus Idv del 21 luglio 09


Mafia/ Di Pietro: Inchiesta?Difficile con parlamentari condannati _Staremo attenti, Camere non raccontino un’altra verità Roma, 21 lug. (Apcom) – “Prendiamo atto della decisione presa dall`Ufficio di Presidenza della commissione antimafia di avviare un`indagine sulle stragi mafiose degli anni `92 – `93. Seguiremo con attenzione l`evoluzione dell`indagine parlamentare anche per evitare che il Parlamento, come spesso è avvenuto in passato, si sostituisca alla magistratura per raccontare un`altra verità, diversa rispetto a quella delle Aule di giustizia. D`altronde è difficile credere nelle inchieste contro la mafia portate avanti dal Parlamento, almeno fino a quando non si vieta di farne parte a coloro che sono stati condannati o sono sotto processo”. Lo afferma Antonio Di Pietro, leader dell`Italia dei Valori.

INTERCETTAZIONI: IDV, NO A DIALOGO SU DDL PORCHERIA (ANSA) – ROMA, 21 LUG – ”Rispettiamo quello che chiede il  presidente della Repubblica, ma allo stesso tempo chiediamo a  tutti di rispettare le nostre posizioni”. Per il presidente dei  senatori dell’Italia dei Valori, Felice Belisario, l’Idv ”non  puo’ avere nessun tipo di dialogo sulle intercettazioni se il  governo non cambia la porcheria che ha portato in Parlamento”.    ”La nostra opposizione – spiega Belisario – ha un grande  pregio, quella di essere chiara. Se le intercettazioni servono  per combattere la malavita organizzata e la corruzione, anche  politica, devono rimanere. Altro e’ renderle pubbliche perche’  turbano qualcuno”.     ”Chi fa politica – conclude Belisario riferendosi a  Berlusconi – deve sapere che i vizi privati non si possono  nascondere sotto il tappeto, soprattutto se allo stesso tempo si  difende a spada tratta la famiglia e si va anche al family  day”.(ANSA).  

CASA: DONADI, SENZA SOLDI VIA A CEMENTIFICAZIONE SELVAGGIA (ANSA) – ROMA, 21 LUG – ”Un decreto farsa che non stanzia  soldi alla costruzione di case popolari, ma apre alla  cementificazione selvaggia. Il piano casa del governo Berlusconi  e’ solo uno spot che distruggera’ l’ambiente ed il paesaggio”.  Lo afferma il capogruppo dell’Idv alla Camera Massimo Donadi.        ”Per affrontare l’emergenza abitativa – aggiunge – e  costruire nuove case per le fasce piu’ deboli servono soldi  veri, non chiacchiere. Le briciole stanziate dal governo  serviranno al massimo a far aprire qualche cantiere, destinato a  chiudere rapidamente”.     ”Mancano anche regole stringenti – continua Donadi – ed e’  facile prevedere abusi. Le procedure semplificate faranno strame  dei piani regolatori e della tutela del territorio”.    ”Il governo – conclude il capogruppo Idv – ha perso un’altra  occasione. Un serio piano casa avrebbe messo al centro  l’ambiente, le nuove tecnologie edilizie ed i criteri di  risparmio ed efficienza energetica. Di tutto questo non c’e’  traccia”. (ANSA).    

Sicurezza/ Idv presenta mozione che recepisce note Napolitano _”Impegna governo a iniziative per applicare il provvedimento”  Roma, 21 lug. (Apcom) – “I gruppi parlamentari di Camera e Senato dell’Italia dei Valori hanno presentato una mozione in cui si impegna il governo a recepire i rilievi e le perplessità espresse dal capo dello Stato nella lettera che ha accompagnato la firma al ddl sicurezza”. Lo dichiarano, in una nota congiunta, il leader del partito, Antonio Di Pietro, e i capigruppo di Senato e Camera, Felice Belisario e Massimo Donadi.   “La mozione – aggiungono – impegna il governo a intraprendere con urgenza iniziative di carattere normativo sui problemi relativi all’applicazione del provvedimento in alcune sue parti. In particolare, tra le altre cose, nella nostra mozione chiediamo di modificare la norma relativa al reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato e di affidare a una legge ordinaria, e non solo a un successivo decreto del ministero dell’Interno, la determinazione degli ambiti operativi delle ronde”.   Per Di Pietro, Belisario e Donadi, “si tratta di un testo legislativo che, come ha fatto rilevare anche il presidente Napolitano, contiene norme tra loro eterogenee, molte delle quali prive dei necessari requisiti di organicità e sistematicità. Si tratta di un vero e proprio caos normativo che non aiuterà né le forze dell’ordine né la magistratura a garantire la sicurezza tanto invocata dalla maggioranza, anzi si muove in senso contrario. Basti pensare che i tre articoli della legge portano modifiche addirittura a 43 disposizioni del codice penale, a 38 disposizioni del testo unico sull’immigrazione, a 16 disposizioni dell’ordinamento penitenziario e a oltre 100 disposizioni inserite nel codice di procedura penale, nel codice civile e in 30 testi normativi complementari o speciali”.  Gic  _211934 lug 09 _

BERLUSCONI: PARDI (IDV), DA SERVIZIO TG1 NON SI CAPIVA NULLA (ANSA) – ROMA, 21 LUG – ”E’ dalla voce dell’oplita del tg 1  di questa mattina che finalmente gli italiani sono stati  raggiunti dalla notizia della pubblicazione delle  intercettazioni che inchiodano il Premier alle sue  responsabilita”’. Lo afferma il capogruppo dell’Italia dei  Valori in commissione di Vigilanza Pancho Pardi che aggiunge:  ”Sfortunatamente, il servizio mancava di tutti gli elementi  necessari a capire di cosa si parlasse: settimo servizio, si  parla di polemiche tra maggioranza e opposizione dopo la  pubblicazione di colloqui telefonici  tra premier, Patrizia  d’Addario e l’imprenditore Tarantini. Poi, i commenti di  Gentiloni e Ghedini”.    ”Senza dare lezioni di giornalismo, mi pare di intravedere la  totale assenza del contesto – continua Pardi -, dell’oggetto  delle conversazioni, delle indagini in corso. Non mi sento di  denunciare l’ennesimo corto circuito informativo – conclude –  quanto piuttosto complimentarmi con il direttore per il  minuzioso artefatto. Ricordando sempre che l’Italia dei Valori,  che ormai rappresenta l’8 per cento, e’ sparita dai tg: altro  che servizio pubblico”.(ANSA).  

Dl manovra/ Idv: Contestabile nel merito e nel metodo _”Non c’è un euro per precari e imprese, e in più c’è lo scudo” Roma, 21 lug. (Apcom) – “Italia dei Valori ha votato no al dl anticrisi perché non prevede un centesimo per i precari, gli interventi per le imprese sono del tutto inadeguati, contiene una sanatoria per le badanti che non risponde ai bisogni delle famiglie e, soprattutto, uno scudo fiscale immorale, che andrà ad avvantaggiare i grandi evasori. Il tutto, per altro, con una discussione strozzata, ben diversa da quella che un decreto come questo avrebbe richiesto”. Lo dichiara in una nota Antonio Borghesi, vice capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera.     

Energia, Li Gotti (Idv): Impegno per sviluppo solare termodinamico Roma, 21 LUG (Velino) – “È a dir poco strano che soltanto oggi, quando l’aula del Senato discutera’ della questione solo per l’iniziativa e l’insistenza dell’Idv, si siano riaccesi i riflettori sull’energia solare in Italia e che tutta la faccenda venga liquidata piu’ come una contrapposizione tra Pdl e Pd, definiti maggioranza e opposizione, quando invece la posizione della Lega e’ piu’ vicina alla nostra”. A meravigliarsi per la scarsa chiarezza delle notizie di stampa sull’intera vicenda e’ Luigi Li Gotti, primo firmatario della risoluzione presentata lo scorso 6 novembre dal Gruppo IdV per lo sviluppo del solare termodinamico. “Il dibattito di oggi a Palazzo Madama si tiene solo per le reiterate iniziative dell’Italia dei Valori –  sottolinea Li Gotti – visto che l’8 luglio l’aula ha anche approvato un ordine del giorno che ha impegnato il Governo al potenziamento degli incentivi per l’energia solare mediante cicli termodinamici. Una tecnologia su cui puntano anche altri Paesi europei e che consente di produrre energia con impianti piuttosto semplici ed economici. E’ soltanto da una settimana che il Pdl ha presentato la sua mozione, contraria all’utilizzo del solare termodinamico e favorevole al nucleare – spiega Li Gotti – mentre la mozione della Lega, pubblicata il 14 luglio, e’ di parere opposto, cosi’ come quella che il Pd ha presentato ieri. L’Italia dei valori si battera’ perche’ il Paese possa contare su una fonte di energia pulita e inesauribile come quella solare”.

Giustizia, da Sonia Alfano interrogazione su lodo Alfano.Roma, 21 LUG (Velino) – L’eurodeputata dell’Italia dei Valori, Sonia Alfano, componente della commissione giustizia, ha presentato, come prima firmataria (gli altri sono Jeanine Hennis-Plasschaert, Sophie Intveld and Sarah Ludford, a nome del gruppo Alde), al Coniglio e alla Commissione una interrogazione parlamentare sulla “Legge sulla sospensione delle procedure penali in Italia”, il cosiddetto “lodo Alfano”. “La legge italiana 124/08 (Lodo Alfano) – scrive l’europarlamentare – sulla “sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato” proposta dal governo Berlusconi, e’ stata approvata dal Parlamento italiano il 22 luglio 2008 e firmata dal Presidente della Repubblica. La legge prevede che i processi penali contro i Presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio dei Ministri siano sospesi nel corso della durata del loro incarico. La sospensione copre anche crimini commessi al di fuori delle funzioni legate all’incarico, o prima di assumerlo, anche se colti in flagrante. L’Italia e’ l’unico paese dell’UE a garantire al Presidente del Consiglio dei Ministri un’immunita’ ad hoc rispetto ad ogni procedura. Una norma simile – chiosa l’esponente dell’IdV – era gia’ stata abrogata dalla Corte Costituzionale, che dovra’ pronunciarsi sulla conformita’ della legge con la Costituzione il 6 ottobre 2009, a seguito di una richiesta del Pubblico Ministero di Milano nel quadro del processo a David Mills ed a quello relativo ai diritti televisivi di Mediaset, nel quale Berlusconi e’ imputato. In questo contesto, Berlusconi ha avuto una cena con due giudici della Corte Costituzionale, assieme al Ministro della Giustizia, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato. E’ la Commissione – si chiede – al corrente di tali fatti? Ritiene la Commissione che la legge italiana sia in conformita’ con i diritti umani e le liberta’ fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto, come garantiti dalla Carta dei Diritti Fondamentali e dagli articoli 6 e 7 TUE, ed in particolare con il diritto fondamentale dei cittadini di essere eguali davanti alla legge? La Commissione considera che sia conforme ai principi democratici europei il fatto che l’esecutivo attacchi pubblicamente e con veemenza il potere giudiziario e cerchi di influenzare la Corte Costituzionale, in particolare alcuni mesi prima che questa sia chiamata a esprimersi su una questione di tale importanza e che tocca direttamente gli interessi del primo ministro? Quali azioni concrete prendera’ la Commissione al riguardo, affinche’ siano rispettati i diritti fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto, garantiti dai Trattati UE e dalla Costituzione italiana?.

21 luglio 2009 Posted by | 1 | , , , , , | Lascia un commento

Focus IdV del 17 luglio 09


DI PIETRO, MORAL SUASION DI NAPOLITANO E’ UN GRIDO AL VENTO (ANSA) – ROMA, 17 LUG – ”Anche se in buona fede, credo che   il presidente Napolitano si stia adoperando per avere un paese  ‘normale’. Di fatto sta contribuendo alla normalizzazione del  paese. In un paese normale ognuno svolge le sue funzioni, mentre  la normalizzazione si ha quando tutti quanti devono abdicare le  proprie funzioni per seguire l’indirizzo di uno, quindi del   regime”. Ospite del programma Klauscondicio, il leader dell’Idv  Antonio Di Pietro torna a parlare del Capo dello Stato e del suo  ruolo di garante della Costituzione.     ”Il problema – aggiunge – e’ che lui, non io, ha messo nero  su bianco una riflessione con riferimento all’ultima legge sulla  sicurezza dicendo espressamente che e’ una legge che non e’ in  linea con il sistema generale dell’ordinamento, che non rispetta  i principi fondamentali del sistema ordinamentale italiano”.       ”Per evitare questo – osserva il deputato – la Costituzione  riserva al capo dello Stato il diritto e il dovere di rimandare  alle Camere una legge che presenti tali requisiti. Nel tempo si  e’ sviluppato un altro strumento, non previsto dalla  Costituzione, ma solo come prassi costituzionale, che e’ la  ‘moral suasion’, vale a dire una persuasione preventiva  affinche’ qualcosa di sbagliato non si faccia. Il presidente  della Repubblica prima poteva e doveva (magari lo ha pure fatto)  esercitare tutta la persuasione possibile affinche’ quella legge  non fosse emanata. Ma, una volta approvata dal Parlamento, c’e’  solo un modo per fermarla ed e’ il rinvio alle Camere”.     ”La sua moral suasion successiva – sottolinea Di Pietro – e’  un grido al vento. Si chiude il recinto quando tutte le pecore  sono scappate”.         ”La normalizzazione ha precise conseguenze anche sulle  maggiori istituzioni dello Stato – afferma ancora il leader  dell’Idv – e non e’ che la normalizzazione non produca  conseguenze. Guardiamo cos’e’ successo alla Corte  Costituzionale: e’ stata messa in discussione nella sua  credibilita’, non nella nostra richiesta di espulsione di due  magistrati, ma nel fatto che due magistrati in procinto di  decidere sull’imputato Berlusconi organizzino una cena galeotta  insieme a lui, proprio per parlare di giustizia”. (ANSA).

DI PIETRO, ALFANO MINISTRO SERVENTE DELL’IMPUTATO BERLUSCONI (ANSA) – ROMA, 17 LUG – ”Alfano, invece di fare il ministro  della Giustizia, fa il servitor fedele dell’imputato Berlusconi,  secondo le esigenze personali del Premier”. E’ quanto afferma  il leader dell’Idv Antonio Di Pietro a Klaus Davi durante la sua  intervista a ‘KlausCondicio’.    ”Alfano – aggiunge Di Pietro – ha trasformato il suo ruolo  istituzionale in quello di ministro servente delle posizioni  dell’imputato Berlusconi, grazie al lodo Alfano, al lodo sulle  intercettazioni, alle cenette del giudice della Corte  Costituzionale e alle tante altre leggi ad personam che sono  state emanate”.

GOVERNO: DI PIETRO, SARA’ AUTUNNO CALDO. POTREBBERO TORNARE LE BR = (ASCA) – Roma, 17 lug – ”In autunno l’Idv sara’ nei consigli di fabbrica. Saremo nelle piazze in difesa dei cassintegrati e dei lavoratori e di tutte quelle persone che vedono lesi i loro diritti fondamentali. In una parola saremo protagonisti dell’autunno caldo. Parteciperemo direttamente, anche informandoli laddove la legge in via di approvazione impedisce di informare i cittadini. Alla Camera hanno gia’ approvato una legge che vieta all’informazione di fare il proprio dovere, e noi in questo caso saremo fra quelli che adotteranno la disobbedienza civile”. Lo afferma Antonio Di Pietro intervenendo al programma Klauscondicio e chiarendo che ”saremo con gli operai fin quando protesteranno in maniera non violenta”.    Di Pietro non esclude che con l’aumento della temperatura sociale del paese possano fare ritorno le Brigate Rosse. ”Credo – dice il leader dell’Idv – che potrebbero tornare sia quelle pilotate che quelle non pilotate, entrambe criminali, che vanno combattute. Credo anche che non si possa utilizzare la legittima preoccupazione che deriva dalle BR per mettere il bavaglio e zittire coloro che sono in fabbrica, vengono messi in cassa integrazione e vengono mandati a casa”.

G8: DI PIETRO, SE DE GENNARO CONDANNATO DEVE DIMETTERSI CI FURONO COMPORTAMENTI ILLEGITTIMI E ILLECITI DA FORZE ORDINE (ANSA) – ROMA, 17 LUG – ”Qualora ci fosse una sentenza di  condanna nei suoi riguardi, sarebbe incompatibile col ruolo che  riveste in questo momento”. E’ quanto afferma il leader  dell’Idv Antonio Di Pietro rispondendo, durante la trasmissione  ‘Klauscondicio’, alla domanda su un’eventuale condanna di Gianni  De Gennaro, attuale capo dei Servizi, per i fatti del G8 di  Genova.    ”Ho sempre fiducia nella magistratura – aggiunge Di Pietro –  tant’e’ che ho detto che ero favorevole e resto favorevole alla  commissione d’indagine e non alla commissione d’inchiesta sul  G8. Perche’ a suo tempo si voleva attraverso la commissione  d’inchiesta, fare il processo ai processi”.     ”Credo invece – conclude – che l’accertamento delle  responsabilita’ penali debba essere lasciato alla magistratura.  E meno male che e’ stata lasciata perche’ oggi sappiamo che ci  sono stati comportamenti illegittimi ed illeciti da parte dei  manifestanti, ma ci sono stati successivamente ancor piu’ gravi  comportamenti illegittimi ed illeciti da parte dei  rappresentanti delle forze dell’ordine”. (ANSA).

IDV: DI PIETRO, NON CI ALLEEREMO CON ‘PARTITO DEL SUD’ =  (ASCA) – Roma, 17 lug – ”Qualora il Movimento per il sud di Lombardo e Micciche’ si costituisse in partito noi dell’IDV non saremo suoi alleati. Per il solo fatto che il partito del sud esiste gia’ ed e’ l’IDV”. Ospite di Klauscondicio Antonio Di Pietro precisa la sua strategia politica con riferimento alle regioni meridionali. ”Noi dell’Italia dei Valori – dice – siamo contrari all’idea di dividere il paese. E anche se l’operazione servisse ad indebolire di fatto Berlusconi non e’ concepibile: un partito lo si fa per costruire e non per indebolire. Noi riteniamo che dobbiamo costruire l’Italia dei Valori. Allearci con Cuffaro e Lombardo? Tra i due non cambia granche’, Lombardo e’ Cuffaro senza il cuffarismo”. fdv/sam/alf   

Putin, Di Pietro: Un Berlusconi all’ennesima potenza Roma, 17 LUG (Velino) – “Credo che Putin  sia un Berlusconi all’ennesima potenza e non vi siano dubbi che in Russia ci sia un regime nel quale la liberta’ di comunicazione e di informazione sia un miraggio. Questa non e’ una barzelletta, e’ un fatto drammatico”.  Cosi’ Antonio Di Pietro ospite di  Klaus Davi per KlausCondicio. (com/chi)  

Ciancimino, Di Pietro: ricostruire verita’ occultata da istituzioni Roma, 17 LUG (Velino) – “Spero davvero che la magistratura possa, anche attraverso le dichiarazioni di Ciancimino junior, ricostruire una verita’ che finora e’ stata occultata anche grazie, purtroppo, a esponenti delle istituzioni che ci hanno messo una coperta sopra”. E’ quanto afferma Antonio Di Pietro a Klaus Davi nel corso del programma KlausCondicio. “Dall’inchiesta di Palermo mi aspetto molto – dice il leader dell’Idv – e soprattutto mi aspetto la verita’, perche’ io sono tra quelli che hanno vissuto, seppur solo per una piccola parte, nel ’92, la vicenda del riciclaggio di denaro. Ciancimino oggi, ma anche alcuni documenti che sono usciti in questi giorni dallo IOR e sono stati pubblicati in un libro ‘Il Vaticano Spa’, opportunamente collegati tra di loro, potrebbero riscrivere la storia italiana per quanto riguarda i grandi omicidi di mafia. Ma soprattutto per quanto riguarda la grande corruzione d’allora e il grande riciclaggio di persone di oggi, che sta andando avanti”. (com/chi)

RAI:DI PIETRO,MINZOLINI NON E’ALL’ALTEZZA SUO TG E’ DI PARTE (ANSA) – ROMA, 17 LUG – ”Con Augusto Minzolini non ci siamo  sentiti. Non abbiamo nulla da dirci. Il suo resta un Tg di parte  che riferisce i fatti secondo la sua versione”. Lo sostiene il  leader dell’Idv Antonio Di Pietro intervenendo a Klauscondicio.     ”Minzolini – aggiunge il deputato – non e’ all’altezza della  situazione. E’ un personaggio che non riconosco nella funzione  che svolge perche’ il ruolo dell’informazione pubblica e’ quello  di esporre tutti i fatti che accadono. Minzolini, invece,  riporta solo quello che gli fa comodo, secondo la sua  versione”.   ”Il Tg1 – prosegue Di Pietro – e’ sempre uguale e non fa  ascolti. Nella tv pubblica noi dell’Idv siamo la forza politica  che ha meno spazio di tutti. Il problema non e’ la quantita’, e’  la qualita’, nel senso che se devi avere un minuto di spazio in  tv dove tutti ti danno contro e’ meglio non averlo, perche’  parlano di te soltanto per raccontare una verita’ diversa dalla  realta”’. Il parlamentare sottolinea quindi che il suo partito  e’ ”totalmente contro il sistema di informazione pubblica  gestito dalla lottizzazione dei partiti: un’informazione  pubblica che si rispetti, visto che si paga il canone Rai, deve  essere al di fuori di questo sistema, non governato e  controllato dai partiti”.    ”La politica – conclude – deve essere il controllato e non  il controllore dell’informazione pubblica”.  (ANSA).

Governo, Di Pietro: Berlusconi non cadra’ sulla D’Addario Roma, 17 LUG (Velino) – “Quanto dura Berlusconi? Sulla D’Addario certamente non cadra’. Ci auguriamo la capitolazione di Berlusconi sul motivo reale per cui si e’ messo a fare politica, ossia la sua tutela giudiziaria. Abbiamo raccolto un milione di firme, quindi ci appelleremo al referendum”. Lo dichiara a Klaus Davi Antonio Di Pietro, confermando la volonta’ di portare avanti il referendum sul lodo Alfano. (com/chi)

PROSTITUZIONE: DI PIETRO, NON DICO NO IN VIA PREGIUDIZIALE A DDL CARFAGNA =       LEGGE DOVREBBE PUNIRE PIU’ I CLIENTI CHE LE DONNE Roma, 17 lug. – (Adnkronos) – ”Premesso che vogliamo prima  vedere e valutare il ddl nel merito, non siamo pregiudizialmente  contrari alla proposta di legge del ministro Carfagna sulla  prostituzione”. Lo dichiara alle telecamere di ‘Klauscondicio’ il  presidente dell’Idv Antonio Di Pietro.        “Ritengo -aggiunge- che questa legge debba punire i clienti piu’ che le donne che sono vittime a tutti gli effetti e non capisco  perche’ una legge dovrebbe accanirsi contro di loro. Ma prima ancora  deve colpire seriamente il racket e il processo di sfruttamento nei  confronti di persone disperate”.        “Contrastare lo sfruttamento anche del mondo maschile nei  confronti di disperati che ricorrono alla prostituzione per campare.  Non ho letto la legge e io non do il preventivo assenso a una legge  fatta dal governo Berlusconi…meglio buttarmi dalla finestra, pero’  -conclude- siamo aperti al confronto con Mara Carfagna”.

IDV: DI PIETRO, IL MIO NOME GIA’ ORA VIA DAL SIMBOLO =       DE MAGISTRIS COME UN FRATELLO – PARTITO DEL SUD SIAMO NOI Roma, 17 lug. (Adnkronos) – ”L’obiettivo e’ togliere il mio  nome dal simbolo dell’Idv, e’ un processo graduale. Nel Parlamento  italiano e in quello europeo dove l’Idv e’ presente l’abbiamo gia’  tolto. Anche nei consigli comunali in quelli provinciali e regionali.  Il nome lista Di Pietro gia’ non c’e’ piu”’. Lo dice Antonio Di  Pietro ospite di Klaus Davi conduttore del programma politico in onda  su Youtube ‘Klauscondicioi’. Sul suo rapporto con Luigi De Magistris  il leader Idv assicura: ”Hanno tentato di costruire una falsa  rivalita’ tra noi. Io e De Magistris in politica siamo due fratelli:  De Magistris per noi non solo rappresenta un ruolo importante ma anche un modo di essere e di fare importante per l’Idv. Gli elettori, coloro che credono in noi, si riconoscono in cio’ che ha fatto quel giovane  magistrato e che ne ha pagato poi le conseguenze”.        Nell’intervista Di Pietro parla anche dell’eventuale Partito del sud. ”Qualora il movimento per il sud di Lombardo e Micciche’ si  costituisse in partito -annuncia- noi dell’Idv non saremo suoi  alleati. Per il solo fatto che il partito del sud esiste gia’ ed e’  l’Idv. Noi dell’Italia dei valori -aggiunge- siamo contrari all’idea  di dividere il paese. E anche se l’operazione servisse ad indebolire  di fatto Berlusconi non e’ concepibile, un partito lo si fa per  costruire e non per indebolire”.        “Noi riteniamo -sottolinea- che dobbiamo costruire l’Italia dei  valori. Allearci con Cuffaro e Lombardo? Tra i due non cambia  granche’, Lombardo e’ Cuffaro senza il cuffarismo”. Infine, rispetto  al nuovo quotidiano ‘Il Fatto’ Di Pietro spiega: ”Non avro’ nessun  ruolo nell’azionariato del quotidiano ‘Il Fatto di prossima uscita. Io mi abbonero’ e mi limitero’ a leggerlo ma non avro’ alcun ruolo  editoriale. Saro’ solo un lettore, mi abbonero’….. mica me lo  regalano”.

MEZZOGIORNO: BELISARIO, SVIMEZ CERTIFICA FALLIMENTO POLITICHE = (AGI) – Roma, 17 lug. – ‘I dati sul Mezzogiorno, resi noti dallo Svimez, evidenziano quanto fallimentari siano state le politiche economiche di coesione e sviluppo del Governo’. Lo ribadisce il senatore lucano Felice Belisario, Presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato. ‘Finora l’Esecutivo – prosegue – ha fatto solo il Sacco del Sud, scippando 16,6 miliardi dal Fas e utilizzando tali risorse a copertura delle spese correnti. Al momento il dato piu’ preoccupante e’ sicuramente quello relativo alla fuga dei cervelli da Sud a Nord, un capitale umano necessario al Mezzogiorno proprio per intraprendere la strada dello sviluppo. Promuovere l’occupazione nelle aree piu’ disagiate del nostro Paese dovrebbe essere una priorita’ assoluta. Ma, se l’Esecutivo continuera’ a sostenere questo trend di disattenzione nei confronti del Meridione a pagarne le conseguenze non sara’ solo il Mezzogiorno, ma l’Italia intera’. (AG

RAI: PARDI (IDV), LOTTIZZAZIONE MORTIFICA SERVIZIO PUBBLICO = Roma, 17 lug. – (Adnkronos) – “Il presidente Zavoli ha ragione  quando chiede che il servizio pubblico si debba dotare immediatamente  dei vertici, ma accettare lo spoils system non significa dare il  benestare alla logica delle lottizzazioni” . Secondo il capogruppo  dell’Italia dei Valori in commissione di Vigilanza, Pancho Pardi,  “prestarsi al risiko aziendale e’ lesivo dell’informazione libera e  plurale, dei diritti del cittadino, delle professionalita’ Rai  sottoutilizzate e mortificate”.        “Colpa – prosegue il senatore Pardi – di una prassi ormai  pluridecennale e di una legge, la Gasparri, che di fatto ha sancito  l’ingresso dei partiti nell’emittenza pubblica. Clamoroso esempio  dell’asservimento della Rai alle forze politiche e’ il paventato  spacchettamento della testata del gr che ha il solo scopo di  moltiplicare le poltrone. Nel caso dell’Italia, inoltre, questo  fenomeno e’ aggravato dal fatto che il destino della televisione  pubblica e’ nelle mani del monopolista privato che non a caso e’ anche presidente del Consiglio”.        “L’Italia dei Valori – conclude Pardi – gia’ da tempo ha deciso  di sottrarsi a questo malcostume che non fa bene all’autonomia  dell’informazione del servizio pubblico e invita gli altri partiti a  fare altrettanto”.

Dl anticrisi, Borghesi: grave accantonamento emendamento su Siaeg Roma, 17 LUG (Velino) – “Troppo bello per essere vero. Ieri il governo e la maggioranza avevano dato parere favorevole all’emendamento firmato da Italia dei valori per l’introduzione nei contratti di credito del Siaeg, il saggio di interesse annuo effettivo, che impone alle banche trasparenza informativa a favore delle piccole e medie imprese e dei cittadini ed effettiva concorrenza tra gli istituti di credito”. Lo dichiara in una nota Antonio Borghesi, vicepresidente del gruppo Italia dei valori alla Camera. “Durante la notte e’ cambiato tutto. Tremonti, preso d’assalto dalle lobbies bancarie, si e’ piegato ai loro interessi, infischiandosene di tutelare gli interessi delle piccole e medie imprese sempre piu’ soffocate dal sistema creditizio e dei cittadini. Il nostro emendamento, infatti, e’ stato accantonato, il Governo ha chiesto un approfondimento. Non ci vuole molto a capire che e’ destinato a morte certa. Tutto cio’ dimostra quali sono i veri interessi di questo Governo e del ministro Tremonti: servire e tutelare gli interessi dei poteri forti a discapito delle pmi e dei cittadini” conclude Borghesi. (com/cos)

EDITORIA: IDV,SU APCOM E DIRE GOVERNO DIA RISPOSTE IMMEDIATE (ANSA) – ROMA, 17 LUG – ”Annunciamo battaglia sui possibili  licenziamenti dei giornalisti delle agenzie di stampa Apcom e  Dire”: lo affermano, in una nota congiunta i vicepresidenti  dell’Italia dei Valori alla Camera, Evangelisti e Borghesi,  l’esponente Idv in commissione Lavoro alla Camera, Paladini, e i  senatori Lannutti e Carlino, che annunciano anche due  interrogazioni nei rispettivi rami del Parlamento, affinche’ il  governo dia risposte immediate.    ”La preoccupante situazione che sta interessando le due  agenzie di stampa – spiegano deputati e senatori Idv – e’ un  campanello d’allarme per l’intero mondo giornalistico. Noi siamo  a fianco dei lavoratori e faremo tutto quanto e’ in nostro  potere a livello parlamentare perche’ questa delicatissima  situazione venga chiarita e risolta”.     ”Al governo chiediamo – concludono – se e quanto, in termini  di contributi, le agenzie ricevono e come intenda agire per  tutelare il posto di lavoro che in molti rischiano di perdere.  Occorre intervenire subito, ne va del buon giornalismo e della

19 luglio 2009 Posted by | 1 | , , , | Lascia un commento

Focus Idv del 15 luglio 09


DDL ALFANO: DI PIETRO, BENE CSM, LEGGE CRIMINALE BLOCCA PM (ANSA) – ROMA, 15 LUG – ”Un’ennesima legge incostituzionale  ed immorale che dimostra, ancora una volta, il progetto piduista  del Governo Berlusconi: mettere il Pubblico ministero sotto il  controllo del potere esecutivo”. Lo afferma il leader  dell’Italia dei Valori  Antonio Di Pietro,  associandosi alla  bocciatura della Sesta Commissione del Csm alla riforma del  processo penale.     ”Questa volta – osserva di Pietro – lo strumento utilizzato  e’ molto sofisticato, ma proprio per questo piu’ criminale: i  Pubblici ministeri, d’ora in poi, non potranno piu’ acquisire la  notizia di reato e aprire accertamenti giudiziari di propria  iniziativa, ma potranno farlo solo dopo che verranno avvertiti  dagli organi di polizia e nei limiti della segnalazione che  riceveranno. Ma anche le pietre sanno che gli organi di polizia  dipendono funzionalmente e gerarchicamente dal Governo e dai  rispettivi ministri (interno, difesa, economia) e, quindi, per  definizione possono fare e segnalare solo cio’ che i loro  superiori gerarchici permettono loro di riferire. Per  intenderci: l’inchiesta ‘Mani Pulite’ non si sarebbe mai svolta  perche’ a nessun organo di polizia sarebbe stato permesso di  segnalare ai Pm fatti concernenti reati che riguardavano proprio  molti ministri in carica all’epoca. La verita’ e’ una e una  sola: il ministro della Giustizia, dopo il Lodo Alfano, sta  continuando il ‘lavoro sporco’ per cui e’ stato messo a quel  posto, ossia permettere alla casta di assicurarsi l’impunita”’. (ANSA).

SICUREZZA: DI PIETRO, NAPOLITANO DOVEVA RINVIARE LEGGE (ANSA) – ROMA, 15 LUG – Il presidente Napolitano doveva  rinviare la legge sulla sicurezza alle Camere, anziche’  esprimere ”lamenti che sono solo grida al vento”. Lo ha detto  il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, commentando la lettera  del presidente della Repubblica sulla legge sulla sicurezza.  Esprimo profondo dolore – ha detto  Di Pietro a Montecitorio – per la titubanza del presidente della  Repubblica nel prendere in mano la situazione e soprattutto  nell’affrontare i compiti che la Costituzione gli assegna”     ”Se e’ vero come e’ vero – ha proseguito Di Pietro – che Napolitano aveva dei dubbi sulla coerenza costituzionale delle norme sulla sicurezza, il suo compito era quello di rinviare il testo alle Camere. Il suo lamento dopo aver firmato il provvedimento – ha concluso – e’ come un grido al vento, che  ammanta di ipocrisia  una legge che meritava di essere espulsa  dall’ordinamento”. (ANSA).   

AFGHANISTAN: DI PIETRO (IDV), MISSIONE DAGLI STRANI CONFINI (ANSA) – ROMA, 15 LUG – ”Una cosa e’ il dramma che ha  colpito la famiglia del soldato ucciso. Un’altra e’ il giudizio  sulla missione in Afghanistan, che secondo noi e’ una guerra  dagli strani confini”. Lo dice il leader dell’Italia dei Valori  Antonio Di Pietro commentando l’informativa urgente alla Camera  del ministro della Difesa Ignazio La Russa sull’attacco alla  pattuglia italiana in Afghanistan costato la vita ad un militare  italiano.    ”Il ministro parla in aula di nuovi blindati – prosegue –  per le operazioni di peacekeeping e invece si spendono soldi per  nuovi ‘Tornado’ che sono armi di offesa”.    ”Allora ci domandiamo – conclude Di Pietro – qual e’ la  necessita’ effettiva della nostra missione”. (ANSA).   

INTERCETTAZIONI: DI PIETRO INSISTE, GIORGIO NON FIRMARE =       PUBBLICATO SUL SITO NUOVO APPELLO A NAPOLITANO Roma, 15 lug. (Adnkronos) – Antonio Di Pietro insiste.  Nonostante il rinvio all’autunno dell’esame del ddl sulle  intercettazioni, attualmente in Senato, l’ex pm torna ad invitare il  presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a bloccare il  provvedimento quando arrivera’ sul suo tavolo per la promulgazione,  con un appello pubblicato sul suo sito dal titolo eloquente “Giorgio  non firmare “.        “Siamo qui, insieme agli amici della Rete e ai blogger, per  quest’ultimo disperato appello: ‘Giorgio non firmare’. Siamo qui  afferma il leader dell’Italia dei Valori – non per mancanza di  rispetto, ma perche’ vogliamo avere fiducia nella massima istituzione  di tutela della Costituzione. Signor presidente, non la firmi questa  legge, non e’ sufficiente rivederla ‘un po” poiche’ stiamo parlando  della legge che tutti chiamano ‘blocca-intercettazioni’ che e’ gia’  una cattiva legge di per se’, e che dovrebbe essere rinominata  ‘blocca-democrazia’ perche’ imbavaglia l’informazione. E’ una legge  che impedisce perfino alle persone di parlare tra di loro in Rete”.        “Una volta c’era l’Agora’, dove le persone si incontravano e  discutevano, poi e’ arrivato il telefono e le persone hanno cominciato a parlarsi a distanza, oggi, grazie alla Rete, c’e’ un’Agora’  universale che unisce entrambi i concetti. Bene, e’ stata fatta una  legge che, di fatto, dice: non riunitevi, non parlate, non comunicate, non esponete piu’ il vostro pensiero ne’ ascoltate quello degli altri. Non esiste piu’ l’Agora’. Nel nostro Paese – conclude Di Pietro – la  democrazia verra’ abbattuta totalmente perche’ in questo  provvedimento, oltre al divieto di intercettare, oltre al divieto di  comunicare e di informare i cittadini su quel che sta accadendo  all’interno dei processi italiani, c’e’ un emendamento truffaldino e  delinquenziale che impedisce di comunicare attraverso internet e la  Rete”.    

SCUDO FISCALE: DI PIETRO, SERVE SOLO A CASTA PIDUISTA (ANSA) – ROMA, 15 LUG – ”Alla casta con lo scudo fiscale si  permette di far entrare proventi illegali mentre alle persone  normali si impedisce di arrivare a fine mese, come avviene per  questi precari della scuola”. Lo afferma Antonio Di Pietro,  leader dell’Idv, partecipando a una manifestazione di precari  della scuola davanti a Montecitorio.     ”Siamo di fronte – sottolinea Di Pietro – a un’Italia a due  velocita’ che non guarda al lavoro e alle imprese. Lo scudo  fiscale serve a una piccola casta piduista, a far rientrare i  capitali della famiglia Agnelli, di Berlusconi e della famiglia  Marcegaglia”. (ANSA) (ANSA)       

PD: GRILLO; DI PIETRO, DEPRIME MOTIVAZIONE NO CANDIDATURA (ANSA) – ROMA, 15 LUG – ”Hanno respinto la candidatura di  Grillo ma quello che piu’ deprime e’ la motivazione”. Lo  afferma Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, partecipando ad una  manifestazione dei precari della scuola davanti Montecitorio, in  merito alla decisione del Pd di non accettare la candidatura di  Beppe Grillo alla segreteria del partito.   ”Hanno detto che fa parte di un movimento che ci critica –  spiega Di Pietro – allora viene respinto tutto il movimento.  C’e’ un riconoscimento formale di cui nessuno parla e i cui  rappresentanti vengono esclusi ma e’ un popolo che c’e’ e gia’  partecipa alle elezioni locali”.    ”Noi dell’Italia dei valori – conclude Di Pietro – doppiamo  sopperire ad un partito chiuso in un bunker e che non vede il  paese reale”.  (ANSA).  

GOVERNO. DI PIETRO: E’ FASCISTA, RICHIAMO ALLE ARMI DI DEMOCRAZIA (DIRE) Roma, 15 lug. – “Bisogna costruire una risposta vera al governo piduista e fascista. Dobbiamo fare un richiamo alle armi della democrazia”. E’ l’esortazione del leader di Idv Antonio  Di Pietro, a margine del sit-in dei precari della scuola, davanti a Montecitorio.  “Come Idv- aggiunge l’ex pm- sentiamo l’impegno a fare massa per riunire chi e’ sfiduciato dalla politica e il vero partito di maggioranza, che e’ quello dei delusi”.  

SCUOLA: DI PIETRO, GOVERNO HA OPERATO TAGLI INDISCRIMINATI = (AGI) – Roma, 10 lug. – “Noi dell’Italia dei Valori sosteniamo le rivendicazioni dei precari della scuola e per questo siamo scesi in piazza accanto a loro per protestare contro i tagli indiscriminati che questo governo ha operato al comparto istruzione. La scuola pubblica continua ad essere smantellata a vantaggio della scuola privata che, invece, ricevera’ sostegni economici”. Lo ha affermato il Presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, partecipando ad una manifestazione dei precari della scuola in piazza Montecitorio. “E’ ora di restituire la scuola agli studenti e ai professori – ha aggiunto il leader IdV – stanziando fondi e garantendo la dignita’ ad un intero settore che rappresenta una fondamentale risorsa della societa’ italiana. Questo governo mette a rischio il diritto all’educazione previsto dalla nostra Costituzione, istituzionalizza il precariato ed impedisce alle nuove generazioni di avere un futuro”. (AGI)

Sicurezza/ Idv: Confermate critiche,legge inapplicabile e dannosa _Donadi: Governo prende in giro la gente e premia i malfattori Roma, 15 lug. (Apcom) – “Siamo stati facili profeti ed oggi i rilievi del presidente Napolitano confermano tutte le nostre critiche: si tratta di una legge inapplicabile e dannosa. Il reato di clandestinità paralizzerà i tribunali e rallenterà la giustizia, renderà più difficile il lavoro delle forze dell`ordine”. Lo afferma il capogruppo dell`Idv alla Camera Massimo Donadi, commentando le preoccupazioni e le perplessità con le quali il capo dello Stato ha accompagnato la firma del ddl sicurezza.   “Si tratta – aggiunge Donadi – di una legge manifesto, una cambiale elettorale pagata ad una parte della maggioranza che non aumenta la sicurezza dei cittadini, ma la riduce. Questo governo prende in giro i cittadini e premia i malfattori”.

DDL ALFANO: DONADI, E’ PASSAGGIO FINALE PIANO P2 (ANSA) – ROMA, 15 LUG – ”Sottomettere la magistratura al  controllo politico, dopo aver imbavagliato la stampa e amputato  la possibilita’ di perseguire i reati, e’ il passaggio finale  per realizzare il programma della P2”. Lo afferma il capogruppo  dell’Idv alla  Camera Massimo Donadi.   ”L’allarme lanciato dal Csm sulla riforma del processo penale  – aggiunge il capogruppo Idv alla Camera – rafforza quanto  sosteniamo da tempo e conferma la volonta’ di questa maggioranza  di sottomettere la giustizia”.  (ANSA).

SICUREZZA: BELISARIO, CENTRODESTRA METTE IN DIFFICOLTA’ COLLE = (AGI) – Roma, 15 lug. – ‘Il presidente della Repubblica ha firmato una legge avendo tante di quelle perplessita’ e preoccupazioni che ha scritto una lettera per esprimerle. Poteva non firmare se aveva dubbi di costituzionalita”. Secondo il presidente dei senatori dell’Italia dei Valori, Felice Belisario, ‘in realta’ dovrebbe essere questo governo, e questa maggioranza che lo sostiene, a non camminare con spregiudicatezza su ogni singolo provvedimento sul filo della costituzionalita’, di fatto svuotando, di legge in legge, tutti i contenuti della nostra Carta. E’ l’onorevole Lupi – conclude Belisario – insieme ai suoi colleghi del centrodestra, che dovrebbe avere piu’ rispetto per le istituzioni e non costringere il presidente della Repubblica a chiedere piu’ o meno esplicitamente correzioni su ogni singolo ddl’. (AGI)     Els

IDV: PRESIDIO DAVANTI PALAZZO CHIGI PER COMUNE FONDI = (AGI) – Roma, 15 lug. – “Via la mafia da Fondi”. Ed ancora: “17 arresti non bastano? Sciogliamo il Comune”. L’Italia dei Valori con una bandiera sulla quale campeggiano queste scritte ha organizzato un presidio davanti alla sede del Governo. Il Partito di Di Pietro chiede lo scioglimento del Comune laziale. Tra i presenti il senatore Stefano Pedica. (AGI)      

ABORTO: MURA(IDV), CAMERA E GOVERNO AFFRONTANO META’ PROBLEMA = (AGI) – Roma, 15 lug – “Sulla condanna dell’aborto come strumento di controllo delle nascite in sede internazionale, oggi alla Camera si e’ persa un’occasione e si e’ scelto di adottare anche su sollecitazione del governo una soluzione limitata”. Lo dichiara Silvana Mura deputata di Idv. “Chiedere una condanna dell’aborto forzoso in sede internazionale e’ certamente condivisibile, e noi la condividiamo, ma il problema va affrontato con un’iniziativa di ampio respiro che si proponga anche di individuare soluzioni per la questione della sovrappopolazione, principale causa di poverta’ nei paesi del terzo monda, che diffonda i principi fondamentali della tutela della salute sessuale dell’uomo e della donna, e che diffonda la conoscenza e l’utilizzo dei metodi contraccettivi nei paesi del terzo mondo per combattere le malattie a trasmissione sessuale e affermare il diritto ad una maternita’ consapevole. Questa era l’impostazione della mozione presentata dall’Italia dei Valori contro la quale si e’ espresso, a nostro avviso, in maniera irresponsabile il governo e la maggioranza dell’aula della Camera”.(AGI)

Giustizia/De Magistris: Governo teme toghe che indagano su potere _’Casta’ gradisce magistrati che colludono con poteri criminali Roma, 15 lug. (Apcom) – “Sottrarre alla magistratura la possibilità di indagare di propria iniziativa significa annullare la sua autonomia e violare l’obbligatorietà dell’azione penale, entrambi valori sanciti dalla nostra Costituzione”. Lo afferma in una nota Luigi de Magistris, eurodeputato dell`Italia dei Valori, in riferimento alla bocciatura da parte della Sesta commissione del Csm al ddl che riforma processo penale e ruolo del pm.   “E’ evidente – continua de Magistris- che la maggioranza di Governo aspira a sottoporre il pubblico ministero al potere politico, perchè fa paura una magistratura libera di investigare sulle devianze del potere stesso e sulle ramificate collusioni della criminalità organizzata. Così come è incostituzionale – conclude l`eurodeputato dell`IdV – limitare la manifestazione del pensiero dei magistrati: i magistrati che appannano l’indipendenza sono infatti quelli che colludono con i poteri criminali. Purtroppo, questi ultimi, sono invece graditi alla `casta`, che preferisce – conclude – fermare e punire magistrati liberi e indipendenti”.  REd/Pol

15 luglio 2009 Posted by | 1 | , , , | Lascia un commento

AMBIENTE. SCILIPOTI (IDV): ACQUA, BENE FONDAMENTALE PER LA VITA, SI TORNI A PARLARE DI RIPUBBLICIZZAZIONE

Roma – 09.07.09 – “Una delle grandi questioni rimane il riconoscimento formale del diritto all’acqua, bene essenziale per la vita di ogni uomo che non può cedere a leggi di mercato e divenire risorsa esclusiva”. Così l’On. Domenico Scilipoti dell’Italia dei Valori sul movimento tendente ad affermare il diritto all’acqua. “La ripubblicizzazione del servizio idrico è assolutamente prioritaria e riguarda tutti i paesi della terra, tanto che andrebbe inserita nell’agenda dei massimi incontri come il G8, per essere affrontata e discussa con doverosa attenzione. Per guardare più da vicino a quanto sta accadendo in Italia – prosegue il deputato IDV – il meccanismo introdotto dalle previsioni normative dell’art. 23 bis della L 133/08 finirà a breve per comportare un aumento vertiginoso di costi per l’utente finale, con il solito contorno di ulteriori enti-carrozzoni politicizzati dai lauti compensi. E se davvero, così come riteniamo, l’acqua è fonte di vita, allora la stessa deve essere garantita per livelli qualitativi elevati. Pensiamo al caso di Caltanissetta, dove l’acqua erogata in ben 14 Comuni ha presentato tracce di trialometani con valori nettamente superiori ai limiti di legge. Non è possibile incentrare l’attenzione solo sull’eventuale inefficienza del sistema di clorazione. Se da un lato è necessario un controllo scrupoloso sulla rete e sul sistema di diffusione – conclude Scilipoti – dall’altro è essenziale che le fonti siano di primissima qualità, per consentire ai cittadini un uso completo di tale bene, ad un costo equo e contenuto”.

14 luglio 2009 Posted by | 1 | , , , , | Lascia un commento

SEGNALATO DA UN NOSTRO LETTORE

Il sole tramonta e si tinge di rosa.
Ah, quanto vorrei esser a Villa Certosa!

Visitare il suo parco di certo è una gioia .
Ogni due passi ci incontri una troia!

Per tutta la notte si canta e si gioca;
e per chi è troppo stanco c’è pure la coca!

Lì son tutti felici: le troie e i ruffiani;
o un po’ meno gli altri Italiani …

7 luglio 2009 Posted by | 1 | , , , | Lascia un commento

Focus Idv del 1 luglio 2009


LODO ALFANO:DI PIETRO,ALFANO E 2 TOGHE CONSULTA SI DIMETTANO (ANSA) – ROMA, 1 LUG – La cena organizzata dal giudice  costituzionale Luigi Mazzella a casa sua, alla quale hanno preso  parte, tra gli altri, il presidente del Consiglio Silvio  Berlusconi, Gianni Letta, il ministro della Giustizia, il  presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato  Carlo Vizzini e un altro giudice della Consulta Paolo Maria  Napolitano e’ un episodio ”gravissimo”, che ”mina l’immagine  e la sacralita’ della Corte”. Pertanto, il leader dell’Idv,  Antonio Di Pietro, con la sua interpellanza al Guardasigilli,  chiede ”immediate dimissioni” non solo del ministro Angelino  Alfano, ma anche dei due ”giudici spregiudicati”.    ”Qualsiasi decisione verra’ presa dalla Corte Costituzionale  sul Lodo Alfano – sottolinea Di Pietro – non sapremo mai se  sara’ il frutto di un’autonoma scelta della Consulta o della  riunione carbonara” con il premier ”pluri-inquisito”.    La Corte Costituzionale, sottolinea il leader dell’Idv, ”’e’  un organo talmente indipendente che in nessun modo puo’ essere  oggetto di interferenze e pressioni ne’ da parte del governo,  ne’ da parte di altri organi costituzionali”.    Di Pietro chiede quindi le dimissioni del ministro della  Giustizia Angelino Alfano, che invece di prendere parte alla  cena avrebbe avuto ”il compito di vigilare”, e dei giudici  costituzionali Mazzella e Napolitano. (ANSA).

LODO ALFANO:DI PIETRO,TOGHE SPREGIUDICATE INFANGANO CONSULTA (ANSA) – ROMA, 1 LUG – ”Con il vostro concorso e quello di  due giudici spregiudicati e’ stata infangata la sacralita’ della  Corte costituzionale”. Lo ha detto il leader dell’Idv, Antonio  Di Pietro, rivolgendo, nell’aula di Montecitorio,  un’interpellanza al ministro della Giustizia, Angelino Alfano,  che ha preso parte alla cena insieme al presidente del  Consiglio, Silvio Berlusconi, a Gianni Letta e al presidente  della commissione Affari costituzionali del Senato, Carlo  Vizzini.    All’interpellanza, pero’, non ha risposto il Guardasigilli,  ma il ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, che  ha definito la cena tra i vertici dello Stato e quelli della  Consulta alla vigilia della decisione sul Lodo Alfano come un  ”incontro conviviale”.    Di Pietro ha affermato di ritenere la risposta di Vito  ”insoddisfacente e inaccettabile”. E ha accusato il  Guardasigilli e le due toghe della Consulta di aver ”minato la  credibilita’ della Corte Costituzionale”.    Di Pietro non si rivolge mai a Vito, nella sua risposta, ma  sempre ”al ministro della Giustizia che non c’e’ ”,  considerando l’assenza di Alfano nell’aula della Camera.    L’affondo di Di Pietro e’ durissimo: la decisione di prendere  parte a questa cena, soprattutto da parte del Guardasigilli e  anche del presidente del Consiglio ”che comunque e’  plurinquisito”, ha davvero minato ”la credibilita’ e  l’immagine della Corte”, che in Italia e’ l’istituzione  fondamentale (”sacra”).    Il leader dell’Idv afferma dunque di avere in questo governo  ”una totale sfiducia” e ricorda di aver promosso contro il  Lodo Alfano (”la legge che garantisce l’impunita’ al premier”)  un referendum popolare.(ANSA).  

VOLI STATO: IDV, AFFIDATI AI SERVIZI? SE VERO È GRAVISSIMO (ANSA) – ROMA, 1 LUG – Sarebbe ”gravissimo”: l’Idv, con il  capogruppo Massimo Donadi e la deputata Silvana Mura, scende in  campo contro l’ipotesi di segretare i voli di Stato.    ”Se queste notizie corrispondessero al vero – afferma Donadi  – ci troveremo di fronte ad un fatto di una gravita’ inaudita,  non solo ad un atto di imperio del presidente del Consiglio per  interessi personali, e non per ‘motivi di sicurezza e  riservatezza’ come recitano le motivazioni ufficiali, ma ad un  tentativo bello e buono di insabbiare la  verita’ e di  ostacolarla ora e per sempre”.    ”Impedire la pubblicazione di ogni sorta di intercettazioni  perche’ il premier ne e’ rimasto vittima, far calare il segreto  sull’uso dei voli di stato perche’ e’ stato dimostrato che il  premier li ha sovente messi a disposizione di suoi ospiti  privati, che non avrebbero avuto alcun titolo per utilizzarli –  ha commentato Silvana Mura, deputata dell’Idv – da’ vita in  misura sempre maggiore alla politica dell’ ‘aumma aumma’ che  piace alla casta e offende i cittadini”.     A parlare di voli di Stato gestiti direttamente  dall’intelligence e’ oggi il ‘Corriere della Sera’, spiegando  che la decisione del Governo sarebbe stata presa dopo la  pubblicazione delle foto del premier Silvio Berlusconi ”che  imbarca a bordo degli aerei con la sigla ‘Repubblica Italiana’ i  suoi ospiti privati”. Nella richiesta di avvio della procedura,  che secondo il ‘Corriere’ sarebbe gia’ stata trasmessa  all’Aeronautica Militare, i trasferimenti verrebbero incolonnati  sotto la voce ”sicurezza e riservatezza”. Tutti i documenti  relativi, scrive il Corsera, ”saranno coperti dal segreto”.  Comprese le liste dei passeggeri. (ANSA).    

BERLUSCONI: BELISARIO (IDV), ALFANO RIFERISCA SU CENA PREMIER-GIUDICI =  (ASCA) – Roma, 1 lug – ”Il ministro della giustizia venga a riferire in Aula per smentire o confermare la notizia, pubblicata dagli organi di stampa, relativa ad una cena riservata che nessuno si e’ premurato di smentire”. Lo ha detto il capogruppo dell’Italia dei Valori al Senato Felice Belisario, in apertura di seduta, e che su questo argomento ha presentato un’interpellanza urgente.     ”Questa cena – ha ricordato Belisario – avrebbe coinvolto due esponenti della Corte costituzionale, il Presidente del Consiglio, il ministro Alfano, il Presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato, e pare anche gli avvocati del Presidente del Consiglio. In quella occasione si sarebbe parlato del lodo Alfano, che il 6 ottobre verra’ sottoposto all’attenzione della Corte costituzionale, quindi anche di due componenti che lo dovrebbero giudicare. E’ il caso di ricordare che, se dichiarato incostituzionale, obbligherebbe Berlusconi a farsi giudicare dal Tribunale di Milano che ha gia’ condannato il suo coimputato Mills”. Per Belisario ”inoltre, in quell’incontro si sarebbe parlato di un testo che probabilmente un componente della Corte costituzionale avrebbe preparato per modificare la Costituzione nella parte riguardante la magistratura. Sono quindi interrogativi di grande rilievo e di particolare che imporrebbero al ministro della giustizia di dire la verita’ al parlamento e al Paese senza giocare con le istituzioni”.   

DDL SICUREZZA: BELISARIO, CHIESTO DI NON STROZZARE DIBATTITO = (AGI) – Roma, 1 lug. – L’Idv chiede di non strozzare il dibattito nell’aula del Senato sulla fiducia posta dal governo al ddl sicurezza. “Abbiamo chiesto i tempi giusti per discutere su questo provvedimento ed illustrare la posizione dell’Idv di netta contrarieta’”. Lo dice ai giornalisti il capogruppo dell’IDV al Senato, Felice Belisario, al termine della Conferenza dei capigruppo. (AGI)          

CRISI ECONOMICA: IDV, DDL SVILUPPO SALVA LOBBIES ED E’ CONTRO CITTADINI =        Roma, 1 lug. (Adnkronos) – No alle norme contenute nel disegno  di legge sviluppo ”perche’ contiene norme a vantaggio di precise  lobbies e corporazioni e a danno dei cittadini”. Lo dichiara Antonio  Borghesi, vice capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera.  ”La prima delle lobbies che questo testo va a salvare – spiega  Borghesi – e’ quella degli industriali, con la vergognosa questione  della Class action. Non solo e’ stata modificata rispetto al vecchio  provvedimento, e di fatto svuotata del suo valore di arma di difesa  per i cittadini, ma ne e’ stata anche rinviata l’entrata in vigore”.  ”Un provvedimento anti cittadini, dunque – conclude Borghesi –  oltre che antifederalista, perche’ di fatto toglie spazio alle regioni in materie che erano di loro competenza. Un ennesima trovata del  governo per salvare le fasce forti e penalizzare i comuni cittadini.  Un provvedimento cui noi diciamo no”.

RAI: PARDI, TG1 CI IGNORA ANCORA PRESTO AZIONI CLAMOROSE = (AGI) – Roma, 1 lug. – ‘Ancora una volta il Tg1 ignora l’Italia dei Valori. Davvero non abbiamo piu’ parole per definire il comportamento del telegiornale di Minzolini che non ha mai dato, nella sua gestione, voce al nostro partito’. Pancho Pardi, capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione di Vigilanza, denuncia l’ennesima censura del Tg1 ai danni dell’Idv. ‘Neanche oggi – prosegue il senatore Pardi – nonostante si stia discutendo di un tema fondamentale per il nostro paese come il pacchetto sicurezza, le quasi due milioni e 400mila persone che ci hanno votato alle Europee, l’8 per cento, non hanno potuto conoscere la nostra posizione. Non abbiamo accettato la logica spartitoria che da troppo tempo vige nella Rai, ma non per questo chi gestisce il servizio pubblico puo’ continuare a ignorarci. E’ una situazione che nella gestione Minzolini continua a essere sempre piu’ insostenibile. Non vorremmo essere costretti – conclude Pardi – ad azioni clamorose’. (AGI) 

GIUSTIZIA: PALOMBA (IDV), AL VIA ESAME PDL FALSO IN BILANCIO = (AGI) – Roma, 1 lug. – Oggi in commissione Giustizia della Camera e’ stato incardinato l’esame della proposta di legge sottoscritta da Antonio Di Pietro e Federico Palomba sulle modifiche alle disposizioni in materia di falso in bilancio e altri illeciti societari che propone il ripristino delle norme precedenti alle modifiche attuate dal governo Berlusconi nel 2002. Ad annunciarlo in una nota e’ stato Federico Palomba, capogruppo dell’Idv in commissione Giustizia della Camera.     “La filosofia del provvedimento – ha spiegato Palomba – risponde all’esigenza di garantire la veridicita’ di tutte le operazioni di materia societaria e finanziaria. Questa necessita’ e’ forte in una fase in cui la crisi mondiale e’ stata determinata proprio da irregolarita’ in materia economico e finanziaria e di cui il reato di falso in bilancio e’ stata la principale causa”.     L’Italia, ha aggiunto, “prenda esempio dagli altri paesi del mondo che attuano sanzioni molto severe contro questi manager criminali. Senza pene certe e severe, in Italia, a pagare saranno sempre i risparmiatori e le societa’ che si comportano correttamente. Spero – ha concluso Palomba – che il dibattito sulla materia venga impostata su basi tecniche ed economiche senza pregiudiziali di carattere politico’.

Intercettazioni/ Idv: Fermare ddl liberticida e pericoloso _Li Gotti: Magistratura e stampa da tempo nel mirino del premier Roma, 1 lug. (Apcom) – “Magistratura e stampa sono da tempo nel mirino del presidente del Consiglio. Per questo, nonostante i danni enormi che questo provvedimento arrecherà, ad esempio nelle indagini sulla mafia, specie nei cosiddetti reati satellite del crimine organizzato, Berlusconi e la sua maggioranza hanno deciso di non ascoltare i richiami non solo dell’opposizione, ma di tanta parte della società civile nonché i reiterati richiami del procuratore nazionale antimafia al fine di scongiurare l’emanazione di una legge che costituisce un regalo al crimine”. E’ quanto sostiene in una nota il senatore Luigi Li Gotti, capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Giustizia.   “Non voglio pensare che vi siano intercettazioni compromettenti per il presidente del Consiglio, come da più parti si vocifera – prosegue – ma chiedo, l’ho già chiesto in commissione e continuerò a chiederlo in aula, di fermare un disegno di legge liberticida e pericoloso. La sicurezza dei cittadini non si tutela né con il ddl su cui il governo ha posto la fiducia oggi né con il divieto delle intercettazioni. Questo governo ha sbagliato strada e per vendicarsi dei propri nemici ha deciso, per usare una metafora, di far morire Sansone con tutti i filistei”.

PUGLIA: ZAZZERA (IDV), AZZERAMENTO GIUNTA EFFETTO VICENDA GIUDIZIARIA = Bari, 1 lug. – (Adnkronos) – ”L’azzeramento della giunta  regionale pugliese e’ l’effetto di una vicenda giudiziaria, non  politica, che dimostra ancora una volta che esiste una questione  morale nel governo regionale”. Lo afferma il coordinatore regionale  della Puglia e deputato di Italia dei Valori, Pierfelice Zazzera.  ”Spiace che il presidente della Regione – aggiunge – se ne accorga  solo oggi a otto mesi dalla scadenza del suo mandato. Non credo che si possa fare in otto mesi quello che non si e’ voluto fare in quattro  anni. Per anni abbiamo denunciato – prosegue Zazzera – l’esistenza di  un enorme conflitto d’interessi in materia sanitaria legata alla  presenza in giunta dell’assessore Alberto Tedesco, ma le nostre  denunce solitarie sono rimaste inascoltate. Oggi – continua – la  situazione viene drammaticamente alla luce del sole e rende evidente  il fallimento del Governo Vendola travolto dalle inchieste  giudiziarie, e che azzera la giunta solo per evitare danni peggiori”. ”Ci sono direttori generali di Asl indagati ancora al loro  posto e sta emergendo un sistema di corruzione nella sanita’ pugliese  trasversale. Prendiamo atto della decisione del presidente Vendola di  azzerare l’esecutivo e di aprire una nuova fase politica allargando la coalizione a Udc e Idv. Ma Idv ribadisce di non essere interessata  alle poltrone. Ringraziamo il presidente per l’attenzione tardiva, ma  – conclude Zazzera – vogliamo confrontarci sui contenuti: la gestione  sanitaria, i vertici delle Asl chiacchierati da azzerare, la gestione  pubblica dell’acqua, i fondi e le risorse destinati alla formazione  professionale e, infine, la gestione del ciclo dei rifiuti. Su questi  temi i pugliesi si aspettavano la discontinuita’, su questi temi  vogliamo incalzare il presidente”.

Viareggio, De Toni (Idv): Piu’ soldi per sicurezza treni locali Roma, 01 LUG (Velino) – “Non e’ possibile che in questo Paese si continuino a dare i soldi per realizzare solo l’alta velocita’ e che nella realta’ delle ferrovie regionali e locali si continui a morire perche’ non si controllano i carri ferroviari che circolano nel nostro Paese”. Lo ha detto in aula, commentando l’informativa del ministro Matteoli sulla tragedia di Viareggio, il capogruppo dell’Italia dei valori in commissione Trasporti del Senato, Gianpiero De Toni. “Su questo punto – ha ribadito De Toni che ieri ha presentato un’interpellanza su questo tema – vogliamo chiarezza. I fondi che il governo Prodi aveva destinato alle Ferrovie dello Stato hanno subito con la legge finanziaria 2009 una riduzione del 32,5 per cento e gli incidenti ferroviari sono continuati ad aumentare. Ci sono troppi aspetti di questa vicenda che ancora non risultano chiari, troppi aspetti di questa vicenda che ripropongono l’annoso problema delle responsabilita’ per la grave situazione in cui versa lo stato della sicurezza del trasporto ferroviario del nostro Paese”. (com/mat)

Olio d’oliva, Di Nardo (Idv): Etichetta su tutti i prodotti Roma, 01 LUG (Velino) – “Finalmente uno dei nostri migliori prodotti agricoli, l’olio d’oliva ed extravergine d’oliva, fiore all’occhiello del ‘Made in Italy’, sara’ ulteriormente valorizzato”. Cosi’ il senatore Di Nardo commenta l’ entrata in vigore del Regolamento (Ce) 182 del 6 marzo 2009, che obbliga a indicare in etichetta la provenienza delle olive impiegate per produrre l’olio vergine ed extravergine di oliva in commercio. “Da oggi, in Europa, non sara’ piu’ possibile smerciare come made in Italy l’extravergine ottenuto da miscugli di olio spremuto da olive tunisine, greche o spagnole senza alcuna informazione per i consumatori. Qualita’ e  tipicita’ delle nostre produzioni agro alimentari dovrebbero essere piu’ valorizzate, soprattutto in questo periodo di crisi. Per questo, – conclude l’esponente dell’Idv – e’ fondamentale adottare un sistema di etichettatura chiaro e trasparente anche per tutti gli altri prodotti alimentari che ne sono ancora sprovvisti al fine di avere una vera e propria carta d’identita’ a garanzia sia dei cittadini, che possono scegliere,  sia dei produttori che possono cosi’ riavvicinarsi ai consumatori finali”. (com/rog)

3 luglio 2009 Posted by | 1 | , , , , , | Lascia un commento

Focus Idv del 26 giugno 09


LODO ALFANO: DI PIETRO, IN CONSULTA ‘CONSIGLIORI’ BERLUSCONI (ANSA) – ROMA, 26 GIU – ”Ci sono due giudici della Corte  Costituzionale che fanno i consiglieri, anzi i ‘consigliori’ del  principe, e si mettono al suo servizio per dargli le migliori  indicazioni per fare le leggi che gli consentono di mantenere  l’impunita’ e di conquistare il potere”. Lo afferma Antonio Di  Pietro, presidente dell’Italia dei Valori, commentando  l’articolo apparso oggi sull”Espresso’ che riporta la notizia  di una cena, tenutasi a casa del giudice della Consulta, Luigi  Mazzella, tra Berlusconi, il ministro della Giustizia, Angelino  Alfano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni  Letta, il presidente della commissione Affari costituzionali del  Senato, Carlo Vizzini, e due giudici della Corte Costituzionale,  Paolo Maria Napolitano e Luigi Mazzella.     ”Per questo l’Idv – spiega – ha presentato oggi un  interpellanza urgente al governo. A questo punto – continua Di  Pietro – si pone un grave problema di incompatibilita’ e di  conflitto di interessi dei due giudici; e l’unico modo per  risolverlo sono le loro immediate dimissioni, poiche’ la loro  indipendenza stata del tutto minata”.     ”Chiediamo formalmente – conclude il leader di Idv – e per  questo abbiamo presentato un’interpellanza al governo, che la  Corte Costituzionale non si pronunci sul lodo Alfano fino a  quando i due magistrati in questione non si saranno dimessi”.

Pil/ Di Pietro: entro fine 2009 andrà a -5%, mancano riforme _”Non vedo alcuna manovra importante per assistere le aziende” Roma, 26 giu. (Apcom) – “E’ inutile che Mario Draghi e Giulio Tremonti si accapiglino. Sono pronto a scommettere che a fine anno il Pil toccherà, nella migliore delle ipotesi, un -5%, perché le riforme strutturali ci sono state sì, ma non in economia”. E` quanto scrive sul suo blog Antonio Di Pietro, leader dell`Italia dei Valori.    “Questi governanti – prosegue Di Pietro – hanno seviziato la giustizia, violato la Costituzione, delegittimato il Parlamento, annientato l`etica, sdoganato l`evasione fiscale, alimentato la logica del `più furbo` e spaccato la società creando un divario sociale da Paese terzomondista. Non soddisfatti, hanno annientato l`informazione, occupato le frequenze di Stato, instillato la paura del diverso, foraggiato la criminalità organizzata. Insomma, tutto hanno fatto, in tutti i campi, tranne che in economia”.   “Nessuna manovra importante è stata fatta per assistere le aziende nel contenere i licenziamenti, per sostenere i disoccupati e le famiglie monoreddito, almeno per tutto il 2009, per agevolare i nuclei familiari numerosi, per abbattere le imposte e gli anticipi sull`esercizio successivo in soccorso delle aziende, per versare l`Iva all`incasso e non anticipatamente. Ma lo sa il governo – si chiede Di Pietro – che le banche hanno circa il 50% delle aziende con problemi d`insolvenza? Che chi lavora con la Pubblica Amministrazione è destinato a fallire poiché viene pagato a sei mesi? Tornate con i piedi per terra, uscite dai baldacchini di Palazzo Grazioli e dalle tante Ville Certosa in cui vi rinchiudete a festeggiare e scendete nelle strade, tra la gente, per avere il polso del Paese”.

PROVINCE: DI PIETRO, LA CASTA AFFOSSA ABOLIZIONE (ANSA) – ROMA, 26 GIU –    ”I timori che la Casta avrebbe  fatto di tutto per affossare il disegno di legge per  l’abolizione delle province e scrivere la parola ‘fine’ alla  libera battaglia che anche il tuo giornale aveva portato avanti,  sono diventati realta”’. Questo e’ uno dei passaggi della  lettera indirizzata al direttore di ”Libero” Vittorio Feltri,  dal leader dell’Idv Antonio Di Pietro.    Di Pietro denuncia che l’esame in aula  della proposta dell’  Idv per l’eliminazione delle province  ”con una forzatura dei  regolamenti parlamentari da parte del presidente della Camera  Gianfranco Fini e’ stata rinviata a settembre”.      Di Pietro accusa tutte le forze politiche di aver  inizialmente appoggiato la battaglia per ”racimolare qualche  voto in piu’ alle elezioni” e poi, invece di aver lasciato che  la proposta del’Idv venisse rinviata, operando ”di nascosto,  alla chetichella, in commissione e nelle segrete stanze”.    Anche se  la proposta dell’Idv sara’ esaminata insieme al  nuovo codice delle autonomie che il Governo proporra’ dopo  l’estate,  Di Pietro  e’ convinto di trovarsi di fronte ad un  ”affossamento finale” perpetrato dalla maggioranza  con la  ”complicita’ di parte dell’opposizione che insieme hanno  scritto la parola ‘fine’ all’abolizione delle province”.    ”La Casta – prosegue l’ex magistrato – ancora una volta, e’  riuscita nel suo intento di perpetuare se stessa ed il suo  potere” nonostante l’abolizione delle province fosse nel  programma di Pd e Pdl. ”Ancora una volta la partitocrazia ha  vinto sugli interessi dei cittadini”.    Le province italiane ”sterili echi di rappresentanza  democratica – sostiene Di Pietro – sono il simbolo di una certa  politica, senza distinzione di colore, che pensa di piu’ ad  aumentare e mantenere il proprio potere, fatto di poltrone e  prebende, piuttosto che creare le condizioni per avvantaggiare o  beneficiare i cittadini”. (ANSA).

CRISI: DL; BORGHESI (IDV), ENNESIMO PROVVEDIMENTO TAMPONE (ANSA) – ROMA, 26 GIU – ”La legge anticrisi varata oggi dal  governo e’ l’ennesima misura tampone”. Lo afferma Antonio  Borghesi dell’Idv.     ”Mancano completamente le misure strutturali, mirate ad  affrontare la crisi e a gestire i suoi effetti nel tempo. Il  nostro Paese – spiega – sta attraversando un momento di profonda  recessione economica e tutto quello che il Governo sa fare e’  mettere in campo misure improvvisate che andavano bene sei mesi  quando Italia dei Valori le aveva chieste ma che sono del tutto  inadeguate oggi. Manca un disegno di ampio respiro, un progetto  strutturato, che e’ proprio quello che serve al Paese”.     ”La decisione, poi, di inviare altri 1.250 militari per  pattugliare le strade delle citta’ – prosegue – e’ l’ennesimo  spot. Non capiamo dove sia la coerenza del Governo. Da una parte  toglie fondi alla sicurezza e impedisce alle nostre forze  dell’ordine di fare il loro lavoro, dall’altra invia militari  sulle strade. Anche su questo, il Governo tampona ma non  risolve”.(ANSA).

RAI: PARDI (IDV), TG1 RIDICOLO SU SCAMBIO BERLUSCONI-CESA (ANSA) – ROMA, 26 GIU – ”Se non fosse penoso e squalificante  si potrebbe definire solamente ridicolo il modo in cui il Tg1 di  oggi ha riferito dello scambio di messaggi tra Berlusconi e il  segretario dell’Udc Cesa”. Lo sostiene il sen. Francesco  ‘Pancho’ Pardi, membro IdV della commissione di Vigilanza,  secondo cui ”a parte la considerazione che quei venti secondi  letti dalla speaker hanno rappresentato l’unica notizia che,  secondo Minzolini, i telespettatori del Tg1 potevano conoscere  della vicenda a luci rosse che vede sempre piu’ invischiato il  presidente del Consiglio, c’e’ da notare che tutto e’ ruotato  intorno al dispiacere ed alla solidarieta’ di Berlusconi agli  interessati per gli attacchi gossippari che il Giornale sta  portando a D’Alema e ad altri esponenti dell’opposizione”.          ”Come se il quotidiano in questione – ricorda Pardi – non  facesse parte del gruppo editoriale della famiglia Berlusconi e  come se lui si dissociasse effettivamente da questo modo di fare  battaglia politica. In realta’, considerando anche la sua  immediata controreplica a Cesa, opportunamente registrata nella  notizia del Tg1, il tutto e’ sembrato piu’ un messaggio dai toni  intimidatori. Forse – conclude il senatore IdV – la prossima  volta sara’ meglio che i due si limitino a farsi una  telefonata”.  (ANSA).

BERLUSCONI: DE MAGISTRIS, GRAVE CENARE CON GIUDICI CONSULTA SE E’ VERO QUELLO CHE SCRIVE L’ESPRESSO CONFUSIONE INTERESSI (ANSA) – ROMA, 26 GIU – ”Se dovesse corrispondere a verita’  quello che scrive il settimanale ‘L’Espresso’ riguardo a cene  private e conviviali tra il presidente del Consiglio, il  Ministro della Giustizia, giudici della Corte Costituzionale ed  altri apicali esponenti istituzionali, ci troveremmo di fronte  all’ennesima confusione tra interessi istituzionali ed interessi  privati”. Lo afferma l’eurodeputato dell’Italia dei Valori,  Luigi de Magistris prendendo spunto dall’articolo dell’Espresso  ”Silvio fa la Corte” in cui si parla di una cena del premier  con due giudici della Corte Costituzionale, Luigi Mazzella e  Paolo Maria Napolitano, presenti anche il ministro della  Giustizia Angelino Alfano, il sottosegretario alla presidenza  Gianni Letta e il presidente della commissione Affari  Costituzionali del Senato Carlo Vizzini. Durante l’incontro,  secondo il settimanale, si sarebbe parlato della trasformazione  dei pm in ”avvocati dell’accusa”.     De Magistris, nel criticare Berlusconi per l’incontro, fa  notare che la Consulta nelle prossime settimane ”dovra’  giudicare la legittimita’ costituzionale del Lodo Alfano,  decidendo cosi’ se il presidente del Consiglio potra’ essere  giudicato nel processo Mills come ogni cittadino”.    ”Non credo proprio sia opportuno, qualora ovviamente sia  vero, – ribadisce De Magistris – che alcuni giudici banchettino  con il principale interessato in merito ad una cosi’ importante  decisione. Cosi’ come altrettanto sconcertante sarebbe la  circostanza che in quella cena si sia messa a punto la strategia  di soppressione istituzionale della figura del Pubblico  Ministero.    ”E’ proprio vero – conclude l’europarlamentare – che i  Pubblici Ministeri autonomi ed indipendenti sono considerati un  pericolo in un Paese dilaniato dalla corruzione e pervaso dalla  criminalita’ organizzata. Ma la misura quando sara’ colma?”.

EDITORIA. GIAMBRONE (IDV): SOLIDARIETA’ AI GIORNALISTI DELLA DIRE (DIRE) Roma, 26 giu. – “Nell’esprimere la solidarieta’ del partito e del Gruppo del Senato all’intera redazione dell’agenzia di stampa Dire, come Italia dei Valori ci impegniamo affinche’ sia fatta chiarezza sul modo di operare di alcuni editori e gruppi editoriali, i quali tendono a fare ricorso sempre piu’ spesso alle dichiarazioni di stato di crisi, utilizzando strumentalmente regole e ammortizzatori sociali creati a difesa dei lavoratori per effettuare drastiche riduzioni del corpo redazionale”. Lo sostiene il vicecapogruppo dei senatori IdV, Fabio Giambrone, il quale si dice preoccupato “per il futuro occupazionale di tanti giornalisti, compresi i redattori di altre agenzie e di vari altri giornali in questi giorni al centro di annunciate ristrutturazioni, che rappresentano l’anello debole di quella catena che deve garantire un’informazione libera e pluralista, indispensabile per la tutela della vita democratica”.

29 giugno 2009 Posted by | 1 | , , | Lascia un commento

AL CAPITALISO PIACE QUESTA CRISI ECONOMICA

Di seguito presento un’analisi di Giorgio Cremaschi, della FIOM-CIGL e fondatore della Rete 28 Aprile, riguardante l’attacco ai diritti dei lavoratori in una fase di dissesto economico-sociale in atto nel nostro paese, dal titolo eloquente “Al capitalismo piace questa crisi”.
La finalità del sindacalista, autore dello scritto, è quella di spiegare le ragioni più profonde dello sciopero generale del 12 dicembre prossimo venturo, che la CGIL ha proclamato in splendida solitudine per contrastare una manovra complessiva dell’esecutivo pidiellino-leghista, la quale sembra rivolta a “riformare” il mondo del lavoro italiano in senso favorevole alla sola industria decotta, riunita sotto le bandiere di Confindustria e decisa a continuare sulla via della compressione dei salari, della progressiva eliminazione delle garanzie ai lavoratori e dello sfruttamento della flessibilità selvaggia del lavoro in ogni settore.
L’azione governativa dell’esecutivo pidiellino prevede tutta una serie di misure – da quelle relative alla detassazione dei soli straordinari, che rafforza la componente discrezionale della retribuzione a scapito di quella fissa e garantita, alla deregolamentazione che indebolisce il contratto nazionale [legge n° 133 del 2008], dal ripristino del lavoro a chiamata al peggioramento delle condizioni di salute e sicurezza del lavoratore – che delineano un quadro futuro molto fosco per gran parte della popolazione italiana, che di lavoro dipendente vive.

Ritengo che l’analisi di Cremaschi sul tema del nuovo sfruttamento di un lavoro con sempre meno difese e protezioni sociali sia molto lucida, forse la migliore che ho avuto occasione di leggere in queste ultime settimane, e per tale motivo mi sento quasi in dovere di proporla.Dal mio punto di vista – per altro non troppo dissimile da quello del sindacalista della FIOM – insisto nell’affermare che tutti i segnali ci portano a concludere che il capitalismo internazionalizzato della terza età riassume i duri comportamenti, con effetti dirompenti di vistoso arretramento sul piano sociale, caratteristici del primo capitalismo ottocentesco.
In particolare, torna d’attualità la spietata visione dell’economista classico David Ricardo, con la compressione della quota di prodotto riservata ai salari, nell’esaltazione finale di una vera e propria tara genetica del capitalismo: il principio della comparazione dei costi, con la ricerca del più basso costo di produzione che negli ultimi anni ha avuto respiro planetario ed ha conosciuto sempre meno limiti. Ricerca del più basso costo di produzione e massimizzazione del tasso di profitto – al di là di qualsiasi considerazione di ordine sociale, politico ed etico – significa, nella nostra realtà, compressione del costo del lavoro, in particolare se si privilegia, in un ottica meramente “difensiva” rispetto alla concorrenza di mercato, l’innovazione di processo in luogo dell’innovazione di prodotto, caratteristica dell’industria italiana in molti settori, negli ultimi due o tre decenni.
Nella postmodernità, dunque, il capitalismo – assunta una dimensione finanziaria di moltiplicazione fittizia della ricchezza e un nomadismo senza uguali nelle epoche precedenti – ha proceduto nel tentativo di “smantellare” gli stati nazionali e le federazioni, ridotti a semplici catene di trasmissione dei suoi interessi, e di depotenziare, in particolare e per ciò che qui interessa, le tutele e coperture sociali assicurate al lavoro dal compromesso fordista e dalla nascita del welfare. Questo processo di autentica distruzione della dimensione politica e sociale, a solo vantaggio di quella privata e finanziaria del capitale, sembra non arrestarsi anche di fronte alla crisi che avanza, la quale potrà essere sistemica, portando a svolte epocali nella storia umana, e non rappresentare soltanto una “congiuntura” come ci fanno credere in molti.
Fino a quali livelli si può comprimere il monte salari, a vantaggio della quota del prodotto sociale che va ai profitti?Secondo David Ricardo – che era un agente di cambio figlio di un banchiere ebreo, non dimentichiamolo – fino al minimo livello che può garantire la sopravvivenza del lavoratore e del suo nucleo familiare. In tali contesti e all’interno di questa logica socialmente aberrante, la forza-lavoro deve perciò poter riprodursi, fornire risorse il più possibile “intercambiabili” al capitale, ma non è richiesto né necessario che si emancipi o che gli sia garantito il raggiungimento di un livello di vita materiale più alto. Quanto precede spiega la recente, pelosa “carità pubblica” del IV governo Berlusconi, rivolta esclusivamente agli indigenti – ad esempio attraverso l’uso di una social card caricata mensilmente con pochi spiccioli – e senza vere ed estese misure di sostegno dei redditi da lavoro dipendente.
Berlusconi si è detto dispiaciuto di non poter procedere alla detassazione delle tredicesime di operai e impiegati, eppure il pacchetto anti-crisi – di cui si vanta il super ministro dell’economia Giulio Tremonti – può contare su ben “sette strumenti” che si applicano ad un volume della bellezza di 80 miliardi di euro, detassazioni e trasferimenti netti compresi. Nella realtà, si vuole legare sempre di più i livelli retributivi – estendendo la parte variabile e discrezionale del salario a scapito di quella fissa, lasciando dilagare il precariato – agli andamenti economici aziendali, nella privatissima esaltazione della “efficienza”, della “produttività”, della crescita indefinita del tasso di profitto e nell’adorazione totemica del mercato.
In paesi deboli e privi di autonomia nel decidere autonomamente le politiche economiche e sociali – quale è, in effetti, l’Italia – pur davanti all’imminenza del disastro non vi potrà essere un’inversione di tendenza, fintanto che ciò non avverrà nel cuore del “sistema” in cui è iniziata l’ultima mutazione del capitalismo, cioè negli Stati Uniti d’America e fino a che il vento del cambiamento non inizierà a soffiare con prepotenza anche nella periferia dell’Europa.Diamo spazio, dopo di questo non brevissimo e spero non inutile commento, alle parole di Cremaschi: “Al capitalismo piace questa crisi”di Giorgio Cremaschi Dobbiamo smetterla di discutere delle chiacchiere e guardare alla sostanza dei provvedimenti che vengono presi. Per ora non c’è un solo paese occidentale che abbia deciso misure per far aumentare i salari e fermare i licenziamenti. Anche Obama tace sul salario minimo di legge, che negli Usa è fermo al 1998. Al contrario tutte le decisioni che vengono concretamente varate servono a sostenere le banche, la finanza, i programmi d’investimento, di ristrutturazione, di licenziamento delle imprese. Sotto l’onda dell’emergenza globale si affermano criteri sociali che sono quelli di una vera e propria economia di guerra.
E anche gli investimenti militari veri e propri aumentano.
Mentre i poveri reali crescono a dismisura, si definiscono ristrette categorie di poveri ufficiali. In Italia stiamo sperimentando l’elemosina di stato che tocca, con la carta sociale del governo, un milione e duecento mila persone.C’è del metodo in questa follia. Si usa la crisi per selezionare un nuovo tipo di lavoratore, e costruire attorno ad esso una società ancora più ingiusta e feroce di quella attuale. Da noi hanno cominciato con la scuola e l’Università. Le controriforme del governo sono state scritte su dettatura della Confindustria e partono dall’assunto che è impossibile avere una scuola di massa pubblica ed efficiente. Così si abbandona a se stessa gran parte della scuola pubblica e si seleziona, assieme alle imprese, l’élite per il mercato e per il profitto. In Alitalia si è fatto lo stesso. L’intervento pubblico è servito a socializzare le perdite, che pagheremo tutti noi. I padroni privati invece potranno scegliere dal contenitore della vecchia società il meglio delle rotte, delle strutture, e naturalmente dei lavoratori. E chi non ci sta attenta all’interesse nazionale. Il Sole 24 ore ha dedicato un editoriale ai nuovi nemici del popolo, piloti, musicisti, lavoratori specializzati, che pretendono di difendere il proprio status. La macina del capitalismo diventa ancora più dura quando questo va in crisi. Nel 1994 la Fiat buttò in Cassa integrazione gran parte di quegli impiegati e capi, che sfilando a suo sostegno nell’ottobre del 1980, le fecero vincere la vertenza contro gli operai. Oggi si parla tanto di merito, ma tutte le categorie professionali subiscono gli effetti di un’organizzazione del lavoro sempre più parcellizzata e autoritaria, mentre l’unico merito che davvero viene riconosciuto è quello della fedeltà e dell’obbedienza.L’amministratore delegato della Fiat vuole che la sua azienda somigli sempre di più alla catena di supermercati Wall-Mart. Si dice che Ford abbia installato le prime catene di montaggio ispirandosi a come si lavorava nei magazzini della carne di Chicago. Il modello giapponese a sua volta nasce copiando la logistica dei moderni supermercati. Ora la Fiat annuncia un futuro copiato dalla più grande catena di supermercati a basso costo. Ma Wall-Mart è anche una società brutalmente antisindacale, che schiavizza i propri dipendenti. Il programma di Marchionne è dunque anche un programma sociale, che prepara ulteriori assalti all’occupazione e ai diritti dei lavoratori Fiat. Le leggi sul lavoro flessibile che centrosinistra e centrodestra hanno varato in questi anni, ora mostrano la loro vera funzione. Esse permettono di licenziare centinaia di migliaia di persone senza articolo 18 o altro che l’impedisca. E così la tutela contro i licenziamenti diventa un privilegio, quello che permette di essere almeno dichiarati come esuberi. E i soliti commentatori di entrambi gli schieramenti annunciano che con tanto precariato, i privilegi non si possono più difendere. Per i migranti la perdita dei diritti sociali diventa anche distruzione di quelli civili. Chi viene licenziato, grazie alla Bossi-Fini, diventa clandestino e con lui tutti i suoi famigliari. E la crisi avanza. Che essa fosse ben radicata nell’economia reale e non solo in quella finanziaria, lo dimostra la velocità con cui si ferma il lavoro, si licenziano o si mettono in cassa integrazione i dipendenti. Una velocità superiore a quella della caduta della Borsa.
Le ristrutturazioni nelle aziende non sono solo crisi. Esse, come sostengono tanti dottori Stranamore dell’economia, hanno una funzione “creatrice”. Esse servono a frantumare le condizioni sociali e di lavoro, a dividere e contrapporre gli interessi, a fare entrare nel Dna di ogni persona che la sconfitta e di uno è la salvezza di un altro. La riforma del modello contrattuale vuole suggellare questa situazione. Distruggendo il contratto nazionale e limitando la contrattazione aziendale al rapporto tra salario e produttività, essa punta a selezionare una nuova specie di lavoratori super flessibili, super obbedienti e super impauriti. E per il sindacato resta la funzione della complicità, come è scritto nel libro Verde del governo.
Se è vero che le crisi sono occasioni, quella italiana sta delineando la possibilità di distruggere ogni base materiale dei principi contenuti nella Costituzione della Repubblica. Bisogna fermarli, bisogna travolgerli come stava scritto in uno striscione degli studenti. Non ci sono mediazioni rispetto al disegno di selezione sociale che sta avanzando sotto la spinta della Confindustria e del governo. O lo sconfiggiamo o ne verremo distrutti. Per questo lo sciopero del 12 dicembre non può concludere, ma deve dare l’avvio a un ciclo di lotte in grado di imporre un’altra agenda politica e sociale. Alla triade privato, mercato, flessibilità, bisogna contrapporre la difesa e l’estensione del pubblico sociale, dei diritti e dei salari. E l’Europa di Maastricht è nostro avversario così come il governo Berlusconi. C’è sempre meno spazio per quella cultura riformista che pensava di coniugare liberismo economico ed equità sociale. Per questo ci paiono sempre più stanchi e inutili i discorsi sull’economia sociale di mercato di tanti benpensanti di centrosinistra e centrodestra.
Solo un cambiamento radicale nell’economia e nella società può sconfiggere il disegno reazionario dei poteri e delle forze che ci hanno portato alla crisi attuale e che pensano di farla pagare interamente a noi. O si cambia davvero, o si precipita in una società mostruosa che avrà come necessario corollario l’autoritarismo nelle istituzioni. Forse è proprio la dimensione e la brutalità delle alternative che ci spaventa e frena, ma se questa è la realtà allora è il momento di avere coraggio.

12 aprile 2009 Posted by | 1 | , , | Lascia un commento

Vergogna amministratori di Dolo, voto: 2

COMUNICATO STAMPA DEL 16/01/2009

IDV: LA RIVIERA DEL BRENTA E’ IN PERICOLO
Vergogna, la sordità dell’ amministrazione comunale dolese non ha rivali

La sordità dell’ amministrazione comunale dolese non ha rivali.
A nulla sono servite le contrarietà più volte espresse dalle rappresentanze politiche di tutta la sinistra della Riviera del Brenta e dei movimenti cittadini che non vogliono quest’ opera, che invece a quanto apprendiamo verrà inserita nel Piano di Intervento di Dolo come confermato dal Vicesindaco Adriano Spolaore.
Ancora una volta questa Oligarchia auto referenziata dolese arrogantemente tradisce il suo mandato con gli elettori continuando a mentire loro sostenendo che, non si sa cosa ci sia dentro al “Progetto Veneto City”.

1 FALSO, come dichiarato dal promotore dell’iniziativa Bepi Stefanel il 24/02/06 sono previste in progetto:
Una Torre telematica alta 150 metri, con ristorante panoramico all’ultimo piano (sarà un Guinnes dei Primati dato che la più alta in Italia è di 129 metri, la “Torre Telecom Italia di Napoli”).
Un centro fitness da 10.000mq, piscine, cinema multisala, outlet, negozi, showroom e
Alberghi.
Insomma Porta Ovest sarà un enorme centro commerciale, grande circa 10 volte l’IKEA.

2 Sicuramente il tutto non sarà a favore dei commercianti locali, provate a pensare cosa resterà dei negozi di abbigliamento del centro, e di tutta la Riviera, quando verrà inaugurato questo Ecomostro.

3 Della salute e della vivibilità del paese gli amministratori locali fanno come Ponzio Pilato fece con Gesù Cristo: “SE NE LAVANO LE MANI”
Il giro d’affari previsto è quello portato da 70.000 autoveicoli per giorno che paralizzeranno le nostre strade che risultano già fortemente intasate.
Neppure il previsto progetto della camionabile riuscirà a sgravare il traffico, infatti si è calcolato che quest’ ultima opera potrà al massimo ridurre del 15% l’ attuale traffico sulle strade locali, e le promesse di una migliore viabilità altro non sono che l’ ennesima promessa mai mantenuta per permettere alla società autostrade di sventrare il Ns territorio

4 Gli scarichi intossicheranno i nostri figli così, probabilmente, nella nostra Dolo apriranno il più grosso centro oncologico pediatrico d’Italia, naturalmente privato, in quanto la regione veneto è intenzionata ad avere solo poli sanitari “Di Area Vasta” pertanto anche l’ospedale di Dolo potrebbe essere in pericolo.
Del resto, un opera del valore complessivo di 1 miliardo di euro dovrà pur prevedere un rientro economico. A favore di chi?

L’ Italia dei valori della Riviera del Brenta è sbalordita da tutto questo ed ancora una volta rinnova la sua contrarietà a simili interventi speculativi, così come rinnoviamo la contrarietà al comportamento tenuto dagli amministratori locali che, dovrebbero tutelare l’interesse di tutti i cittadini, invece sfruttano la loro posizione a favore dei grandi speculatori nazionali e internazionali, alla faccia degli elettori di sinistra che li hanno votati.

Idv Riviera del Brenta.

25 gennaio 2009 Posted by | Alberto Monetti, DOLO | , | Lascia un commento

DENTRO VENETO CITY

VENERDÌ, 24 FEBBRAIO 2006

La Nuova venezia

Pagina 13 – Economia

Intervista a Bepi Stefanel, uno dei promotori della più grande operazione immobiliare programmata a Nordest

Veneto City «E’ il segno del riscatto»

«Per risanare le ferite dell’industralizzazione»

PAOLO POSSAMAI

TREVISO. Bepi Stefanel ha un sogno. Vale un miliardo di euro (per difetto). L’industriale che ha prestato il suo nome a una dei marchi più celebri dell’abbigliamento casual è fra i motori dell’operazione Veneto City. Parliamo della più grande partita immobiliare programmata a Nordest, affacciata al punto di connessione fra A4 e Passante di Mestre. «Ma non è affatto una speculazione -dice Stefanel – voglio fare qualcosa per il Veneto, non contro il Veneto. E’ un sogno che coltivo da qualche anno, è il segno che voglio lasciare di me a questa terra da cui ho avuto tanto».

Ma che senso, che obiettivi ha Veneto City?

«Veneto City è il simbolo della fase due dello sviluppo del Nordest. Da terra agricola nell’arco di pochi anni siamo diventati area a fortissima vocazione industriale, macellando però il territorio. Veneto City può essere un risarcimento, un modo nuovo di edificare, di progettare sviluppo. Veneto City vuole essere il segno del riscatto contro il declino economico incombente».

Ma quel che lei chiama simbolo di riscatto non è pur esso una mega operazione immobiliare, nuovo consumo di territorio?

«Noi abbiamo commesso un errore, abbiamo comunicato poco il nostro disegno. E quindi i nostri critici non hanno guardato la luna, hanno osservato il dito che mostra la luna. Faccio notare che la nostra ipotesi di urbanizzazione riguarda uno snodo strategico, baricentrico del Veneto, magnificamente servito dalla maglia autostradale e ferroviaria, a breve distanza dal porto di Venezia e dall’interporto di Padova, dall’aeroporto Marco Polo, dalla città più bella del mondo. La nostra area è delimitata dall’autostrada A4 e dalla ferrovia Milano-Venezia. Abbiamo previsto di razionalizzare la viabilità e siamo interessati a costruire a nostre spese una stazione per la metropolitana regionale. In pratica la fermata Sfmr di Dolo-Mirano sarà arretrata di un chilometro rispetto all’ubicazione attuale e collegata a Veneto City tramite un tapis roulant, il tutto con una spesa stimata in 80 milioni di euro».

Oltre alle parole diciamo anche qualche numero. Il vostro progetto prevede 2 milioni di metri cubi su 600mila metri quadrati.

«Chi vede in queste cifre il sigillo di una speculazione sbaglia di grosso. Non vogliamo affatto costruire i soliti orridi capannoni industriali. Il nostro progetto sarà realizzato invece con il contributo dei più grandi architetti a livello internazionale. Vogliamo che i singoli edifici esprimano la massima qualità. Anche in questo sta la nostra sfida».

E quanto alle destinazioni d’uso del complesso?

«Qui sta il resto della sfida. Pensiamo a un sistema stellare, all’interno del quale il pianeta principale sarà il centro servizi per le imprese venete, che sarà specchio di tutto il made in Veneto, dedicato a ricerca e innovazione, marketing, analisi di nuovi mercati. Penso a uno show-room capace di mettere in mostra tutto il meglio della produzione veneta. Che senso ha che ogni paesetto preveda il suo showroom, con le scarpe in Riviera e lo sport-system a Montebelluna? Occorre fare massa critica. Prevediamo poi anche un formidabile centro congressi. Fra i vari satelliti rientrano anche edifici destinati alle istituzioni come Regione, Comuni, Provincia, e poi spazi per le associazioni di categoria, centri per l’artigianato, per la didattica. Ci sarà un centro direzionale e finanziario. Ristorazione e ricettività, con alberghi fino a mille posti letto. Ci sarà una piastra di negozi, ma anche spazi per il tempo libero e il fitness, cinema, teatro, piscine. Se Richard Branson mi chiede 10mila metri quadrati per fare un centro fitness come quello splendido che ha fatto alla Bicocca a Milano, perché devo essere così sprovveduto da non poter accogliere questa idea? Il perno del complesso sarà dato da una torre telematica alta 150 metri, con ristorante panoramico all’ultimo piano, dedicata alle compagnie telefoniche. Riteniamo che il polo di Veneto City attrarrà e gestirà 10mila posti di lavoro qualificato. Contiamo molto che il progetto sia ben compreso dal sistema universitario, poiché Veneto City con i suoi laboratori e la sua capacità di interazione con l’apparato industriale nordestino ha bisogno di ricercatori di livello. I nostri migliori cervelli devono poter restare a lavorare qui».

Che tempi prevedete per realizzare l’intervento?

«La Conferenza dei servizi dovrebbe essere in grado di approvare l’opera entro fine anno, anche perché i lavori del Passante e della Sfmr, con i quali ci dobbiamo coordinare, stanno proseguendo. Dopo di che ci vorranno circa 3 anni anni per costruire un polo che non ha eguali in Italia e che può essere davvero uno spartiacque storico. E’ la prima volta che un gruppo di privati ha una grande idea e si apre alle istituzioni, alle categorie economiche, ai veneti di buona volontà, per realizzare un’opera di fondamentale importanza per tutta la regione. Con umiltà e con trasparenza».

E se il vostro disegno non fosse accolto?

«Gran parte dei 600 mila metri quadrati da noi considerati hanno già attualmente destinazione industriale. Abbiamo insistenti richieste di grandi aziende di logistica che ci chiedono spazi. Sono convinto che di capannoni il Veneto ne abbia fin troppi, ma se non ci sarà consentito di fare altro che cappanoni non potremo esimerci da mettere a reddito il nostro investimento. Bilbao era nulla prima che Frank Gehry vi progettasse il Guggenheim Museum, che attira un milione di visitatori all’anno. Londra ha avuto il coraggio di recuperare i docks, Parigi ha volato alto con la Défense e la Villette. Possibile che qui non sia possibile fare altro che informi scatoloni di cemento armato? Non mi interessa nulla fare 10mila metri quadrati in meno, mi preme fare una cosa bella e valida per il Veneto del futuro. Ma i conti devono tornare, ovviamente, perché non sono un filantropo».

Pensa che Veneto City ci sarà anche un outlet?

«Stiamo valutando anche questa possibilità, come d’altronde tante altre».

 Ma questa operazione, per la mole degli investimenti e per la sua capacità attrattiva, non rischia di svuotare il commercio nei centri urbani e le attività di punta nelle zone industriali vicine? Che ne sarà dello sviluppo della cittadella prevista attorno all’aeroporto Marco Polo? E che ne sarà del recupero di Marghera?

«Veneto City non è in conflitto con niente, perché è una cosa diversa da quel che c’è. Al contrario, rappresenta una grande opportunità. Marco Polo City sarà poco più di un centro congressi con annessi servizi alberghieri. Credo che il nostro progetto possa favorire anche una trasformazione di Marghera, che abbisognerà di tempi lunghi di bonifica e di un disegno chiaro, di cui dovranno farsi carico soprattutto le istituzioni. Marghera troverà comunque un suo destino. Perché non potrebbe accogliere, per esempio, una mega darsena per yacht, per il turismo di lusso che vuole venire a Venezia via mare? C’è bisogno del contributo di tutti e di un coordinamento, di una cabina di regia per pensare al Veneto che sarà fra 20 anni. Un piano ambizioso ma necessario, se vogliamo evitare il declino. I miei compagni di viaggio e io lanciamo la sfida».

Chi sono i suoi soci in questa impresa? E quando e come nasce l’idea di Veneto City?

«Accanto a me ci sono Fabio Biasuzzi, Luigi Endrizzi, Giancarlo Selci e Olindro Andrighetti. Endrizzi e io abbiamo un po’ dei terreni in questione ormai da quasi dieci anni, in una zona a destinazione industriale. Se volessimo, potremmo già costruire 120 mila metri quadrati di capannoni. Per questo dico che non c’è speculazione, e i costi delle opere di interesse generale che faremo superano di gran lunga l’incremento di valore derivante dalle variazioni urbanistiche richieste».

Qual è l’estensione dei terreni in vostro possesso?

«Oggi disponiamo di 450mila metri quadrati, di cui 250mila già oggi edificabili a destinazione commerciale, industriale, direzionale. Siamo in trattativa per ulteriori 150mila metri quadrati».

Quanto avete investito finora e quanto vale Veneto City nel suo complesso?

«I terreni ci sono costati attorno a 30 milioni di euro, saremo bravi se alla fine avremo investito meno di un miliardo». 

Ma come è pensabile che un’operazione di questa portata sia rimasta carsica per tanti anni?

«Il vostro giornale, con l’inchiesta condotta da Renzo Mazzaro in particolare, ha fatto un eccellente lavoro di approfondimento. Noi siamo stati troppo concentrati sui progetti, meno sulla divulgazione. Ma recuperemo. Faremo convegni, pubblicazioni, un sito internet dedicato». 

Vi sono attribuite coperture politiche a destra e a sinistra.

«Lo so. Ma il governatore Galan e i Ds non hanno benedetto in alcun modo Veneto City. Scontiamo un sospetto immotivato».

22 gennaio 2009 Posted by | 1, Alberto Monetti, DOLO, STRA, VIGONOVO | , , , | Lascia un commento

IL PERICOLOSO PRECEDENTE VS. MAGISTRATURA

 

Travaglio: DIECI PICCOLI INDIANI

TRATTO DA :http://www.beppegrillo.it/

Testo:

“Buongiorno a tutti.
Mi dispiace, ma devo ancora parlarvi del cosiddetto caso Salerno-Catanzaro perché ci sono delle clamorose novità e, visto che sono clamorose, voi non le avete sapute.
Dove altro le potete trovare se non nella rubrica “Passaparola”?
Proprio per questo è nata la nostra rubrica, quindi anche oggi parliamo di una notizia molto importante che è a disposizione delle redazioni dei giornali e delle agenzie da venerdì sera e che non è stata riportata da nessun quotidiano italiano.
Ricorderete l’ultimo episodio, l’ultimo anello di una lunga catena iniziata un anno e mezzo fa con l’esproprio e le avocazioni delle due principali inchieste di Luigi De Magistris.
L’ultimo atto è che, la settimana scorsa, il ministro Alfano – il cosiddetto ministro della Giustizia Alfano – ha sparato fuori i capi di incolpazione contro il procuratore capo di Salerno, Luigi Apicella, e contro i suoi due sostituti, Gabriella Nuzi e Dionigio Verasani, che hanno il torto di essere titolari dell’indagine nata dalle denunce di De Magistris che ha portato, a metà dicembre, al provvedimento di sequestro e perquisizione per acquisire a Catanzaro le carte dell’inchiesta Why Not, che la procura di Catanzaro non consegnava da mesi e mesi, nonostante le richieste della procura di Salerno.

Alfano chiede di cacciare il capo della procura di Salerno

Il ministro Alfano ha chiesto al Consiglio Superiore della Magistratura di cacciare dalla magistratura – non di spostare in un altro ufficio, proprio di cacciare dalla magistratura – il procuratore capo di Salerno.
E’ la sanzione più grave che si possa immaginare, di solito la si dovrebbe dare ai magistrati che hanno rapporti con la mafia, o che rubano, o che si vendono le sentenze.
Bene, questo signore non ha avuto rapporti con la mafia, non si è venduto nessuna sentenza. E’ un anziano magistrato che all’improvviso è balzato agli onori delle cronache semplicemente per aver lasciato lavorare i suoi sostituti su un’indagine che, evidentemente, gli pareva ben fatta e fondata.
E’ colpevole di non avere bloccato i suoi sostituti e di avere coperto e avallato le loro decisioni.

Il ministro lo vuole far cacciare dal Consiglio Superiore della Magistratura, via, fuori dalla magistratura, e in più ha chiesto al CSM di levargli lo stipendio subito.
Di privarlo immediatamente dello stipendio. Manca soltanto il plotone di esecuzione per la fucilazione
.
Invece, bontà sua, il ministro chiede di trasferire a un’altra sede i due magistrati che hanno materialmente condotto l’inchiesta, e cioè Verasani e Nuzzi.
Nel motivare questa gravissima sanzione per l’incompatibilità ambientale di questi due magistrati, il ministro scrive, sulla base dei rapporti dei suoi ispettori, che Apicella e i sostituti Nuzzi e Verasani si sono macchiati di “assoluta spregiudicatezza, mancanza di equilibrio e atti abnormi nell’ottica di una acritica difesa del PM De Magistris con l’intento di ricelebrare i processi che sono stati a lui avocati” e sottratti.
I giornali hanno registrato – Poi vi dirò qual è la notizia che non vi è stata data – con ampio risalto queste motivazioni del ministro Alfano con una tecnica che nelle democrazie non viene mai impiegata: quella dell’ipse dixit.
Visto che il ministro dice che questi magistrati sono dei farabutti, noi prendiamo atto che questi magistrati sono dei farabutti.
Non c’è di fianco alla notizia un commento per dire “sarà poi vero che questi magistrati sono dei farabutti?”.
Può il ministro della giustizia scrivere quello che ha scritto? E’ mai successo che un ministro della giustizia scrivesse quello che ha scritto il ministro Alfano?
Se si fossero posti queste domande, cioè se i giornali svolgessero ancora la funzione critica per la quale sono nati e per la quale esistono – altrimenti non ce ne sarebbe bisogno, basterebbero i comunicati stampa del governo e dell’opposizione, non servirebbero i giornali – avrebbero scoperto che non esiste nella storia dell’Italia unita, né repubblicana né monarchica, una così grave lesione del principio dell’autonomia e indipendenza della magistratura.
Io non sono fra quelli che pensano che i magistrati debbano essere intoccabili e non debbano pagare per i loro errori, infatti il CSM punisce molti magistrati, non abbastanza ma molti magistrati, e altri si dimettono poco prima di essere puniti.
E non esiste un ordine professionale che abbia un così alto numero di punizioni per le violazioni deontologiche dei propri membri: non quello degli avvocati, non quello dei medici, non quello dei giornalisti, figuriamoci.
Qui non si tratta, però, di violazioni deontologiche o professionali: qui lo scrive il ministro.
I magistrati di Salerno devono essere cacciati – il capo dalla magistratura, i sostituti da Salerno – perché hanno compiuto “atti abnormi nell’ottica di una acritica difesa del PM De Magistris con l’intento di ricelebrare i processi a lui avocati”.
Cosa sta facendo il ministro? Una cosa che non si può fare in nessuna democrazia dove viga la divisione dei poteri: sta sindacando il contenuto, il merito, di un provvedimento giudiziario.
Lo può fare il ministro? Assolutamente no!
Pensate, se passasse questo precedente vorrebbe dire che in futuro, ogni volta che un giudice fa una sentenza che non piace al governo, ogni volta che un Pubblico Ministero fa un’ipotesi investigativa che non piace al governo, quel giudice viene mandato via o viene trascinato davanti al Consiglio Superiore a discolparsi per avere scritto una cosa che non piace al governo.
Sono infallibili i giudici nelle cose che scrivono? Assolutamente no, infatti in Italia esistono una serie di appelli, di ricorsi, per andare a sindacare nel merito delle cose scritte dai giudici.
Non ti piace quello che hanno scritto i magistrati di Salerno nel provvedimento di perquisizione e sequestro per andare a prendere le carte al Tribunale di Catanzaro? Benissimo, i magistrati di Catanzaro, se non gradiscono quello che hanno scritto i loro colleghi di Salerno, competenti a indagare su Catanzaro, si rivolgeranno al Tribunale del Riesame di Salerno per chiedere che annulli quel decreto di perquisizione e sequestro.
Se poi ritengono, l’abbiamo già detto ma è bene ripeterlo, che i colleghi di Salerno abbiano commesso dei reati in quella vicenda, faranno un esposto o una denuncia alla procura competente per giudicare i magistrati di Salerno, cioè Napoli.
Se poi ritengono che i magistrati di Salerno abbiano commesso delle colpe deontologiche, si rivolgeranno all’ispettorato del ministero o alla procura generale della Cassazione che sono titolari dell’azione disciplinare.
E se ritengono che i magistrati di Salerno abbiano delle incompatibilità con la città di Salerno, perché hanno delle parentele con qualcuno che non è il caso avere in quella città, verranno ovviamente giudicati per incompatibilità ambientale e spostati.

Un pericoloso precedente

Ma qui stiamo parlando di altro, stiamo parlando del fatto che quello che è stato scritto nel decreto di perquisizione e sequestro della procura di Salerno non piace al ministro, e il ministro, per questa ragione, chiede di spostare i magistrati.
Voi vi rendete conto che siamo di fronte a un pericolosissimo precedente: pericolosissimo tanto più in quanto nessuno lo ha notato e nessuno lo ha denunciato.
Nel 2001, il Tribunale di Milano emise due ordinanze nei processi in cui si stavano giudicando Berlusconi e Previti per le famose corruzioni dei giudici Squillante, Metta, etc… i processi Mondadori, Sme, Imi-Sir… e stabilirono una certa interpretazione sulla legge delle rogatorie che di fatto la vanificava e stabilirono anche una certa interpretazione della sentenza della Corte Costituzionale che dichiarava nulle alcune udienze nelle quali Previti non aveva partecipato perché dichiarava di essere impegnato in Parlamento.
Quelle ordinanze interpretative emesse dal Tribunale di Milano furono denunciate in Parlamento da esponenti del centrodestra e alla fine, credo fosse il 5 o il 6 dicembre del 2001 ma lo trovate nel libro “Mani Sporche” dove abbiamo raccontato bene questa vicenda, il Senato votò una mozione che criticava, censurava queste ordinanze del Tribunale di Milano.
L’Associazione Magistrati, all’epoca un po’ più vigile e reattiva di quella attuale che ha l’encefalogramma piatto, si rese conto della gravità di quello che stava accadendo, perché era la prima volta nella storia repubblicana che il Senato metteva ai voti un provvedimento di un giudice.
La giunta dell’Associazione Magistrati si dimise all’istante, ricordando che la cosa era avvenuta un’altra sola volta nel 1924 dopo il delitto Matteotti e la svolta autoritaria di Mussolini.

Nemmeno durante il fascismo

Tenete presente che il fascismo non osò manomettere formalmente l’indipendenza della magistratura: il fascismo recepì i codici precedenti e aggiunse ai Tribunali ordinari il famigerato Tribunale Speciale per i delitti politici.
Istituì i delitti politici e li fece giudicare dal Tribunale speciale, ma per i delitti ordinari la giustizia continuò a fare il suo corso, anche se ovviamente il clima era tale per cui la giustizia divenne un capolavoro di conformismo, per compiacere.
Ma formalmente il fascismo non fece atti concreti per mettere le mani e impossessarsi della giustizia.
Oggi, quello che sta facendo Alfano – probabilmente non se ne rende nemmeno conto, stiamo parlando di uno che letteralmente non sa quello che fa – è pensare di poter sindacare il contenuto di un atto invece di lasciarlo impugnare davanti al Riesame o davanti alla Cassazione dagli indagati perquisiti.
Interviene lui e chiede di cacciare i magistrati perché hanno scritto nel provvedimento una cosa che non gli garba.

La differenza rispetto al 2001 è che stavolta il provvedimento è più grave perché entra non in una questione interpretativa ma in una di merito.
I magistrati di Salerno sono colpevoli di avere scoperto, nella loro indagine, che De Magistris aveva ragione.
Non so se mi spiego: Alfano scrive “atti abnormi – cioè il decreto di perquisizione e sequestro – nell’ottica di una acritica difesa del De Magistris con l’intento di ricelebrare i processi a lui avocati”.
Intanto questa frase contiene un falso clamoroso, macroscopico: non è vero, e chiunque lo vuole vedere lo trova sul nostro blog o quello di Carlo Vulpio.
L’ordinanza di perquisizione e sequestro di Salerno non contiene una acritica difesa di De Magistris: i magistrati hanno ascoltato più volte le denunce di De Magistris, il racconto di De Magistris, e poi hanno cominciato a interrogare un sacco di testimoni per vedere se De Magistris aveva ragione o torto.
E le parole di De Magistris sono state confermate da consulenti che sono stati allontanati, ma anche da magistrati in servizio in Calabria a cominciare dal Dott. Bruni, dal Dott. Mollace, da un giovane uditore giudiziario che fu immediatamente subornato e messo sotto controllo dal procuratore aggiunto dopo che era stata tolta l’inchiesta Why Not a De Magistris.
Ci sono decine di riscontri oggettivi fatti dalla polizia giudiziaria in questo documento: non è vero niente che i PM di Salerno hanno preso per oro colato quello che dice De Magistris in maniera acritica.
Ma sopratutto: non spetta al ministro stabilire se è giusto o non è giusto quello che hanno ipotizzato nella loro inchiesta i magistrati, sarebbe gravissimo se il vaglio delle inchieste fosse affidato al ministero della giustizia, cioè al governo, cioè alla maggioranza politica e non, invece, ai regolari gradi di giudizio.

Una notizia che avrete solo da Passaparola

Contro questo decreto di perquisizione e sequestro, l’unica cosa da fare per farlo dichiarare illegittimo, nullo, infondato, abnorme, macroscopico, spregiudicato, mancante di equilibrio, acritico era l’impugnazione del provvedimento davanti al Riesame.
Bene: arriviamo alla notizia che non avete letto e che non leggerete mai sulla stampa e sulla TV di regime.
Alcuni imputati, a cominciare dall’ex procuratore Lombardi, accusato di corruzione giudiziaria, dalla moglie dell’ex procuratore Lombardi e dal figlio, Pier Paolo Greco, che era socio di uno dei principali indagati dell’inchiesta Why Not, il senatore di Forza Italia Pittelli, ma anche Antonio Saladino, il famoso capo della Compagnia delle Opere in Calabria, faccendiere, trafficone, in rapporti con tutta la politica di tutti i colori, hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame di Salerno per chiedere l’annullamento del decreto di perquisizione.
Bene, venerdì sera intorno alle 22 il Tribunale del Riesame di Salerno ha respinto i ricorsi dei quattro indagati che vi ho appena enumerato e ha dichiarato dunque fondato, legittimo, impeccabile – adesso aspettiamo le motivazioni, naturalmente – il provvedimento.
Vi leggo il dispositivo, perché non l’avete letto da nessuna parte e non lo leggerete da nessuna parte:
Letti gli articoli del codice, il Tribunale del Riesame di Salerno rigetta le istanze di Riesame avverso il decreto di perquisizione e sequestro e conferma l’impugnato provvedimento. Condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali”.
Cioè hanno fatto perdere tempo alla giustizia, devono pagare.
Questo è l’unico luogo dove gli indagati potevano andare a lamentarsi di quello che hanno fatto i PM di Salerno.
Ci sono andati e il Tribunale del Riesame, in un clima pazzesco che dire ostile è dire poco, in un clima dove il Capo dello Stato, il Consiglio Superiore della Magistratura, il governo, l’opposizione, l’Associazione Nazionale Magistrati, tutta la stampa di destra e di sinistra, tutte le televisioni, dicono che Salerno ha torto e che a Salerno ci sono dei farabutti che vogliono dare ragione a quell’altro farabutto di De Magistris.
E che questi di Salerno hanno scritto un decreto di perquisizione troppo lungo – vi ricordate le polemiche sulle 1400 pagine? – e che hanno fatto denudare Tizio e Caio.
E che hanno infilato dei particolari attinenti la privacy di un magistrato della confraternita di CL Memores Domini.
Che insomma ne hanno combinate di tutti i colori e quindi vanno massacrati, puniti, cacciati, trasferiti, fucilati, garrotati.
Bene, si sono trovati ancora in questo Paese tre giudici del Riesame a Salerno che hanno valutato, estraniandosi dai condizionamenti pazzeschi che ci sono tutto intorno a loro, il provvedimento esaminato impeccabile e hanno respinto i ricorsi di chi aveva fatto appello al Riesame.
Questo che cosa significa? Significa intanto che hanno confermato i presupposti di legittimità di questo provvedimento, nel senso che evidentemente rispetta le forme, la casistica, i limiti previsti dalla legge in questi casi.
Ma naturalmente conferma anche il merito del decreto di sequestro e perquisizione perché evidentemente hanno trovato che i PM, quelli che devono essere fucilati, hanno motivato bene; hanno ipotizzato dei reati tipo la corruzione giudiziaria a Catanzaro che sono applicabili e configurabili ai danni degli indagati che sono stati perquisiti; hanno motivato le esigenze probatorie, cioè le necessità di andare a prendere quelle carte per dimostrare certe ipotesi accusatorie.
Insomma, detto molto chiaramente, hanno dato ragione alla procura di Salerno, la quale però viene trascinata davanti al Consiglio Superiore della Magistratura per essere punita a causa di quello stesso provvedimento che il Tribunale del Riesame ha trovato impeccabile respingendo tutti i ricorsi.
Perché? Perché la politica, e nella politica ci mettiamo anche, purtroppo, i vertici dell’Associazione Magistrati sempre più sensibili alle sirene della politica, ha deciso che quel provvedimento non va bene perché da ragione a De Magistris.

De Magistris non può avere ragione

Uno dice: e se avesse ragione De Magistris? Ecco: De Magistris non può avere ragione.
E chiunque informi, non chiunque stia con De Magistris, chiunque informi o si occupi di De Magistris senza massacrarlo pregiudizialmente, deve essere cacciato.
Voi vedete che la storia di questo anno e mezzo, leggetevi i libri di Vulpio e di Massari sui casi della Calabria e della Lucania, è la storia dei “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie.
Viene cacciato il Vescovo Bregantini perché denuncia certi malaffari tra politica e malavita.
Viene esautorato il Pubblico Ministero De Magistris, gli tolgono le inchieste, poi tolgono lui.
Poi tolgono i suoi consulenti, uno dopo l’altro.
Poi cacciano il Carabiniere, il capitano Zaccheo, che viene trasferito in Abruzzo.
Poi cacciano la Forleo che ha avuto il coraggio di andare in televisione a difendere De Magistris.
Poi il Corriere della Sera non fa più scrivere sul caso De Magistris Carlo Vulpio, che ci aveva dedicato pure un libro e che quindi qualcosa ne capiva.
Poi i magistrati di Salerno scoprono che De Magistris potrebbe avere ragione e trovano i riscontri alle sue denunce e vogliono cacciare pure i magistrati di Salerno.
Adesso vedremo se cacceranno i tre giudici del Riesame che hanno appena confermato l’ordinanza, ma naturalmente per cacciarli bisognerebbe prima parlarne di questa ordinanza.
E di questa ordinanza nessuno ne ha parlato, perché altrimenti immediatamente il CSM dovrebbe rispondere del perché stia accettando di esaminare la possibilità di mandar via dei magistrati a Salerno per via di un provvedimento che l’unica sede legittima per valutarlo, il Riesame, ha confermato in toto stabilendo che è fondato e impeccabile.
Abbiamo aspettato sabato, sui giornali. Abbiamo aspettato domenica. Abbiamo aspettato lunedì, ma non è uscita da nessuna parte questa notizia.
Adesso la sapete anche voi.
Passate parola.”

14 gennaio 2009 Posted by | Alberto Monetti, POLITICA NAZIONALE | , , , , , , | Lascia un commento

COMUNICATO STAMPA DEL 10/01/2009

COMUNICATO STAMPA
ITALIA DEI VALORI 10/01/2009

Idv vota contro la distruzione della Riviera del Brenta

Ancora una volta dalla stampa arriva la notizia che la Giunta comunale Dolese dà il via libera ad una serie di opere pubbliche che devasteranno il territorio della Riviera del Brenta.
Ancora una volta questa giunta, ora non più in grado di rappresentare il paese, non ascolta i Suoi elettori; ancora una volta gli elettori del centro sinistra non si riconoscono nei propri amministratori, un gruppo di governo, sempre il medesimo negli ultimi anni, che decide di non cambiare rotta, che si disinteressa della vivibilità del proprio paese e che pensa solamente a garantirsi un futuro politico ormai prossimo al capolinea.

Ancora una volta è compito dell’ ITALIA DEI VALORI far sentire la voce della sinistra, evidenziandone le contraddizioni e opponendosi con forza ai progetti speculativi che pregiudicano la qualità della vita della cittadinanza.
L’ ITALIA DEI VALORI è assolutamente contraria alle “grandi opere di distruzione del paese” promosse dalle grandi società e dai comitati d’ affari insediatisi nei comuni della Riviera del Brenta che, con il sostanziale avvallo delle varie amministrazioni, intendono depredare il territorio.
Riteniamo assurdo che l’ Amministrazione Comunale non si assuma la responsabilità nei confronti dei cittadini fornendo con trasparenza i progetti che vorrebbe attuare, ponendo in essere comportamenti non tipicamente di sinistra e scontrandosi con gli stessi ideali del partito che rappresentano, disattendendo così la tutela del territorio e delle categorie disagiate.

Se Veneto City, l’ Elettrodotto, la Camionabile e la Romea Commerciale rappresentano la tutela del territorio, il centro sinistra della Riviera del Brenta e la popolazione ivi residente, certamente non potranno dirsi alleati con questi amministratori.
Questa non è l’eredità territoriale che vogliamo lasciare ai nostri figli e ai giovani che vivono nel territorio.
L’ ITALIA DEI VALORI pertanto chiede formalmente all’ amministrazione Comunale Dolese un netto cambio di rotta, togliendo dal PRG queste opere: gli interventi decisi sono un errore tanto sul piano amministrativo quanto su quello politico.
In definitiva CHIEDE, che il Comune di Dolo faccia una volta per tutte, definitivamente e prima di ogni intervento sul territorio, chiarezza sull’annosa questione di Veneto City, chiamata Porta Ovest, indicando chiaramente che cos’è, che costi sociali comporta, quale sarà l’impatto sul territorio e a chi gioverà tale opera.
Mettiamo altresì a conoscenza di questa Amministrazione Comunale che l’ ITALIA DEI VALORI unitamente a molte altre forze di centro sinistra, ai Movimenti di cittadini per il territorio e a tutti coloro che hanno a cuore il luogo in cui vivono e vivranno i loro figli, sta preparando una PETIZIONE FORMALE perché il territorio venga tutelato e col territorio i suoi cittadini e i suoi commercianti che da questi “Ecomostri” verrebbero certamente cancellati.

L’ ITALIA DEI VALORI crede nelle aziende artigiane, nelle piccole realtà commerciali che hanno sostenuto con le unghie e i denti il paese e, non nelle grandi cordate che sfruttano il territorio devastandolo, che esaurito il loro interesse chiuderanno i battenti e traslocheranno in un altro territorio da sfruttare, con la complicità degli stessi amministratori lasciandoci null’ altro che tre milioni di metri cubi di cemento abbandonato.

IDV Riviera del Brenta
Alberto Monetti

10 gennaio 2009 Posted by | Alberto Monetti, DOLO, STRA, VIGONOVO | , , , | Lascia un commento

LA LENTE DEL MONDO GUARDA L’ ITALIA E IL SUO PREMIER (BELLA FIGURA!!!)

QUELLO CHE I MEDIA ITALIANI ASSERVITI NON DICONO

Riporto un articolo del prestigioso quotidiano inglese “The Guardian”, dove il giornalista definisce Silvio Berlusconi inadatto alla presidenza del prossimo G8.
http://www.guardian.co.uk/business/2008/dec/23/sil- vio-berlusconi-g8-david-beckham

“Gordon Brown ha salvato il mondo, Angela Merkel ha salvato il suo budget federale, Jose Manuel Barroso ha salvato la sua carica per un secondo mandato – e Nicolas Sarkozy ha salvato l’Europa. Adesso, mentre un anno orribile sta giungendo al termine fra ancora più terribili previsioni per l’Unione Europea, si fa avanti Silvio Berlusconi.
Ha salvato David Beckham dall’oscurità di Los Angeles aiutandolo ad ottenere un prestito di 10 settimane alla sua squadra di calcio, l’AC Milan – garantendogli accordi con sponsor molto lucrativi e apparizioni su diversi canali televisivi gestiti dal suo impero Mediaset.

Avendo compiuto la missione, e’ ora deciso a tutti i costi a salvare l’Italia e, come Gordon, il pianeta.

Il primo gennaio, il giorno in cui Sarko non sarà più ufficialmente il presidente europeo, l’italiano presidente del consiglio (in italiano nel testo, N.d.T.) assumerà il controllo come presidente del G8 e, con illusioni di grandezza da togliere il respiro, è già impegnato a organizzare un vertice fra Barack Obama e il russo Dmitri Medvedev.
Entro marzo, quando l’economia europea sarà probabilmente un disastro, Berlusconi prevede un vertice dei G14 – un’idea originariamente di Sarko per coinvolgere le economie emergenti – sulla “dimensione umana” della crisi finanziaria.
Presumibilmente questo è linguaggio diplomatico che significa crescente debito personale, povertà, disoccupazione, disperazione e tutti e tutto ciò che di solito si associa alla tetraggine invernale di quella che è, potenzialmente, la recessione peggiore dalla seconda guerra mondiale. Specialmente nel suo paese, che è in recessione da due quadrimestri, che affronta un esorbitante aumento della disoccupazione, che vede il produttore di auto Fiat cercare un partner che lo rilevi per uscire dal suo tormento e, che senza l’euro e la Banca Centrale Europea che lui tanto disprezza, sarebbe in bancarotta.
Berlusconi, che ha un capitale personale di circa dieci miliardi di dollari, e che è un architetto di riforme giudiziarie in serie per permettersi l’immunità dalla giustizia, è il leader politico che ha chiamato Obama “abbronzato” e che ha paragonato un deputato tedesco a una guardia di un lager nazista (Kapo).
Il suo contributo al programma europeo di ripresa – un pacchetto-stimolo del valore di 200 miliardi di euro che equivale all’1,5% del prodotto interno lordo – sembra consistere in tagli alle tasse dei suoi sostenitori politici nelle piccole imprese e in sanzioni ridotte per evasori fiscali – equivalenti all’1% del prodotto interno lordo, secondo i politici italiani di opposizione. Il pacchetto è cosi’ irrisorio che la maggior parte degli analisti crede che possa perfino essere una riduzione delle spese.
Adesso il settantaduenne playboy del mondo occidentale vuole diventare il presidente italiano, succedendo all’ex-comunista e leader sindacalista Giorgio Napolitano, un uomo di grande integrità, dopo il 2013. Presumibilmente per la vita, alla Mugabee, e, per perpetua immunita’ contro le azioni giudiziarie, alla Chirac.
Questa è, in tutta serieta’, la persona che, per la rotazione, sarà presidente del G8 l’anno prossimo, quando è possibile che ci sarà un bagno di sangue economico in tutto il mondo.
E’ ora di finirla con questo stupido processo e, come previsto per l’Unione Europea sotto il Trattato di Lisbona ora in stallo, di scegliere un presidente di genuina statura e capacità di visione per dirigere questo organismo per il lungo periodo. E specialmente dato che siamo tutti d’accordo che, come il Consiglio di Sicurezza Europeo e l’IMF/Banca Mondiale, dovrebbe essere permanentemente riformato per includere la Cina, l’India e le restanti economie emergenti.
E’ già abbastanza grave che l’eurotossico Vaclav Klaus, il presidente ceco, diventi capo nominale dell’Unione Europea il primo gennaio (Ok, il suo primo ministro presiederà’ gli incontri). Questa rubrica preferirebbe vedere Sarko realizzare le sue ambizioni di diventare presidente a lungo termine dell’eurogruppo e leader de facto dopo il suo successo iperattivo nel dirigere l’Unione Europea per gli ultimi sei mesi.
Forse potrebbe farsi carico anche del G8/G14 per il resto della sua permanenza in carica all’Eliseo – certo di essere prolungato dopo il 2012 per ulteriori cinque anni secondo il modello corrente. O datela a Tony Blair. A chiunque tranne che all’inadatto Berlusconi, il presidente indiscusso di Tangentopoli 2 (in italiano nel testo, N.d.T.), o città della corruzione, quello che il suo paese nativo e’ nuovamente diventato.”

+ relativo commento scritto sotto da un tipo sul sito del the Guardian:

aquinus
25 Dec 08, 6:29pm

Now the 72-year-old playboy …
Well… it is a long story indeed, 72 years of secret massonic lodges , of a mafia hitman as a stablekeeper in his villa, hauled by him as a hero ( for keeping his mouth shut in prison ), 72 years of bribery, money laundering, senators exchanged with the help of actresses in need of a bigger role, one even becomes a cabinet minister, Mara Carfagna ( the alleged leaked tapes with the oral attributes are still somewhere..), condemned as false witness..and more, more.

choose a president or chairman of genuine stature
It is a bit too late now Mr. Gow, or is it the case that when recession spreads we cant let the little balilla ( young fascist of the old days ) play with the small mediterranean peninsula as his personal toy?

Everyone in the establishments KNOWS who is the man and not from yesterday.
Hes the direct extension of the atlantic pact that in a way or the other reinstated at the end of the war the friends of AL CAPONE in Sicily, with the blessing of the american lodge ( Max Corvo, Frank Gigliotti 1947 and 1960 ), and all in the name of the COMMUNIST THREAT ?
Now that the magistrates and the uncomfortable people are not exploding or being shot anymore, now that the mafia is NOT in need anymore of killing to obtain the stability and the business control thanks to a TAILORED LAW, now what?
It took him so long to apply the orders from above…

The SON of the COLD WARs fixation is not as the CIA wanted?
The fruit of the dark side of Capitalism, the political power bought with business, …and its true, the gang that he brings with him in the EU parliament, are of the same sort, more dumber though.

Its a bit late to complain now, when even some italian comedian went to the EU to ask NOT TO FUND ITALY ANYMORE, in order to stop fuelling this stream of money that goes straight to the local mafias.
After the EU stopped funding Bulgaria because of the amount of corruption in the institutions, the connected crime, etc..( but not Italy )

Maybe its time to get rid of the this puppet, hey!
Can you hear me?
in the high ranks, Im talking to you..??
Who created this monster has to stop him!!!!!

3 gennaio 2009 Posted by | 1, Alberto Monetti, POLITICA NAZIONALE | , , | Lascia un commento

TESSERAMENTI IDV 2009

CAMPAGNA ISCRIZIONI ITALIA DEI VALORI 2009A TUTTI COLORO CHE DESIDERINO ISCRIVERSI, SIMPATIZZARE PER L’ ITALIA DEI VALORI E SOSTENERLA NELLE SUE ATTIVITA’, O DARE UN PERSONALE CONTRIBUTO DI IDEE E DI ENERGIE PUO’ CONTATTARCI AL NUMERO TELEFONICO:

348/5590921 (Alberto Monetti)
O SCRIVERCI ALL’ INDIRIZZO MAIL:

magnalex2008@hotmail.it

L’occasione ci è gradita per ricordarvi i nostri siti internet:

IDV Stra: http://www.idvstra.wordpress.com
IDV Dolo: http://www.idvdolo.wordpress.com
IDV Vigonovo: http://www.idvvigonovo.wordpress.com
IDV Camponogara: http://www.idvcamponogara.wordpress.com
IDV Fosso: http://www.idvfossò.wordpress.com
Alberto Monetti: http://www.albertomonetti.wordpress.com

30 dicembre 2008 Posted by | 1, Alberto Monetti, DOLO, STRA, VIGONOVO | , | Commenti disabilitati su TESSERAMENTI IDV 2009

Rete 4 rete pirata

Per lodo Retequattro si intende l’insieme delle sentenze espresse e leggi emanate riguardanti l’emittente italiana Retequattro, tutte non rispettate, per le quali il canale avrebbe dovuto lasciare libere le frequenze analogiche ad altre emittenti, mentre avrebbe potuto trasmettere liberamente in tutte le altre forme.

Dubbi di legittimità

Alla fine degli anni ’80 alcuni pretori tentarono di “spegnere” il segnale di alcune emittenti fra cui Rete4 sollevando dubbi sulla costituzionalità dell’embrionale legislazione che regolamentava in modo non organico l’emittenza televisiva in Italia. La Corte Costituzionale con sentenza del 1988 rigettò le eccezioni di incostituzionalità sollevate dalle preture, consentendo a Rete4 di continuare a trasmettere. Nelle motivazioni della sentenza, la Corte ricordò tuttavia l’illegittimità della concentrazione dei mezzi d’informazione e sollecitò il legislatore a produrre un adeguato quadro normativo per l’emittenza radiotelevisiva.[1].

L’articolo 15, comma quarto, della Legge 6 agosto 1990 n. 223[2] vieta a un privato di controllare più del “25 per cento del numero di reti nazionali previste” e comunque non più di tre reti radiotelevisive, e soprattutto lo vieta a un editore di testate giornalistiche.
Dal momento dell’acquisto da parte di Fininvest della Mondadori e di Rete 4 si continua a discutere della legittimità per Retequattro di trasmettere, e di farlo per via analogica.


Una successiva sentenza della Corte Costituzionale dell’anno 1994 stabilì che proprio questo comma della Legge 6 agosto 1990 n. 223 era incostituzionale (per violazione dell’articolo 21 della Costituzione) e sollecitò il legislatore al fine di trovare una soluzione definitiva entro e non oltre l’agosto 1996, rispettando l’auspicio di aumentare il pluralismo informativo[3]. Secondo la sentenza, la legge del 1990 non risolveva i problemi di concentrazione evidenziati dalla precedente sentenza del 1988, in quanto le 3 reti possibili, su un massimo di 12, di cui 9 date in concessione ai privati, avrebbero continuato a permettere ad un unico soggetto (la cui situazione era già stata definita incostituzionale precedentemente) di controllare un terzo delle reti, ma anzi li aggravava, perché, in una situazione in cui vi è già una “posizione dominante”, fissando a 9 le reti usabili dai privati, rispetto all’assenza di limiti precedenti alla legge, si tiene “fuori dalla categoria dei soggetti privati concessionari […] ogni ulteriore emittente nazionale non utilmente collocata in graduatoria“, impedendo quindi l’accesso a possibili nuovi concorrenti che porterebbero un maggiore pluralismo.

L’inadeguatezza del limite alle concentrazioni emerge poi anche dal raffronto non soltanto con la normativa degli altri paesi, e soprattutto con quelli della Comunità europea (che hanno in larga prevalenza una disciplina più rigorosa e restrittiva), ma anche con la parallela disciplina nazionale dell’editoria. L’art. 3, lett. a), legge 25 febbraio 1985 n.67 considera come posizione dominante quella di chi editi (o controlli società che editino) testate quotidiane la cui tiratura nell’anno solare precedente abbia superato il 20% della tiratura complessiva dei giornali quotidiani in Italia; limite questo che si giustifica – al pari del limite dell’art.15, comma 4, per le emittenti televisive – con l’esigenza di salvaguardare il pluralismo delle voci. Però con questa rilevante differenza: che nel settore della stampa non c’è alcuna barriera all’accesso, mentre nel settore televisivo la non illimitatezza delle frequenze, insieme alla considerazione della particolare forza penetrativa di tale specifico strumento di comunicazione (sent. 148/81, paragr. 2 e amplius paragr. 3; già sent. 225/74, paragr. 4, e poi sent. 826/88, paragr. 9 e 16), impone il ricorso al regime concessorio.

Ed allora il grado di concentrazione consentito non può che essere inferiore in quest’ultimo settore per la ragione che l’esigenza di prevenire l’insorgere di posizioni dominanti si coniuga con l’inevitabile contenimento del numero delle concessioni assentibili. Ed invece – se si considera che dalla particolare disciplina posta dall’art. 1, comma 1, per l’ipotesi di titolarità di concessioni televisive in ambito nazionale e contestualmente di controllo di imprese editrici di quotidiani si deduce che la titolarità di una concessione è equiparata (nella valutazione discrezionale del legislatore) al controllo di imprese editrici di quotidiani con una tiratura pari all’8% della tiratura complessiva dei giornali in Italia – emerge che il limite del 25%, in principio, e del numero massimo di tre reti, allo stato, di cui all’art. 15, comma 4, cit. appare meno rigoroso del limite del 20% di cui all’art. 3, comma 1, cit.. Ciò da una parte ne svela l’incoerenza e quindi la irragionevolezza (art. 3 Cost.), d’altra parte ne conferma ulteriormente la inidoneità; questa peraltro aggravata dal rischio di ulteriore accentuazione della posizione dominante in ragione della possibilità per il titolare di tre emittenti nazionali di partecipare, sia pur come socio di minoranza, a imprese titolari di altre concessioni e ad imprese impegnate in altri settori dell’editoria.

[…]

Si impone quindi – per le ragioni finora esposte (e rimanendo assorbita la verifica degli altri parametri invocati dal giudice rimettente) – la dichiarazione di incostituzionalità del quarto comma dell’art. 15 cit. nella parte relativa alla radiodiffusione televisiva.

Con la dichiarazione di illegittimità costituzionale dell’art. 15, comma 4, il valore del pluralismo, espresso dall’art. 21 Cost., si specifica già, come regola di immediata applicazione, nel divieto – in rapporto all’attuale assetto complessivo del settore televisivo – di titolarità di tre concessioni di reti nazionali su nove assentibili a privati (o dodici in totale) ovvero di titolarità del 25% del numero complessivo delle reti previste, mentre rimane nella discrezionalità del legislatore disegnare la nuova disciplina positiva di tale limite per colmarne la sopravvenuta mancanza.

Limite che dovrà essere rispettoso della regola suddetta e dell’esigenza costituzionale, ad essa sottesa, di necessaria tutela del pluralismo delle voci sicché, qualunque sia la combinazione dei parametri adottati, non sarà, allo stato, in alcun caso possibile che la risultante finale sia tale da consentire che un quarto di tutte le reti nazionali (o un terzo di tutte le reti private in ambito nazionale) sia concentrata in un unico soggetto. Ferma, quindi, la esclusione di un limite percentuale pari ad un quarto delle reti complessivamente disponibili, di per sè atto a consentire la ripartizione della emittenza privata fra una rosa ristrettissima di forti concentrazioni oligopolistiche, spetterà al legislatore – che sollecitamente dovrà intervenire – emanare una nuova disciplina della materia con forme a Costituzione, individuando i nuovi indici di concentrazione consentita e scegliendo tra le ipotesi normative possibili (come, ad esempio, riducendo il limite numerico delle reti concedibili ad uno stesso soggetto ovvero ampliando, ove l’evoluzione tecnicologica lo renda possibile, il numero delle reti complessivamente assentibili).

Peraltro, come già si è osservato, la dichiarazione di incostituzionalità non determina un vuoto di disciplina, vuoto che significherebbe un arretramento verso la mancanza di alcun limite alla titolarità di plurime concessioni. Rimane infatti pienamente efficace il decreto legge 323/93, e quindi resta ferma nel periodo di transizione – e limitatamente a tale periodo – la provvisoria legittimazione dei concessionari già assentiti con d.m. 13 agosto 1992 a proseguire nell’attività di trasmissione con gli impianti censiti. »

(sentenza della Corte Costituzionale n. 420, anno 1994)

Ma nel 1995 l’esito di un referendum popolare mantenne la situazione inalterata.

Nel 1997 la Legge 31 luglio 1997, n. 249[4] stabiliva che le “reti eccedenti“, ovvero Rete 4 e Tele+nero, potessero continuare a trasmettere anche dopo il limite dell’Aprile 1998, a patto che affiancassero alle trasmissioni analogiche quelle digitali (intese allora come cavo e satellite), per permettere un passaggio graduale a queste ultime. Le emittenti avrebbero poi dovuto rilasciare le frequenze analogiche entro un termine stabilito dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. La legge prevedeva anche che si determinassero e riassegnassero le concessioni per le frequenze che permettevano la copertura analogica di tutta la nazione.

Nel luglio 1999, l’imprenditore Francesco Di Stefano, dopo aver messo da parte i soldi derivati dalla precedente attività di syndication (12 miliardi di lire), decide di partecipare ad una gara pubblica per l’assegnazione delle frequenze televisive nazionali (in totale 11: 3 per la RAI e 8 per i gruppi privati)[5] con richiesta di 2 reti televisive: Europa 7 e 7 plus. Riesce a vincere una concessione per Europa 7, al posto di Rete 4, il quale perde così il diritto di trasmettere. La commissione ministeriale della gara nega la richiesta per 7 plus, ma Francesco di Stefano fa ricorso al Consiglio di Stato, il quale ordina al ministero di dare anche una seconda concessione. Al contrario dei vincitori di concessione che già trasmettevano (come la Rai o Canale 5 e Italia 1), e che in base alle norme potevano continuare ad impiegare le loro attuali frequenze e considerare quelle come assegnate dalla concessione, Europa 7 è un soggetto nuovo, e quindi deve attendere il piano di assegnazione delle frequenze per poter iniziare le trasmissioni sulle bande che gli verranno assegnate dal piano stesso. Il ministero stesso, in una nota del 22 dicembre 1999, si impegnava con Centro Europa 7 perché in breve tempo si arrivasse “di concerto con l’Autorità, alla definizione del programma di adeguamento al piano d’assegnazione delle frequenze

In ogni caso, fino ad oggi (maggio 2008), Europa 7 non è riuscita ancora a trasmettere: il ministero, contravvenendo al risultato della gara pubblica, non concesse le frequenze, e con un’autorizzazione ministeriale del 1999 (non prevista da nessuna legge) permette la prosecuzione delle trasmissioni analogiche a Rete 4, che in base alla gara pubblica non ne aveva diritto. Così comincia da parte della società Europa 7 una serie di ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, al Consiglio di Stato e alla Corte Costituzionale.

Nel novembre 2002, interviene la Corte Costituzionale, a cui viene chiesto di valutare la costituzionalità degli articoli art. 3, comma 6 e 7, della legge 31 luglio 1997, n. 249[4], che permettono a chi ha un numero di reti superiore alle due massime previste di prorogare le trasmissioni in analogico, a patto che a queste si inizino ad affiancare le trasmissioni in digitale, fino ad un termine che doveva essere deciso dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. La corte con la sentenza 466/2002 [6], conferma, come già affermato nel 1994 [7], che nessun privato può possedere più di 2 frequenze televisive e le reti eccedenti (in questo caso Rete 4 e Tele+nero), devono cessare la trasmissione in via analogica terrestre. La Corte specifica anche che un accentramento di reti è anche ben più grave che nel 1994, essendoci state allora 12 frequenze nazionali disponibili in chiaro, mentre nel 2002 (quando viene emessa la sentenza) ve ne sono solo 11 disponibili, alcune delle quali peraltro assegnate a emittenti che trasmettono in forma criptata. La Corte, tuttavia ritiene non incostituzionale l’art 3 comma 6 (che ammette le proroghe), ma incostituzionale l’art. 3 comma 7 (per cui la fissazione della proroga al poter usare le frequenze terresti prima del trasferimento obbligatorio alle trasmissioni digitali non era fissato dalla legge e la sua decisione era demandata all’Autorità per le Comunicazioni) e fissa un limite improrogabile entro il 31 dicembre 2003 per il passaggio esclusivo al satellite e/o al cavo (basandosi su una valutazione dell’AGCOM che riteneva quella data sufficiente per trasferire tutte le trasmissioni di Rete4 e Tele+nero su mezzi digitali), senza ovviamente entrare nello specifico del caso della ricorrente Europa 7 (che aveva chiesto di considerare incostituzionali entrambi i commi, in quanto “l’attuale normativa di settore“, ovvero le proroghe per le reti eccedenti regolate dai due commi, “le impedirebbe di utilizzare concretamente le frequenze che le sono state assegnate nella fase di pianificazione“), che per le precedenti decisioni (il DM del luglio 1999) rimaneva comunque l’assegnataria delle frequenze che così si fossero liberate.
La Corte era chiamata ad esprimersi sulla supposta incostituzionalità dei due articoli che permettevano la prosecuzione delle trasmissioni alle “reti eccedenti”, non sulla correttezza della vecchia gara di assegnazione delle concessioni nazionali, infatti specifica che:

Nel contempo, il collegio rimettente precisa che l’obiettivo della sottoposizione delle questioni all’esame della Corte è quello di impedire la continuazione in modo indefinito — attraverso “una facoltà non delimitata nel tempo” — dell’assetto giudicato incostituzionale dalla sentenza n. 420 del 1994, con conseguenze sulla disponibilità delle frequenze, sul pluralismo informativo e, quindi, sulla legittimità delle impugnate concessioni ed autorizzazioni, nonché delle relative clausole.
La descritta situazione di fatto non garantisce, pertanto, l’attuazione del principio del pluralismo informativo esterno, che rappresenta uno degli “imperativi” ineludibili emergenti dalla giurisprudenza costituzionale in materia. Questa Corte ha, infatti, costantemente affermato la necessità di assicurare l’accesso al sistema radiotelevisivo del “massimo numero possibile di voci diverse” (sentenza n. 112 del 1993), ed ha sottolineato l’insufficienza del mero concorso fra un polo pubblico e un polo privato ai fini del rispetto delle evidenziate esigenze costituzionali connesse all’informazione (sentenze n. 826 del 1988 e n. 155 del 2002).

L’obiettivo di garantire, tra l’altro, il pluralismo dei mezzi di informazione è stato sottolineato, in una prospettiva più ampia, anche a livello comunitario in recenti direttive: direttiva 2002/19/CE, relativa all’accesso alle reti di comunicazione elettronica, alle risorse correlate e all’interconnessione delle medesime (direttiva di accesso); direttiva 2002/20/CE, relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica (direttiva autorizzazioni); direttiva 2002/21/CE, che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica (direttiva quadro); direttiva 2002/22/CE, relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica (direttiva servizio universale).

In questo quadro la protrazione della situazione (peraltro aggravata) già ritenuta illegittima dalla sentenza n. 420 del 1994 ed il mantenimento delle reti considerate ancora “eccedenti” dal legislatore del 1997 esigono, ai fini della compatibilità con i principi costituzionali, che sia previsto un termine finale assolutamente certo, definitivo e dunque non eludibile. »

(dalla sentenza 466/2002 della Corte Costituzionale)

Nell’estate del 2003, il ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri presenta un disegno di legge per il riordino del sistema radiotelevisivo italiano e l’introduzione della trasmissione digitale terrestre. La legge (nota come legge Gasparri) verrà approvata dal Parlamento il dicembre 2003, la quale permette a Rete 4 di continuare a trasmettere in via analogica terrestre in contrasto con la sentenza della Corte Costituzionale.

Successivamente, il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ritenendola incostituzionale, rifiuta di firmare la legge e la rinvia alle camere. Così, per poter garantire a Rete 4 di continuare a trasmettere via etere, il 24 dicembre 2003 il governo Berlusconi vara un decreto legge (noto come decreto “salva Rete 4“). La legge Gasparri si approva definitivamente nell’aprile 2004, anch’essa senza prendere in considerazione la sentenza 466/2002 della Corte Costituzionale.

Interventi politici sul lodo

A seguito del referendum, tale sollecitazione fu ignorata dal Governo Prodi, in carica tra il maggio 1996 e l’ottobre 1998.

Caduto il governo Prodi, D’Alema decise di risolvere la questione e indisse una gara per l’assegnazione delle concessioni delle reti nazionali.

Nel luglio 1999 si svolse la gara, per partecipare alla quale si richiedevano requisiti importanti. Sembrò quindi che nessuno potesse essere in grado di vedersi concesse le frequenze, invece l’imprenditore Francesco di Stefano riuscì a vincere una concessione per Europa 7, la quale tuttavia non è tuttora riuscita ad ottenerne l’assegnazione effettiva, mentre Retequattro avrebbe dovuto cessare le trasmissioni analogiche, per continuare a trasmettere solo via satellite o via cavo. Di Stefano per far valere i propri diritti ricorse ad ingiunzioni, diffide, cause penali, civili, regionali, alla Commissione Europea e alla Corte di Giustizia Europea, vincendo tutti i ricorsi, tutti gli appelli e vedendosi confutare tutte le perizie. La Corte Costituzionale nel novembre 2002 stabilì[8] inequivocabilmente che Retequattro, dal 1 gennaio 2004 sarebbe dovuta emigrare sul satellite o sul cavo. Ma tutto questo è ancora al di là da venire e al momento lo stesso Di Stefano si trova impegnato in una causa contro il sistema televisivo italiano presso il tribunale europeo, la cui sentenza, inizialmente prevista per maggio 2007, ha subito svariati rinvii.

La legge Gasparri

Nel frattempo grazie a varie proroghe governative fatte nelle passate legislature, con maggioranze sia di destra che di sinistra, Retequattro ha continuato a trasmettere, finché una legge (denominata Legge Gasparri) di riordino del Sistema Radiotelevisivo Italiano, realizzata sotto il Governo Berlusconi nel 2003, permise all’emittente di continuare a trasmettere legittimamente per via analogica.

Le critiche alla proposta di legge giunsero dai partiti di opposizione, supportati dalla FNSI, e si concentrarono particolarmente sul cosiddetto sistema SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni). A questo proposito le opposizioni sostennero, durante il dibattito parlamentare, che la proposta di legge, pur lasciando immutati i limiti antitrust, li rendeva, di fatto, inefficaci, allargando l’insieme su cui calcolarli. La percentuale del 20% non sarebbe infatti più stata calcolata sulle singole risorse, come i canali televisivi, ma su tutto l’insieme delle risorse di comunicazioni, televisive, radiofoniche ma anche giornalistiche e cartellonistiche.

A seguito del rinvio alle camere il governo in carica varò, nel dicembre del 2003, un decreto legge, definito dagli ambienti del centrosinistra «Salva Retequattro», con cui veniva anticipata la parte della legge Gasparri riguardo al digitale terrestre, indicando una moratoria di quattro mesi dopo la quale sarebbe stata verificata l’effettiva diffusione dei canali digitali.

Tale decreto permise al gruppo Mediaset di continuare le trasmissioni in chiaro di Retequattro, dopo che varie sentenze della Corte costituzionale avevano stabilito che la rete avrebbe dovuto cedere le sue frequenze analogiche a partire dal primo gennaio 2004 (ma poteva trasmettere solo via satellite o via cavo), mentre dalla stessa data Raitre non avrebbe potuto trasmettere pubblicità (come conseguenza della legge Maccanico). In entrambi i casi il motivo era legato al superamento del tetto del numero di canali nazionali disponibili: la Corte Costituzionale aveva infatti argomentato che fossero 12. Inoltre la stessa Corte aveva ravvisato in tale situazione, nel 1994, una violazione dell’articolo 21 della Costituzione.

Sviluppi recenti

La situazione della tv via etere italiana si può prestare a diverse interpretazioni.

RAI e Mediaset hanno, congiuntamente più del 80% degli ascolti televisivi (seppur in lieve calo negli ultimi anni a causa del diffondersi della TV satellitare) e, parallelamente, raccolgono (dati relativi al 2006) il 83,9% della pubblicità (di cui il 29,0% alla Rai e il 54,9% a Mediaset), seguiti da Telecom e Sky entrambi con il 3,3%. Per quello che riguarda le offerte televisive a pagamento è Sky a detenere da sola il 91,4% degli introiti, contro il 3,8% di Mediaset e il 4,8% di tutti gli altri operatori.[9]

La relazione annuale dell’AGCOM[9] dà un’indicazione del fatturato annuale di ciascun operatore televisivo, dalla relazione si scopre che vi sono 4 operatori principali: Rai, RTI (Mediaset), Sky e Telecom Italia Media. Siamo quindi di fronte, stando solo ai ricavi di questi soggetti, ad un oligopolio, in cui ciascuno trae la propria fonte di reddito da fonti diverse: la Rai da abbonamenti tv e pubblicità; RTI, Sky e Telecom Italia Media da pubblicità e pay tv.

Operatore televisivo

Ricavi in mln di euro

Rai

2650

RTI (Mediaset)

2286

Sky

2190

Telecom Italia Media

162

Altri

491

Nel 2005 il Consiglio di Stato pose alla Corte di Giustizia Europea 10 questioni, tra cui una (indirettamente) su Retequattro[10].

La sentenza della corte, inizialmente prevista per il maggio 2007, è stata più volte rimandata[11]; il 12 settembre 2007 le conclusioni dell’avvocatura della Corte evidenziavano che:

L’art. 49 CE richiede che l’assegnazione di un numero limitato di concessioni per la radiodiffusione televisiva in ambito nazionale a favore di operatori privati si svolga in conformità a procedure di selezione trasparenti e non discriminatorie e che, inoltre, sia data piena attuazione al loro esito.
I giudici nazionali devono esaminare attentamente le ragioni addotte da uno Stato membro per ritardare l’assegnazione di frequenze ad un operatore che così ha ottenuto diritti di radiodiffusione televisiva in ambito nazionale e, se necessario, ordinare rimedi appropriati per garantire che tali diritti non rimangano illusori»

(Causa C-380/05, conclusioni dell’avvocato generale Poiares Maduro [12])

Il 31 gennaio 2008 la Corte ha emesso la sentenza su tale ricorso:

L’art. 49 CE e, a decorrere dal momento della loro applicabilità, l’art. 9, n. 1, della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 7 marzo 2002, 2002/21/CE, che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica (direttiva «quadro»), gli artt. 5, nn. 1 e 2, secondo comma, e 7, n. 3, della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 7 marzo 2002, 2002/20/CE, relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica (direttiva «autorizzazioni»), nonché l’art. 4 della direttiva della Commissione 16 settembre 2002, 2002/77/CE, relativa alla concorrenza nei mercati delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica, devono essere interpretati nel senso che essi ostano, in materia di trasmissione televisiva, ad una normativa nazionale la cui applicazione conduca a che un operatore titolare di una concessione si trovi nell’impossibilità di trasmettere in mancanza di frequenze di trasmissione assegnate sulla base di criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati. »

Il 31 maggio 2008 il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato da Europa 7 contro il Ministero delle Comunicazioni e R.T.I. (Mediaset) in cui si chiedeva la sospensione dell’autorizzazione a trasmettere per Rete 4, poiché «tardivo». Inoltre, è stato dichiarato inammissibile il ricorso di Europa 7 che chiedeva l’assegnazione delle frequenze, in quanto il Consiglio di Stato non può sostituirsi all’esecutivo. In questo senso, la Suprema magistratura amministrativa ha respinto anche un ricorso di Mediaset che chiedeva l’annullamento della sentenza del TAR del Lazio del 2004, chiedendo quindi al Ministero dello Sviluppo Economico di pronunciarsi nuovamente sulla richiesta di frequenze di Europa 7, richiedendo, in particolare, una nuova «risposta motivata» dal Governo, formulata in base alla sentenza della Corte di Giustizia della Comunità Europea del 31 gennaio. Il Consiglio di Stato quindi consente per il momento a Rete 4 di continuare a trasmettere fino a quando non avverrà l’assegnazione delle frequenze (ma non si tratta di una legittimazione piena vista la parentesi di dicembre).[13]

Il 16 dicembre 2008 il Collegio si riserverà di decidere in via definitiva sul ricorso con cui Europa 7 chiede il risarcimento del danno. La richiesta economica dell’emittente è pari a 2,169 miliardi se le frequenze saranno attribuite o 3,5 miliardi nel caso opposto. Entro tale data[13]:

Europa 7 dovrà:

descrivere la propria attività dal 1999 a oggi;

chiarire perché non ha partecipato alla gara indetta nel 2007 per l’assegnazione delle frequenze;

il ministero dovrà:

dare una risposta alla sentenza del 31 maggio;

dichiarare quali frequenze sono state rese disponibili dopo la gara del 1999 e come sono state assegnate;

chiarire la situazione di Europa 7, la cui concessione mai goduta, secondo l’esecutivo, è scaduta nel 2005 (su questo aspetto, è in atto un contenzioso legale in primo grado);

l’Autorità garante per le comunicazioni dovrà spiegare perché il piano frequenze non è stato adottato, come previsto dalla concessione vinta da Europa 7.

Il 27 giugno 2008, l’Unione Europea pone nuovamente alcune domande sull’assetto tv in Italia, alcune di queste riguardano Retequattro.

Il 16 ottobre 2008, il governo annuncia di aver trovato la soluzione per Europa 7: l’assegnazione delle frequenze avverrebbe riorganizzando lo spettro VHF III, togliendo frequenze ridondanti a Raiuno.

16 dicembre 2008 Posted by | Alberto Monetti, POLITICA NAZIONALE | , , , | Lascia un commento

ADDIZIONALI COMUNALI IRPEF …CHE FREGATURA

DEO GRATIAS,

NON SI PAGA PIU’ L’ICI

Stra, n. 1 della Riviera del Brenta

Ebbene sì, dopo 16 anni,  il sogno diventa realtà e l’ICI sulla prima casa e gli immobili assimilati  non si paga più, eppure qualcosa di STRA-NO accade tra le mura del Palazzo Comunale.

Infatti, da dove reperiscono i soldi i Comuni se non si paga più l’ICI?

E’ presto detto: i Comuni verranno  comunque finanziati direttamente dallo  Stato (in parte con decreto legge di luglio 2008 e in parte, con l’esenzione parziale precedentemente stabilita dal governo Prodi nella Finanziaria del 2008, che riguardava il 40% delle abitazioni principali), ma, in genere,  per avere ulteriori finanziamenti, si divertono a dire che sono senza fondi con la conseguenza di dover salassare il cittadino in altro modo e con altri mezzi (lo vediamo proprio questi giorni…….A Voi la scelta!!!!)

E l’IRPEF? Eh già!!! l’anno scorso  nessuno dei nostri Amministratori, Consiglieri votati e operanti dentro al Palazzo Comunale, si è ricordato di informarci dell’aumento del prelievo direttamente dalle nostre buste paga, e dalle nostre aziende (ma noi lo abbiamo visto, vero?) Proprio così, l’Addizionale Comunale IRPEF del Comune di Stra, è passata dallo 0,5 del 2006 allo 0,8 del 2007 risultando così AL PRIMO POSTO ASSOLUTO NELLA CLASSIFICA  DEI COMUNI DELLA RIVIERA DEL BRENTA SUPERANDO ADDIRITTURA LO 0.7 DI DOLO. Per informativa Vi diamo qui di seguito alcuni dati interessanti sull’Addizionale Comunale IRPEF per Comune:

ANNO      STRA      FIESSO    DOLO     MIRA

 

2007        0.8           0.4           0.7         0.4

 

2006        0.5           0.4           0.5        0.4

 

2005        0.5           0.4           0.5        0.4

 

2004        0.5           0.4           0.5        0.4

 

2003        0.5           0.4           0.5        0.4

 

2002        0.5           0.4           0.5        0.4

 

2001        0.5           0.4           0.5        0.4

fonte:  dipartimento delle finanze – politiche fiscali – fiscalità comunali – irpef. 

Per fortuna che il provvedimento di luglio 2008 sospende poi il potere di Regioni ed Enti Locali di deliberare aumenti delle addizionali locali sui tributi. Esclusi dal blocco le Regioni con i conti sanitari in rosso (???) per le quali è previsto un aumento automatico delle addizionali già dalla Finanziaria 2007.

Ma ora colpo di scena!!!!!!

Il Capo della Lega Nord, UMBERTO BOSSI, colto da furor di popolo a Ponte di Legno, in ritiro ferragostano, annuncia: “IO L’ICI LA RIMETTO”!!!! (gazzettino del 17/8)…”.è la tassa più federalista che ci sia”……

A POSTO SIAMO!!!!!! Dopo le bacchettate del Partito Delle Libertà, si è ravveduto ed ha cambiato strada dicendo che non tornerà l’Ici sulla prima casa, ma saranno accorpate le attuali tasse in una sola imposta, a favore dei Comuni….SIAMO SICURI CHE SARA’ COSI’? Possiamo fidarci???

 

Piccola Nota:

Alla faccia dell’ICI e di tutte le tasse sulla casa, l’unico a cui ciò nulla turba, è proprio Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ha fatto del suo ultimo acquisto la sua 15°esima residenza: Villa Campari di Lesa sul Lago Maggiore, una splendida villa in stile liberty già appartenuta ai produttori dell’aperitivo e costruita dal patriota e politico Cesare Correnti nell’800. E per fortuna che si era da poco lamentato che non riusciva a visitarle tutte per il suo troppo lavoro!!!!!(CI DISPIACE MOLTO!!!!!).

 

MONETTI ALBERTO –  IDV STRA


12 dicembre 2008 Posted by | Alberto Monetti, STRA | , , , | Lascia un commento

Hello world!

Salve a tutti ….

Sono Alberto Monetti e questo è e sarà il mio sito, la Bacheca mondiale dove appenderò tutto cio che mi fa accapponare la pelle… o… che mi farà girare le palle…

cari ospiti, visitatori, amici…

vi avverto.. qui non ne risparmierò una..

12 dicembre 2008 Posted by | Alberto Monetti | , , , , | Lascia un commento